Una virtù vacillante

Yukio Mishima
SE, pagg.105, Euro 12,00
 
IL LIBRO – La chiave di lettura di “Una virtù vacillante” va ricercata nella fulminante descrizione iniziale della protagonista: «La signora Setsuko Kurakoshi, benché avesse soltanto ventott'anni, era dotata di un'innata sensualità». Yukio Mishima, che provava per le donne un sentimento ambiguo, fatto di orrore e di curiosità, e una sorta di attrazione, mista a disgusto, verso la loro misteriosa carnalità, analizza Setsuko con la spietatezza di un entomologo. Ne scandaglia l'animo, ne esplora il corpo, ne esamina il comportamento, creando il ritratto vivido e affascinante, a valenza universale, di una giovane borghese che, tediata dalla monotonia del matrimonio, si abbandona all'amore per un giovane, trasgredendo ogni regola e rinascendo nell'anarchia dell'eros, fino alla catarsi finale. Mishima analizza e descrive il nucleo segreto dell'universo della sua eroina: il conflitto tra istinto ed etica, tra sentimento e razionalità, il misterioso, indomabile anelito a un amore travolgente, totale, eterno, in cui romanticismo e voluttà siano armoniosamente fusi, e la conseguente intima repulsione per il matrimonio e la maternità, imposti dalla società maschile per incanalare, disperdere, ottundere quegli istinti, quelle energie, quelle fantasie, tipicamente femminili, che potrebbero minacciarla. Setsuko osa infrangere regole e abitudini, si ribella alla vita mummificata che sin lì ha condotto, assapora l'impeto e la sofferenza della passione, ma infine scopre l'ineluttabile verità: l'amante, sebbene al culmine della gioventù e del vigore, è simile al marito e alla gran parte degli uomini, strutturalmente incapaci di corrispondere all'assolutezza dell'amore femminile. Decide dunque di por fine alla relazione che le aveva ridonato gioia e vita, torna a rinchiudersi nel grigiore della prigione matrimoniale, consapevole di esser destinata a divenire «come una statua del suo giardino». “Una virtù vacillante”, pubblicato nel 1957, ebbe un successo tale in Giappone che «vacillare» divenne sinonimo di «cedere alla tentazione dell'adulterio». Mishima, che considerava la morale comune un'antitesi degli istinti naturali e che onorava soprattutto la bellezza, la spontaneità, il coraggio, finisce per amare la sua protagonista, trasformandola da placida giumenta in puledra selvaggia, ardita e irruente, pronta a superare qualsiasi ostacolo nella sua cieca e disperata corsa verso la sconfitta e l'abisso.

DAL TESTO – “Mi domando se mi sia lecito iniziare bruscamente con un’osservazione irriguardosa, ma devo dire che la signora Setsuko Kurakoshi, benché avesse soltanto ventott’anni, era dotata di un’innata sensualità. Cresciuta in una famiglia dell’alta borghesia in cui vigevano rigide norme di comportamento, era assolutamente aliena da ogni succedaneo della sensualità, quali uno spirito investigatore, la logica, l’ironia nella conversazione, la letteratura, e sarebbe dunque più opportuno affermare che fosse semplicemente destinata a divenire una donna docile, irreprensibile, e a fluttuare in un mare di sensualità. Fortunato l’uomo amato da una simile moglie. I Fujii, la famiglia d’ordine di Setsuko, erano benestanti ma privi di spirito. Il padre si assentava sovente per impegni di lavoro. La casa, dominata dalle donne, era costantemente pervasa da risatine e da sussurri, sebbene tra loro il brio tendesse sempre più a rarefarsi. D’altronde tale fenomeno suole accentuarsi in relazione al ceto sociale. Fin da bambina Setsuko si era abituata all’ipocrisia e non si sarebbe neppure sognata di pensare che fosse un male: comunque non ne aveva alcuna colpa. In compenso, grazie all’ambiente in cui era cresciuta, possedeva un gusto raffinato per la musica e per l’abbigliamento. Benché difettasse di brio, il suo eloquio, educato e preciso, che fluiva rapido e forbito, rivelava a un orecchio sensibile l’appartenenza a una famiglia distinta. Era una caratteristica tipica della classe d’origine, che nessun “nuovo ricco”, per quanto si sforzasse, avrebbe saputo imitare. Poiché la semplice assenza di ambizioni può essere considerata una forma di distinzione, in quel periodo Setsuko poteva venir giudicata una donna raffinata. Lo stile è per una donna una splendida alternativa alla bellezza. Infatti gli uomini sono in genere maggiormente attratti dalle donne raffinate, anche se non particolarmente avvenenti, che dalle belle ragazze dei ceti popolari”.

L’AUTORE – Yukio Mishima nacque a Tokyo nel 1925. Si rivelò giovanissimo con il romanzo autobiografico "Confessioni di una maschera" (1949). Scrittore assai prolifico, pubblicò in seguito numerosi volumi di racconti e romanzi. Tra essi ricordiamo "Morte di mezza estate" (1953), "La voce delle onde" (1954), "Il padiglione d'oro" (1956), "Il sapore della gloria" (1963), e la tetralogia del "Mare della fertilità", conclusa nel 1970, anno in cui lo scrittore morì suicida.

INDICE DELL’OPERA – Indice – Una virtù vacillante – Capitolo primo – Capitolo secondo – Capitolo terzo – Capitolo quarto – Capitolo quinto – Capitolo sesto – Capitolo settimo – Capitolo ottavo – Capitolo nono – Capitolo decimo – Capitolo undicesimo – Capitolo dodicesimo – Capitolo tredicesimo – Capitolo quattordicesimo – Capitolo quindicesimo – Capitolo sedicesimo - Capitolo diciassettesimo - Capitolo diciottesimo – Capitolo diciannovesimo - Capitolo ventesimo – Nota biografica – Appendice iconografica