I vegetariani nelle tradizioni spirituali

Guidalberto Bormolini
Il leone verde Edizioni, pagg.152, Euro 10,32
 
IL LIBRO – La tradizione vegetariana collegata ad un’esperienza di preghiera profonda è universale e antichissima. Gli stessi Padri amavano ricordare e additavano come ammirevoli gli esempi degli antichi filosofi greci, dei sacerdoti egizi, degli asceti indiani o delle comunità essene. Tale scelta, che è comune alla tradizione ebraica come a quella hindu, si affermò infatti sin dalle origini nella mistica cristiana e fu attribuita perfino agli apostoli. La storia del monachesimo ci mostra come il vegetarianesimo fosse ritenuto indispensabile alla preghiera profonda e contemplativa, divenendo tradizione consolidata in tanti ordini come quello Certosino, Minimo o Trappista. E' veramente sorprendente la quantità di Padri della Chiesa, Dottori e Santi che si attennero a una dieta vegetariana, che la consigliarono con vigore e che spesso furono costretti a difendere strenuamente contro gli oppositori. Tra questi basti ricordare nomi come San Girolamo, Sant’Ambrogio, San Bonaventura da Bagnoregio e San Tommaso d’Aquino. Al contrario di quanto spesso si pensi, le pratiche ascetiche partono di necessità da una valorizzazione del ruolo del corpo «Tempio dello Spirito» e questo viene messo in evidenza dai Padri e da tutti gli autori spirituali. La disciplina dell’alimentazione quindi non era ritenuta un esercizio di automortificazione, ma una pratica intelligente, collegata ad un cammino di crescita spirituale. La dieta vegetariana, unita a una seria esperienza spirituale, aiuta a mantenere il corpo in salute, a controllare le passioni per indirizzarle a fini elevati, a rendere lucida la mente e potenziare le facoltà intellettive, a elevare e rendere pura la contemplazione nella speranza di ritrovare la strada verso quell’Infinito Creatore che ha pensato l’uomo come essere spirituale e che desidera condividere con lui la Sua stessa natura.

DAL TESTO – “Oggi il termine più diffuso per definire l’esclusione della carne dalle mense è vegetarianesimo. Ma il termine tradizionale per indicare l’esclusione dall’alimentazione della carne e di altri cibi o bevande, è astinenza. La parola latina abstinentia può equivalere al greco xerofagia, che designa una dieta che esclude carne e altri alimenti, privilegiando i cibi ‘secchi’. Un termine analogo è digiuno, che negli autori spirituali può comprendere tutte le forme di restrizione alimentare di carattere ascetico, intendendo talvolta la rinuncia completa al cibo per periodi di un giorno o ancora più lunghi. L’astinenza dalla carne, o da altri cibi specifici, è normalmente ascritta alle pratiche “penitenziali”, e riteniamo quindi utile fare un minimo di chiarezza terminologica. La parola “penitenza” ha perso completamente il significato originario, che è ben diverso da quello che gli attribuisce la mentalità moderna. Con “metanoia” (penitenza), i padri intendevano non un sentimento di dolore o peggio ancora una punizione fisica, ma un vero e proprio “cambiamento di mente”, un “mutamento della volontà”, “una conversione”. Il verbo greco indica infatti l’atto di giudicare qualcosa in modo diverso da prima”.

INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Capitolo 1. Nostalgia delle origini: il vegetarianesimo nella spiritualità dell’antichità classica - L’ascetismo dei filosofi – I pitagorici – L’orfismo - I misteri di Eleusi – Diogene e i cinici – L’ascetismo stoico – I neoplatonici – Gli antichi Egizi – Il Ritorno allo stato originario – Capitolo 2. Vegetarianesimo e meditazione: la tradizione indiana - Lo yoga e l’alimentazione - Le qualità dei cibi - L’uomo in armonia col cosmo - L’alimentazione e il Prana - Il controllo dei sensi - Alimentazione e meditazione - Capitolo 3. L’astinenza nell’ebraismo – Le testimonianze bibliche - I Nazirei - I recabiti - Gli esseni e i terapeuti – Il Profeta Daniele. I gruppi Giudeo-Cristiani - Conclusione – Capitolo 4. Il Cristianesimo primitivo e la spiritualità del deserto: la disciplina alimentare - Alle origine del Cristianesimo - Il monachesimo del deserto - Sant’Antonio e San Pacomio - Il deserto d’Egitto - Dieta monastica e aerofagia - Siria, Palestina e Cappadocia – Capitolo 5. L’astinenza nella vita spiritualie: il monachesimo occidentale e la vita dei santi - Il monachesimo occidentale – Alle origini - I benedetti - I certosini - I cistercensi - I carmelitani - Altri ordini religiosi - S. Francesco da Paola e l’ordine dei minimi - I tempi recenti: San Giuseppe Cottolengo - I santi astinenti – San Girolamo - Santa Francesca Romana - San Bernardo - Santa Margherita da Cortona - Santa Chiara da Montefalco - San Filippo Neri - Una lunga tradizione di Santi vegetariani - I dottori ecumenici – Capitolo 6. Spiritualizzazione e alimentazione nella cristianità orientale – Le chiese d’Oriente - La Filocalia - L’esercizio della volontà - Valore dell’astinenza - Il controllo delle passioni - Preparazione alla contemplazione - Il ritorno allo stato spirituale originario - San Basilio di Poiana Marului - Capitolo 7. Nutrire corpo e spirito: motivazioni dell’astinenza nella tradizione dei santi - L’astinenza è una virtù - L’epoca patristica - San Girolamo - San Bonaventura - San Tomaso d’Aquino - Altri autori – Nutrire corpo e spirito - L’attenzione al corpo - Corpo e spirito: una fisiologia mistica? - La mortificazione dei sensi – Il dominio delle passioni - I Padri della Chiesa - Autori monastici e religiosi – La quiete nella preghiera - La purezza della mente - Alimentazione e vita spirituale - La preghiera profonda - Alleviare le conseguenze del peccato - Lo stato beato originario – Conclusione – Appendice – Sigle – Articoli di dizionario – Cap. 1 studi e Fonti – Cap. 2 studi e fonti – Cap. 3 studi e fonti – Cap. 4 studi e fonti – Cap. 5 studi e fonti – Cap. 6 studi e fonti – Cap. 7 studi e fonti