Arditi e legionari dannunziani |
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Ferdinando Cordova | ||||
Manifestolibri, pagg.296, Euro 30,00 | ||||
IL LIBRO – Per il fascismo e per la sua identità gli “arditi” e i “legionari” dannunziani rappresentarono, insieme al combattentismo, uno dei capisaldi, uno dei “miti” fondanti, oltre che un concreto e fondamentale elemento di affermazione; tra il 1919 e il 1922 il fascismo si impose anche grazie alle loro capacità militari e alla carica eversiva e rivoluzionaria di cui erano portatori. Ma tra Mussolini e gli indocili reduci dei reparti d’assalto e dell’impresa fiumana sarebbero poi intervenuti, al di là dell’esaltazione riservata loro dalla retorica del regime, contraddizioni e momenti di attrito, in cui i rapporti furono tutt’altro che semplici. Leggere queste pagine di Cordova, ricche e documentate, significa dunque risalire alle origini del fascismo, alle sue più profonde radici culturali e politiche, al clima sociale e “morale” dell’Italia del primo dopoguerra che contribuì a renderne possibile l’avvento. Rispetto alla sua prima edizione, questo libro non ha perso nulla della sua attualità, nulla della sua capacità di indagare, e di raccontare, uno dei movimenti di più difficile interpretazione della storia italiana. DAL TESTO – “’Arditi e legionari dannunziani’ fu pubblicato, dopo una lunga ricerca, a tale punto degli studi e si esaurì in poco tempo, senza essere più ristampato. Alcuni lo accolsero con sospetto e non senza pregiudizi ideologici, accusandomi di voler accreditare D’Annunzio e il fascismo d’una politica socialista: pensiero che non mi aveva nemmeno sfiorato, in quanto il mio problema era, caso mai, di capire i motivi della crisi del sistema liberale e dei suoi esponenti maggiori. Altri ne sottolinearono la novità; e qui voglio ricordare, in particolare, Leo Valiani, che gli dedicò ampio spazio su «L’Espresso». “Negli anni successivi sono sopraggiunti nuovi studi, che, pur non occupandosi in maniera esplicita del tema, non hanno smentito, mi sembra, i risultati, ai quali il mio lavoro era giunto. Cito, fra i principali, il carteggio D’Annunzio-Mussolini, le opere di De Felice sul testo della Carta del Carnaro e su D’Annunzio politico, gli atti del convegno, tenutosi al Vittoriale nell’ottobre del 1985, l’ampia biografia del poeta, scritta da Paolo Alatri ed il bel contributo di Claudia Salaris, che, riprendendo alcune suggestioni di George Mosse, ha sostenuto, a mio avviso con ragione, che la Fiume dannunziana non fu solo un luogo della politica, ma anche un punto d’incontro di spiriti liberi, capaci di inseguire generose utopie. “A partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, infine, una particolare attenzione è stata rivolta alle formazioni di arditi, che tentarono di opporsi al fascismo, in nome di una ragione di classe. Nel più compiuto, tra gli studi che hanno visto la luce sull’argomento, il suo autore, Eros Francescangeli, dichiara, con un’onestà intellettuale, di cui gli do volentieri atto, il debito iniziale del suo lavoro da questo mio libro. “È naturale, dunque, che, quando gli amici del “manifestolibri” mi hanno proposto una nuova edizione di ‘Arditi e legionari dannunziani’, ormai da tempo introvabile, convinti che sia ancora utile a capire un momento cruciale e complesso della nostra storia recente, ho aderito di buon grado. Il testo, per correttezza, è rimasto così com’era, senza ritocchi o ripensamenti, libero, solo, dai molti refusi che lo gravavano ed accompagnato da un indice di nomi, che rende più agevole consultarlo. Devo dire che, rileggendolo, il quadro degli avvenimenti e delle loro cause, da me allora ricostruito, continua a sembrarmi, anche alla luce di ciò che in seguito è stato stampato, persuasivo. Mi auguro, a maggior ragione, che possa riuscire convincente per lettori, meno coinvolti, a causa del tempo trascorso, in quegli eventi, ma non, per questo, meno interessati alle vicende della democrazia parlamentare in Italia”. L’AUTORE – Ferdinando Cordova è ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha scritto importanti lavori sulla lotta politica e sulla cultura italiana dall’Unità alla Repubblica, tra i quali: “Le origini dei sindacati fascisti”, (Firenze 1990, 1a ed. 1974); “Uomini e volti del fascismo”, Roma 1980; “Massoneria e politica in Italia (1892-1908)”, Roma-Bari 1985; “Alle radici del malpaese. Una storia italiana”, Roma 1994; “Caro Olgogigi. Lettere ad Olga e Luigi Lodi. Dalla Roma bizantina all’Italia fascista (1881-1993)”, Milano 1999; e, con Clemente Gavagna e Mario Themelly, “Le scelte di allora. I militari italiani in Montenegro”, Milano 2001. Di recente, ha pubblicato “Il fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie”, Soveria Mannelli 2003, e “Verso lo Stato totalitario. Sindacati, società e fascismo”, Soveria Mannelli 2005, che ha vinto il premio Bruno Buozzi. Dirige il periodico “Giornale di Storia Contemporanea”. INDICE DELL’OPERA - Prefazione alla nuova edizione - Gli arditi tra guerra e dopoguerra - Gli arditi dal fascismo all’opposizione - La sezione romana e gli arditi del popolo - La federazione nazionale legionari fiumani e l’unione spirituale dannunziana - Appendice - Indice dei nomi |