La Croce e il Fascio. I cattolici italiani e la dittatura

Guido Zagheni
Edizioni San Paolo, pagg.384, Euro 18,00
 
IL LIBRO – Numerosi sono gli storici che negli ultimi anni hanno tentato una lettura del ventennio fascista scevra da pregiudizi e ideologie. Guido Zagheni cerca di applicare questo metodo interpretativo al campo specifico del rapporto tra lo Stato fascista e la Chiesa cattolica in Italia. Inizialmente il mondo cattolico, come il resto della società italiana, si lasciò sorprendere dal fascismo e numerosi esponenti della base e del vertice aderirono a quella che sembrava la proposta di una nuova società e di una crescita improvvisa e sorprendente della giovane nazione. Successivamente la pretesa del fascismo di essere l’unica forza a determinare il presente ed il futuro degli italiani fu all’origine di uno scontro sempre più aspro con la Chiesa. Le iniziali convergenze portarono al Concordato del 1929 e alla soluzione della questione romana. Seguirono i contrasti per l’Azione Cattolica, per la pulizia etnica attuata durante e dopo la guerra d’Africa, per le leggi razziali, per l’avvicinamento alla Germania. La conseguente scelta per la guerra segnò la rottura definitiva tra Chiesa e fascismo. Il volume ripercorre minuziosamente la storia del fascismo dalle origini alla guerra di liberazione, e rivendica la forza e la dignità dell’azione della Chiesa, in particolare negli ultimi anni della dittatura.

DAL TESTO – “Al termine del primo conflitto mondiale l’Italia viveva una grave situazione di crisi. Il Paese era entrato in guerra con una preparazione inadeguata ed era segnato da vasti scompensi sul territorio nazionale tra le grandi industrie – per lo più concentrate al Nord e nelle mani di pochi gruppi industriali – e l’agricoltura, che restava molto arretrata. Anche dal punto di vista finanziario la situazione era precaria, soprattutto a causa dei costi della precedente guerra di Libia che aveva svuotato le casse dello Stato. La “grande guerra”, poi, aveva accelerato la già marcata concentrazione industriale e finanziaria, perché i grandi complessi industriali, dovendo produrre non più per il comparto civile ma per quello militare, avevano operato in un regime di privilegio: commesse statali, materie prime a bassi costi, disciplina in fabbrica, finanziamenti agevolati da parte dello Stato. In tal modo, lo sviluppo industriale non era omogeneo: pochi gruppi si arricchivano, mentre gran parte della popolazione pagava il peso dell’inflazione. Aumentava il divario tra agricoltura e industria e, soprattutto, la distanza tra Nord e Sud. Accanto alle concentrazioni, erano cresciuti i collegamenti tra il settore industriale e quello bancario: le grandi banche, intuendo possibilità di enormi guadagni, si erano impegnate anche oltre ogni limite di prudenza in attività finanziarie e industriali a lungo termine, e gli industriali tentavano di impossessarsi delle banche. Di conseguenza, l’inflazione, sempre molto elevata, favoriva la speculazione sui titoli di borsa, causando la rovina dei ceti medi e dei piccoli risparmiatori. I grossi profitti accumulati nel periodo bellico furono investiti nell’acquisto di azioni a fini speculativi o nella dilatazione a dismisura di settori industriali già troppo grandi rispetto al nuovo tipo di mercato. Questa situazione, nel periodo di riconversione delle industrie belliche, approvò clamorosi sconvolgimenti quali il crollo – avvenuto nel 1921 – di alcuni grandi società industriali (la siderurgica Ilva, la meccanica Ansaldo) e il fallimento di grandi banche (la Banca di Sconto, il Banco di Roma). La gravità della crisi industriale e bancaria rendeva più stretti il legame tra Stato e sistema bancario–industriale, determinando un conseguente aggravio del già precario bilancio statale”.

L’AUTORE – Guido Zagheni, nato a Capergnanica (Cremona) il 1° gennaio 1942, ha studiato nel seminario vescovile di Crema divenendo sacerdote nel 1967. Ha alternato vita pastorale e studio, ricoprendo diversi incarichi nella diocesi. Dopo aver conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha insegnato per alcuni anni nei seminari di Crema e Lodi; attualmente insegna Storia della Chiesa contemporanea presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. È presidente della Fondazione «Carlo Manziana» Scuola Cattolica Diocesana. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato due volumi del Corso di storia della Chiesa dedicati a “L’età moderna” (1995) e a “L’età contemporanea” (1996).

INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Abbreviazioni – Parte prima. Il fascismo Italiano – 1. La nascita e l’affermazione del fascismo Italiano – 2. La conquista legale del potere – 3. Mussolini e il fascismo: un binomio inscindibile – 4. Il consolidamento del potere – Parte seconda. La Chiesa e il Fascismo: incontri e scontri – 1. Il drammatico contesto del pontificato di Pio XI (1922-1939) – 2. Il progetto di Pio XI – 3. Soluzione della questione romana e definizione dei rapporti tra Chiesa e Stato – 4. L’attuazione del progetto – 5. Lo scontro sul problema razziale – Parte terza. L’epilogo drammatico – 1. I protagonisti della tragedia: il popolo, lo Stato e la Chiesa – 2. La guerra: “grande occasione” per Mussolini e tomba per il Fascismo – 3. La morte della patria – 4. La guerra civile – 5. Gli avvenimenti del 25 aprile 1945 – Conclusione – Bibliografia - Indice dei nomi