La tragedia di Cefalonia. Una verità scomoda

Massimo Filippini
IBN Editore, pagg.287, Euro 18,50
 
IL LIBRO – Massimo Filippini - figlio di un Caduto di Cefalonia - già nel 1998, con il volume "La vera storia dell'eccidio di Cefalonia", è uscito allo scoperto, rivisitando in chiave critica i fatti avvenuti nell'isola greca nel settembre 1943. Con la presente opera - frutto anche di ulteriori, approfondite e pazienti ricerche di documenti da decenni seppelliti negli archivi - l'Autore precisa ancora meglio la sua posizione che è duramente, ma giustamente polemica nei confronti della "vulgata" ufficiale, divenuta - dopo il suo primo libro - incredibilmente prolifica di pubblicazioni il cui limite è dato dalla reiterazione di vetusti argomenti colmi di omissioni e reticenze; egli ha così buon gioco nel contestare e denunciare alla pubblica opinione quello che fino a oggi è stato presentato come un "mito" mentre, purtroppo, fu solo un'immane e oltretutto inutile tragedia. Coloro che si sono atteggiati a Eroi senza esserlo stati e i loro incensatori troveranno "scomoda" la verità qui raccontata: ma è bene che prima o poi i falsi miti cadano.

DAL TESTO – “A Massimo Filippini va riconosciuto il merito di avere fatto chiarezza su una delle tragedie più sanguinose, ma anche più oscure, della seconda guerra mondiale. E' un'impresa, la sua, che gli è costata lacrime e dolore, perchè l'ha portata a termine nel nome di suo Padre, il maggiore Federico Filippini, fucilato dai tedeschi a Cefalonia assieme a migliaia di nostri soldati che non volevano, e soprattutto non dovevano morire. E perchè è stato sistematicamente osteggiato e contrastato dai cantori della vulgata ufficiale, specializzata nel capovolgere la verità e nell'esaltare le gesta di chi lancia il sasso e nasconde la mano. Ai familiari dei Caduti di Cefalonia è toccata, purtroppo, la sorte di vedere, in questi sessant'anni, incensati quei militari ed in particolare alcuni ufficiali che, ubbidendo ai loro sentimenti antifascisti - per alcuni già venati di rosso, come presto dimostrerà la loro contiguità con l'organizzazione comunista greca dell'ELAS - si ribellarono al gen. Gandin che stava trattando, attaccarono i tedeschi senza preavviso e scatenarono in tal modo la loro ferocia, salvo poi, scampati alla rappresaglia, mettersi al loro servizio per salvare la pelle. Per recepire a fondo il messaggio di verità che scaturisce dalle pagine di Filippini, bisogna ovviamente partire dall'8 settembre, data fatidica alla quale si fanno risalire tutti i mali postumi dell'Italia. Rientra in una tendenza molto italiana all'autoflagellazione e al masochismo continuare a battersi il petto, ben oltre mezzo secolo dai fatti, per ciò che il Re avrebbe o non avrebbe fatto, per la "fuga" da Roma del sovrano e del governo, per la tragica ambiguità delle parole pronunciate dal maresciallo Badoglio alla radio alle 19.45 dell'8 settembre 1943: "il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze angloamericane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza".
Quante volte è stato scritto che, al posto di quest'ultima, assurda e sibillina frase, avrebbe potuto esser dato apertamente l'ordine: "Reagite con le armi a qualunque attacco tedesco?". Quante volte il Re e Badoglio sono stati maledetti per non avere predisposto un piano, una parola d'ordine, un documento d'istruzioni cifrate, una busta sigillata da aprire all'ora X, qualcosa, insomma, in grado di orientare in maniera precisa il nostro esercito mettendolo in grado di prevenire la reazione tedesca?“.

L’AUTORE – L’avv. Massimo Filippini, ten. Col. in congedo dell’Aeronautica Militare, è ben noto nell’ambito degli studi sulla vicenda di Cefalonia (ha già scritto il libro “La vera storia dell’eccidio di Cefalonia”) e cura il sito internet www.cefalonia.it da lui ideato, che in poco più di tre anni ha raggiunto un numero impressionante di visitatori (oltre centomila). Ha partecipato come Relatore a vari convegni (Cefalonia, Firenze, ecc.) e collabora a Riviste di Storia.

INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Nota dell’Autore – Introduzione – Parte I. Il fatto – Capitolo 1. L’armistizio, il proclama di Badoglio e i due ordini dell’XI Armata. La propaganda greca. – Capitolo 2. Le trattative italo–tedesche e il primo Consiglio di guerra – Capitolo 3. La cospirazione. Primi sintomi di rivolta – Capitolo 4. La Resistenza greca. Il calvario della Divisione “Pinerolo” – Capitolo 5. Dalla cospirazione alla rivolta. L’intesa con i ribelli – Capitolo 6. I tre punti dei Tedeschi. Il secondo Consiglio di guerra e il parere dei cappellani. L’accordo – Capitolo 7. Esplode la rivolta. Il ruolo del 33° Rgt Artiglieria. La consegna di armi ai Greci – Capitolo 8. I fatti di Liguri, l’assassinio del cap. Gazzetti e il tentato omicidio del gen. Gandin – Capitolo 9. I rivoltosi a rapporto del generale. Apollonio, Pampaloni… e Farinacci – Capitolo 10. L’ultimatum tedesco e l’ultimo Consiglio di guerra. L’insonne notte dei rivoltosi – Capitolo 11. Le cannonate di Argostoli. Il “fattaccio compiuto” – Capitolo 12. Le ultime trattative. L’ordine di Brindisi – Capitolo 13. La risposta del gen. Gandin ai Tedeschi. La fine – Parte II. Il processo – Capitolo 1. Genesi del procedimento penale. Le denunce – Capitolo 2. La documentazione proveniente dagli imputati. Diversità di valutazione tra Pubblico Ministero e Giudice Istruttore – Capitolo 3. I capi di imputazione – Capitolo 4. Il processo: dalla requisitoria del P.M. alla sentenza istruttoria di “non doversi procedere”. Peculiarità di quest’ultimo – Capitolo 5. La ricostruzione dei fatti nelle differenti versioni del Pubblico Ministero e del Giudice Istruttore – Capitolo 6. I singoli reati contestati. Considerazioni e conclusioni dei due magistrati – Capitolo 7. Le responsabilità dell’eccidio dei ricoverati nell’ospedale 37 – Parte III. Dall’eccidio ai giorni nostri – Capitolo 1. Le gesta del capitano Apollonio: da promotore della lotta a “collaboratore” dei Tedeschi – Capitolo 2. Il “Raggruppamento Banditi Acqui” – Capitolo 3. La “delicatissima questione Cefalonia” – Conclusioni – Appendice – Bibliografia