La pittura murale del Ventennio a Roma |
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Francesco Coiro Cecchini | ||||
Edilazio Editrice, pagg.84, Euro 8,00 | ||||
IL LIBRO – Gli edifici pubblici di età mussoliniana ospitano quasi tutti delle pitture murali, spesso di buon livello, e tuttavia ignorate dai più. Si tratta di documenti visivi indispensabili a comprendere un periodo della nostra storia che, proprio perché sofferto, ci sta particolarmente a cuore. Il presente libretto sintetico, chiaro, di piacevole lettura, vuole essere un invito a rileggere, con animo sgombro da pregiudizi, una pagina della nostra vicenda figurativa degna, a nostro avviso, di maggiore attenzione.
DAL TESTO – “Il 21 aprile 1924, in coincidenza col Natale di Roma e a poco più di un anno di distanza dalla storica “marcia” viene conferita a Mussolini la cittadinanza onoraria della Capitale. È il passo verso l’instaurazione della dittatura fascista che si imporrà di fatto a breve termine con lo scioglimento di tutti i partiti di opposizione. Conquistato il potere, Mussolini si adopera per conservarlo e rafforzarlo. Deve dimostrare all’opinione pubblica disorientata e perplessa che il fascismo opera nell’interesse del Paese, e ne cura l’immagine a livello internazionale. In particolare, per quando riguarda Roma, deve far vedere a tutti che il Regime, con la sua operosità e la sua lungimiranza, è in grado di cancellare errori ed orrori accumulati in secoli di colpevole inerzia. Il grandioso programma di interventi che avrebbe dovuto restituire alla Roma fascista l’antico splendore facendo piazza pulita delle presunte brutture che ne avrebbe deturpato il volto durante i così detti “secoli bui”, appare già chiaramente delineato nel discorso pronunciato da Mussolini in Campidoglio il 31 dicembre 1925 e diretto al Governatore di Roma, Filippo Cremonesi. “Le mie idee sono chiare, i miei ordini sono precisi” vi si legge dopo i convenevoli d’uso. “Fra cinque anni Roma deve apparire meravigliosa a tutte le genti del mondo: vasta, ordinata, potente come lo fu ai tempi del primo impero di Augusto. Voi continuerete a liberare il tronco della grande quercia da tutto ciò che ancora l’aduggia. Farete largo intorno all’Augusteo, al teatro di Marcello, al Campidoglio, al Pantheon. Tutto ciò che vi crebbe attorno negli anni della decadenza deve scomparire… Voi libererete anche dalle costruzioni parassitarie e profane i templi maestosi della Roma Cristiana. I monumenti millenari della nostra storia devono giganteggiare nella necessaria solitudine. Quindi la terza Roma si dilaterà sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno…”. Il compito di realizzare un piano tanto ambizioso che, come è noto, cancellò purtroppo frettolosamente dal tessuto urbano lembi di territorio di indiscutibile valore storico e documentaristico, spettò essenzialmente all’architettura e all’urbanistica fascista. Tuttavia un ruolo tutt’altro che marginale nello svolgimento dell’epoca di propaganda a favore del Regime, necessaria ad assicurargli il consenso delle massime, fu svolta dalla pittura, espressione artistica non nuova a funzioni consimili, come ogni studioso della materia ben sa. Pensiamo ai cicli pittorici di tema gentilizio che adornano le pareti dei castelli e delle dimore nobiliari, veri e propri “palazzi del potere” dei secoli passati. O, in ambito religioso, alla funzione didascalica, se non di reale proselitismo, affidata alle storie ispirate ai testi sacri o alla vita dei santi che costituiscono il gioiello delle nostre chiese. O ancora all’impatto emozionale creato dalle vetrate dipinte delle cattedrali gotiche. Similmente, la pittura murale che orna gli edifici sorti per essere vetrina e vanto del Regime, le raffigurazioni musive riportate in auge quale replica di quelle tardo imperiali, ma anche l’illustrazione di riviste, di cartoline, di testi scolastici e, non da ultimi, i francobolli, sono stati impiegati per propagandare quegli aspetti del costume che Mussolini intendeva promuovere in quando indicativi delle capacità e delle virtù del popolo italiano”. L’AUTORE – Francesco Coiro Cecchini è nato a Roma dove vive e lavora svolgendo da diversi anni un’apprezzata attività di articolista e saggista nell’ambito delle arti figurative. I suoi scritti sono apparsi su importanti riviste come “Il Carabiniere”, “Tempo immagine”, “Lazio ieri e oggi”, “Roma ieri, oggi, domani”. Per i tascabili di Edilizio ha pubblicato con successo “L’architettura Liberty a Roma” (2000) e “L’architettura del ventennio a Roma” (2002). INDICE DELL’OPERA – Premessa – Le avanguardie figurative e il fascismo – Documento: Manifesto della pittura futurista agli artisti giovani d’Italia – La pittura murale e i miti del Ventennio – Documento: Manifesto della pittura murale (Mario Sironi) – L’Hotel Ambasciatori (oggi Grand Hotel Palace) - La casa Madre dei Mutilati – Il Foro Italico – La Città Universitaria - Il Palazzo della direzione generale della Banca Nazionale del lavoro – I Ministeri e il Palazzo dell’Industria – L’E42 – Appendice – Bibliografia – Indice degli Artisti |