Fra Ginepro da Pompeiana. Storia di un frate fascista

Alessandro Acito
Prospettiva editrice, pagg.175, Euro 12,00
 
IL LIBRO – Francescano, scrittore, giornalista, oratore di piazza, cappellano militare volontario in Etiopia, Francia e Albania. Quella di fra Ginepro da Pompeiana era una storia sepolta in lettere conservate in vecchi bauli; una storia frammentata tra decine di archivi, ricostruita grazie alle numerose opere autobiografiche e alle testimonianze scritte e orali di chi l'ha conosciuto.
Durante la fallimentare campagna militare in Albania, fra Ginepro fu fatto prigioniero dai greci, consegnato agli inglesi e da questi internato nei campi di concentramento indiani fino alla primavera del 1943, quando fu rimpatriato per uno scambio di prigionieri. Questa esperienza ne esacerbò il senso di missionariato virile, concepito a stretto contatto con i soldati semplici e in generale con le classi sociali più umili, sempre in prima linea, coi suoi sandali, il suo saio e le predicazioni ad exempla, per quell'Italia cristiana e fascista di cui fu acceso sostenitore, tanto che, dopo la deposizione di Mussolini nel luglio 1943, non faticò a riconoscersi nella Repubblica Sociale, nonostante l'apatia delle istituzioni ecclesiastiche. Incaricato da Mussolini di visitare gli ex internati militari italiani in Germania, fra Ginepro, nel biennio della RSI, rappresentò il testimone della crudeltà dei nemici, il "campione di vera italianità" da esibire nelle piazze, sui giornali e alle radio. Ma fu anche speranza per molte famiglie che avevano congiunti tra i dispersi e i prigionieri e contrariamente a figure più politicizzate del clero fascista, fu un vero termometro dell'opinione pubblica. Terminata la guerra, venne incarcerato a Marassi e successivamente costretto alla vita conventuale per alcuni anni sotto il nome di Pio Cappuccino. Autore di decine di pubblicazioni, fra Ginepro può essere considerato uno dei più prolifici autori della memorialistica di parte fascista.

DAL TESTO – “La guerra di fra Ginepro per quasi tre anni fu combattuta contro la propaganda del nemico che dovette apparire necessariamente bugiarda a chi aveva partecipato con forte convinzione alle prime fasi del secondo conflitto mondiale. La vita dei campi indiani apparve come un contrattempo personale, una prova da superare, un esercizio di volontà. I prigionieri, invece di sentirsi come una testimonianza vivente della sconfitta del fascismo, alimentarono la propria fede politica in un processo di continua riqualificazione morale e, data la repressione inglese per qualunque manifestazione fascista, fra Ginepro attinse a piene mani dalla religione che costituiva, a suo avviso, l’altro aspetto dell’unicità del popolo italiano. Ciò provocò non solo l’arroccamento su posizioni acritiche, ma anche il carattere profondamente irrazionale dell’adesione al fascismo. I racconti di quest’esperienza sono ricchi di storie esemplari e allegorici aneddoti che conferirono successivamente un carattere fortemente mistico alle orazioni di fra Ginepro”.

INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Pierfranco Malfettani (Associazione Amici di Fra Ginepro – Genova) – Introduzione – Cap. I: La formazione culturale – Cap. II: Fra Ginepro cappellano militare nella guerra contro l’Abissinia – Cap. III: La partecipazione di Fra Ginepro alla seconda guerra mondiale – Cap. IV: La prigionia di Fra Ginepro dal dicembre ’40 all’aprile ‘43 – Cap. V: Dal ritorno in Italia all’adesione alla Repubblica sociale – Conclusioni - Bibliografia