La religione a Roma. Gli dèi, i riti, le feste del popolo che conquistò il mondo

Adriano Bon
Cappelli Editore, pagg.160, Euro 6,97
 

IL LIBRO – Con un linguaggio chiaro e comprensibile il volume delinea e spiega la complessa rete di rapporti fra il mondo degli dei e il mondo degli uomini nella società romana, dall'età arcaica dei re alla caduta dell'Impero, descrivendola organicamente nelle sue forme concrete: i riti, le magistrature sacerdotali, le festività. Introdotti i lettori alla comprensione del concetto di sacro nel pensiero delle civiltà classiche, l'autore ripercorre in un “Compendio storico” ricco di riferimenti e di citazioni l'evolversi della religione arcaica, la progressiva introduzione di nuovi dei e nuovi culti, parallela all'espandersi delle conquiste romane e al contatto con nuovi popoli e diverse civiltà, sino al tramonto del mondo pagano e all'affermarsi del Cristianesimo. A questo profilo storico fa seguito un ampio capitolo dedicato al “Rito religioso”: in esso si descrivono e si analizzano le forme del rito, le varie cerimonie, i sacrifici, i giochi pubblici legati al culto degli dei. Ampio spazio è dedicato alle cariche sacerdotali, illustrate una per una sia nelle loro funzioni sia nel loro permanere attraverso le vicende millenarie della civiltà romana. Ogni capitolo è arricchito da “schede” di approfondimento. Seguono due utili appendici: “il calendario delle feste e delle cerimonie” e “il vocabolarietto dei termini religiosi”. Completa l'opera un'ampia “Antologia” che copre un arco di dodici secoli, e che ci restituisce la religione del mondo romano attraverso la viva voce dei suoi scrittori.

DAL TESTO – “Lo studio della religione romana si è avvalso, nel tempo, dell’opera di archeologi, storici, filologi. Esso è stato facilitato dalla relativa abbondanza di documenti e dall’eccezionale durata dei riti e della terminologia rituale, la cui analisi si è rivelata fondamentale. Ma l’elemento che più di ogni altro consente a noi posteri di penetrare quel sistema di pensiero è forse costituito dagli studi sociologici ed etnografici sulla mentalità primitiva: i popoli dell’antichità presentano infatti nei processi di pensiero caratteristiche molto simili a quelle dei popoli cosiddetti “primitivi” che ancora oggi fondano la loro esistenza quotidiana sul pensiero magico. I Romani dei primi secoli divinizzavano la forza vitale, l’energia – visibile o invisibile – che determina e realizza l’azione, sia essa umana o naturale. È questa volontà, e la misteriosa rete di differenti volontà che si intersecano, che l’uomo cerca di rendersi propizio mediante forme di culto. Sin dalle sue origini, sfumate nel mito, Roma si fonde con la storia della religione romana, che assunse da subito e quasi esclusivamente le forme di un’istruzione dello stato. Sin da un’epoca assai remota, le forme del culto – o meglio, dei molti e differenti culti tributati ai numerosi dèi – vennero sistematicamente organizzate in un preciso rituale. Ben presto si configurano due aspetti caratteristici della religione romana: lo Stato esercitava la suprema direzione del culto e le cariche sacerdotali venivano ricoperte da cittadini investiti di tale pubblica funzione. Inizialmente gli dèi romani non ebbero caratteristiche antropomorfe: essi, cioè non venivano pensati a immagine e somiglianza dell’uomo, ma erano piuttosto forze naturali personalizzate, potenze (numina) che presiedevano ad ogni istante e ad ogni evento della vita del mondo”.

INDICE DELL’OPERA – Introduzione – La religione dei Romani – Scheda 1. Sacro o maledetto – Scheda 2. I volti di Giove – Scheda 3. I prodigi – Parte I. Compendio Storico – 1.1 L’età arcaica – Scheda 4: Lucus et nemus – Scheda 5. I culti agrari - Scheda 6. Il rito dell’evocatio – Scheda 7. Il rex nemorenis - Tempio di Diana (Livio, I,45) - Giove e prodigi (Livio, I,55) Giunone evocata (Livio, V,21) - Giunone abbandona Veio (Livio, V,22) – 1.2. Dai Tarquini alle guerre puniche – Scheda 8. Gli dèi del nemico – Prodigi ed espiazioni (Livio, V,13) – Il sacerdozio ai plebei (Livio, X,6) – I carmina Marciana (Livio, XXV,12) – Gran Madre (Livio XXIX, 10,4-8 e 11) – 1.3 Da Zama ad Augusto - I polli Sacri (Cicerone, De divinatione, II,33,71-73) – I buoni auspici (Cicerone, De divinatione, 1,45,102) – Scheda 9. Quando il nomen è omen – Scheda 10. Le porte di Giano – Scheda 11. Culti misterici – 1.4 La religione in età imperiale – Nerone e i cristiani (Tacito, Annales, XV,44) – Difesa dei cristiani (Tertulliano, Apologeticum, 28-30) – Cesare e Cristo (Minucio Felice, Octavius, 10-12) - Parte II. Il rito religioso – 1.1 Le riforme del rito: fas e ius – Scheda 12. Lectisterium – Schede 13. I sacrifici umani – Scheda 14. La pompa circensis – Scheda 15. I ludi secolari del 17 a.C – Il console si vota agli dèi mani (Livio, VIII,6-10) - Le sacre cerimonie intatte…(Livio, V,52) Pudicizia patrizia o plebea? (Livio, X,23,1-10) – Orazio, Inno secolare, Carmen Saeculare – Scheda 16. Cristianesimo e paganesimo – 1.2 La cerimonia. Il sacrificio – 1.3 Le cariche sacerdotali – Scheda 17. Fasti, nefasti, altri – Scheda 18. Libri Sibyllini – Scheda 19. I sacri ancili – I feziali formulano un patto (Livio, I, 24,3-9) – Le ragioni di Roma (Livio, I,32,6-10) – Che dire degli àuguri? (Cicerone, De divinatione, I,47,105) – Un console e i pullarii (Livio, X,40,2-5; 9-12) La Sibilla cumana (Virgilio, Eneide, III,441-452) Se il culto è minacciato (Livio, V,40,7-10) – Parte III. Ai margini della fede: il mondo magico – Lucano (La guerra civile, VI, vv.434-569) – Le streghe a una veglia funebre (Petronio, Satyricon, 63,2-10) La novella di Telifrone (Apuleio, l’asino d’oro, Met., II,21-30) – Calendario delle feste e delle cerimonie religiose – Glossario dei termini religiosi – Bibliografia