Personae e status in Roma antica

Generoso Melillo
Jovene Editore, pagg.VIII-160, Euro 15,00
 
IL LIBRO – L’applicazione e lo studio del diritto, il più costruttivo degli ordinamenti, non si esauriscono mai esclusivamente nella prospettiva istantanea del presente o del passato, poiché la natura stessa della forma fa sì che essa e il caso che regola abbiano le loro ragioni in tempi e realtà diversi. Sicché la storia giuridica, per il solo fatto di essere ricca di momenti esemplari della interazione tra società e diritto, può nelle fasi di grandi trasformazioni complessive essere una valida guida per porre in luce i problemi fondamentali dell’uomo e della stessa società contemporanea. In questa prospettiva l’esperienza maturata negli ordinamenti dell’antica Roma segnala la centralità della “persona”, in quanto protagonista, volenteroso o recalcitrante, delle regolamentazioni giuridiche. I quattro saggi del volume tendono a ricostruire, nell’insieme di una società dinamica e organizzata fino al punto da dominare per secoli il mondo, quale fu quella romana, le linee di sviluppo di taluni momenti centrali delle situazioni umane: quali il rapporto tra le persone e la sua collocazione negli status, i lineamenti della condizione servile, le connessioni tra l’origine militare degli status personarum e la condizione femminile, la fragilità iniziale e il potenziamento degli istituti tutelari.

DAL TESTO – “Anche prima di riferirsi ai momenti centrali del Convegno e a quelli specifici del mio intervento, è appena opportuno ricordare che – dopo il decorso di millenni e la correlativa dispersione delle fonti scritte e dell’ancora più labile tradizione orale – ogni ricostruzione, degli status e del ruolo degli individui appartenenti nel mondo antico a contesti sociali sufficientemente articolati e coesi – tanto da essere in qualche modo confrontati con le moderne società statali – ogni ricostruzione, si diceva, conserva dei margini di indefinizione assai ampli, anche perché già nelle testimonianze antiche il significato dei termini si adeguava rapidamente all’esito delle trasformazioni complessive e dei nuovi valori che in questo contesto assumevano le parole descritte delle diverse condizioni delle persone. In questa prospettiva, va subito posto in rilievo che le sistemazioni giuridiche concernenti la condizione degli individui nel contesto sociale sono per la maggior parte non solo tarde, risalendo appena al I e al II secolo dell’èra volgare, ma neppure sono univoche e confrontabili senza scarti con i testi letterari. Non si tratta di un fatto isolato nella tradizione di una esperienza storica che, come quella romana, traendo la sua ispirazione dalle enfatizzate vicende dell’VIII secolo, si limita spesso a tramandare il suo passato nell’ottica della tradizione dei soli ceti dominanti. Non è dunque motivo di sorpresa che della collaborazione sociogiuridica dei consociati entro Roma, all’interno di questa ottica limitata, nei testi giuridici ci restino spesso tracce certamente essenziali, ma comunque appiattite, e che talora tali tracce siano addirittura solo allusive, e rimodellate nella prospettiva di un presente assai diverso. A loro volta le testimonianze letterarie di provenienza latina o greca comportavano, anche nella storiografia, linguaggi e linee narrative necessariamente diversi, tanto da risultare nell’insieme non meno lontani delle fonti giuridiche dalle esperienze reali oggetto del racconto”.

L’AUTORE – Generoso Melillo, professore ordinario di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli Federico II, è autore – oltre che di vari contributi editi in riviste, studi collettanei ed Enciclopedie giuridiche – delle monografie: “Tignum iunctum”, 1965; “In solutum dare: Contenuto e dottrine negoziali nell’adempimento inesatto”, 1970; “Economia e giurisprudenza a Roma. Contributo al lessico economico dei giuristi romani”, 1978; “Forme e teorie contrattuali nell’età del Principato”, 1979; “Il negozio bilaterale romano”, 1986; “Contrahere, pacisci, transigere”, 1994; “Categorie economiche nei giuristi romani”, 2000. Tra il 1990 e il 1996 ha diretto e redatto con Carmela Pennacchio, in collaborazione con Antonio Palma, i seguenti volumi di lessici giuridichi: “Lessico dell’Edictum Theoderici Regis”, con Prefazione di Aldo Mazzacane, 1990; “Lessico della Lex Romana Burgundionum”, con Prefazione di Aldo Mazzacane, 1992; “Labeone nella giurisprudenza romana”, 1995; “Giuliano nella giurisprudenza romana. Brani di Giuliano pervenuti, citazioni nella letteratura giuridica successiva”, 1996.

INDICE DELL’OPERA – Premessa – Persona, Status e Condicio nell’esperienza Romana. La Dogmatica moderna - Le istituzioni di Giustiniano e la storia della tutela – La media Iurisprudentia e le limitazioni alla legittimazione successoria delle donne – La condizione femminile a Roma: Due norme di Claudio