Le città perdute del Lazio… e i loro segreti

Emanuele Zampetti
Eremon Edizioni, pagg. 192 (220 foto a colori), Euro 19,00
 
IL LIBRO – Arricchito da oltre 250 immagini "Le città perdute del Lazio" è un libro che vi porterà alla scoperta di luoghi avvolti nella leggenda e sepolti dal tempo; luoghi in cui la storia ha plasmato un patrimonio artistico e architettonico di inestimabile valore. Così, sfogliando queste pagine, potrete immergervi nel fascino delle rovine di Ninfa, percorrere le anguste vie di Celleno, sfiorare con un dito la fortezza di Castiglione, arrampicarvi tra le rocce di Camerata Vecchia... Ma troverete anche la monumentale Monterano, le antichissime Norba e Norchia, la fugace Cencelle... Tutte queste città, un tempo ricche e gloriose, sono presentate dall'autore in modo semplice e diretto, non solo attraverso le immagini, ma anche da un testo ricco di particolari, che vi farà da guida attraverso antiche mura, torri e fortezze, dove il tempo sembra ormai essersi fermato...

DAL TESTO – “Una domenica mattina di qualche tempo fa, precisamente nell'autunno del 1997, mi recai insieme a mio padre e mio fratello sui Monti dell'Artemisio, un piccolo gruppo di boscose montagne nel cuore dei Colli Albani. Avendo tutti e tre una grande passione per l'escursionismo, a quel tempo avevamo già percorso buona parte dei sentieri dell'Appennino Centrale, trascurando però i luoghi nei quali avevamo mosso i primi passi. La meta di quella breve gita era il Monte Peschio che con i suoi 925 metri è comunque la terza cima per elevazione di questo piacevole gruppo di colli situati a sud-est di Roma. Quella mattina una fitta nebbia avvolgeva tutto il bosco e, man mano che salivamo, l'ambiente diventava sempre più silenzioso e ovattato. Quando eravamo in prossimità di una primo colle, in un'atmosfera quasi incantata, ecco apparirci qualcosa che interruppe bruscamente la nostra regolare andatura. Tra le foglie di castagno e gli arbusti del sottobosco si nascondeva un muretto in pietra completamente ricoperto da un manto di muschio e di licheni. Subito ci interrogammo su chi avesse eretto quel muretto e di quale struttura potesse far parte, domande queste che prendevano sempre più le sembianze di un mistero quando, con nostra meraviglia, notammo che quella recinzione in pietra proseguiva oltre la nostra vista seguendo all'incirca la linea di cresta. Fu così che, presi dalla curiosità, decidemmo di seguire quel muro che aveva ormai calamitato tutto il nostro interesse, facendoci quasi dimenticare la meta della nostra escursione. Non ci volle molto comunque per capire che il muro terminava proprio sulla cima del Maschio di Lariano, una modesta elevazione a nord-est del Monte Peschio. Con nostra grande sorpresa "scoprimmo" che il nome "Maschio", dato a quel monte non era frutto del caso e neanche di un'estemporanea denominazione data dai locali, ma era riferito proprio al fatto che, in epoche passate, quella cima aveva accolto un castello e le sue fortificazioni. Così, abbandonata definitivamente la nostra meta, ci mettemmo a perlustrare tutta la zona per cogliere ogni minimo particolare e ogni dettaglio architettonico. Infatti, sebbene il fortilizio versasse in pessime condizioni, si potevano ben individuare sia il muro di cinta che il nucleo centrale. Trovammo anche i resti di una chiesetta e le fondamenta di alcuni ambienti di cui tuttora disconosciamo l'utilizzo. La visita fu breve ma molto intensa, al ritorno non smettevo di pensare a ciò che avevo osservato, a ciò che avevo provato inoltrandomi tra le rovine di quell'antico insediamento. Da quella cima portai con me un bagaglio ricco di emozioni e sensazioni che proprio da quel giorno mi hanno spinto a coltivare la passione per questi affascinanti borghi diruti e le città scomparse della nostra penisola. Da tale passione nasce così questo libro che vuol portare non solo alla conoscenza delle città scomparse del Lazio ma essere anche una guida per recarsi sul posto e "scoprire" da vicino questi luoghi ricchi di storia, arte e cultura. Il libro, anche se non specificato, è convenzionalmente diviso in due parti: nella prima sono presentate le prime undici città perdute che hanno un'importante rilevanza sia storica che architettonica. Nella seconda parte troviamo altre sette città e castrum, più piccole ma ugualmente molto interessanti. Una precisazione da fare per chi voglia iniziare l'esplorazione dei luoghi descritti è che la gran parte dei siti non dispongono di una guida che vi possa introdurre e illustrare il sito e i suoi monumenti. Le uniche eccezioni sono per la città di Ninfa, dove la visita guidata è obbligatoria, mentre per Galeria e Monterano è possibile, su richiesta, essere accompagnati tra le rovine delle antiche città. Altra eccezione è Antuni che, accogliendo la sede della Comunità Incontro di Don Gelmini, può essere visitata solo previo avvertimento chiamando il comune di Castel di Tora. Tutti gli altri siti possono essere perlustrati liberamente seguendo i percorsi di visita suggeriti in questo libro, ma nella gran parte dei casi si sconsiglia vivamente di avvicinarsi alle rovine soprattutto a quelle più elevate. Inoltre bisognerà seguire sempre le tracce di sentiero e non avventurarsi tra le erbe alte dove, oltre alla presenza di vipere, ci si può imbattere in parti di mura crollate e profonde buche nascoste dalla vegetazione. A Galeria, Faleria e Cencelle questi pericoli sono particolarmente frequenti e accentuati nelle zone meno battute. In questo gruppo rientrerebbe anche il borgo antico di Celleno ma, durante la stesura di questo libro, sono in corso opere di ristrutturazione. Occorre prendere questi accorgimenti per non imbattersi in sgradevoli incidenti che non solo rischiano di rovinare la gita ma di mettere a rischio la stessa incolumità di chi decide di recarsi in questi luoghi.
Scorrendo le pagine di questa guida, soprattutto coloro che sono già a conoscenza di questi luoghi, potrebbero meravigliarsi dell'assenza di borghi come Civita di Bagnoregio e Bassano in Teverina. Lomissione di una trattazione è dovuta al fatto che, dopo la ristrutturazione e il seguente recupero, questi non sono da ritenersi più come città perdute. Altra perplessità potrebbe sorgere notando che le città di Norba e Norchia, storicamente molto importanti, rientrano nel secondo gruppo e non come ci si potrebbe aspettare nel primo. Questa collocazione è giustificata dal fatto che i siti trattati sono tutti a carattere prevalentemente medievale e, sia Norchia che Norba, non presentano al loro interno la prevalenza di edifici ed opere di tale periodo. Ognuna delle prime undici sezioni di questo volume, corrispondenti alle città del primo gruppo, sono introdotte da una scheda che riassume le peculiarità del sito. A questa scheda segue la trattazione della città perduta divisa in sei paragrafi: descrizione su come raggiungere le rovine, il luogo dove sorgono, le vicende storiche legate all'insediamento e una guida alla visita. Il quinto paragrafo è dedicato a leggende e curiosità inerenti la città perduta e l'ultimo è una vetrina dedicata al comune più vicino sia per storia che per tradizione al luogo che stiamo visitando. Un esempio è il caso di Cencelle, che pur ricadendo nel comune di Tarquinia, è storicamente più vicina a Civitavecchia. Un caso contrario, unico nel libro, riguarda Ninfa, che pur essendo legata alle vicende di Norma e Sermoneta ha, nella vetrina dedicata al comune, Cisterna di Latina, città sicuramente più lontana ma a cui si è voluto ugualmente dare risalto. Una seconda scheda, a completamento del capitolo, contiene i riferimenti e i numeri utili per la visita della città perduta e dei suoi dintorni”.

INDICE DELL’OPERA – Presentazione - Monterano: Dove l'arte ha scolpito la storia - Ninfa: Un'incantevole intesa tra storia e natura - Celleno: Un destino annunciato… O il ritorno alla vita? - Falerii Novi: Il ritorno all'antica città dei padri - Camerata Vecchia: La forza di continuare… dopo il grande incendio - Cencelle: Leopoli per onorare… Cencelle per non dimenticare… - Civita Vecchia: Tra storia e leggenda… la nascita di una città millenaria - Antuni: Scomparsa per un errore fatale - Galeria: Una fuga precipitosa avvolta nel mistero - Roccasecca: Sulle tracce di San Tommaso - Rocchette e Rocchettine: Due fortezze gemelle a guardia del Fiume Laia – Norba – Castiglione – Chia – Castrum Marcellini – Norchia – Castrum Ambrifi – Faleria