Il Movimento tradizionalista romano nel Novecento. Studio storico preliminare |
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Renato del Ponte | ||||
Sear Edizioni, pagg.72, Euro 8,00 | ||||
In questo pregevolissimo saggio, il Prof. Renato del Ponte (studioso di storia delle religioni e di simbolismo, direttore della rivista “Arthos”) ripercorre la trama della «corrente tradizionalista romana» nel Novecento, “un’élite che ha in ogni caso lasciato una sua impronta in una certa epoca e che, nell'incertezza del "pensiero debole" attuale, potrebbe ancora essere portatrice di un messaggio radicalmente alternativo, poiché radicalmente (e qui l'espressione va intesa, con coscienza di causa, nel suo pieno valore etimologico, a radicibus) orientata contro gli pseudovalori che reggono la scena del mondo moderno”. L’Autore spiega che “dal punto di vista del tradizionalismo romano l’unità d’Italia – indipendentemente dai modi con cui poté in effetti verificarsi (modi spesso arbitrari e prevaricatori della dignità e delle sacrosante autonomie di diverse popolazioni italiche) e dall’azione di certe forze sospette (carboneria, massoneria e sette varie) che per i loro fini occulti poterono agevolarla – era e rimane condizione imprescindibile e necessaria per ritornare alla realtà geopolitica dell’Italia augustea (e dantesca): quindi per propiziare il rimanifestarsi nella Saturnia tellus di quelle forze divine che ab origine a quella realtà geografica – consacrata dalla volontà degli dèi indigeti – sono legate”. Tra gli esponenti della «corrente tradizionalista romana» figura Leone Caetani duca di Sermoneta, principe di Teano, marito di una principessa Colonna. Pioniere degli studi islamici e deputato al parlamento nei banchi della sinistra, egli – scrive il prof. del Ponte – “sarebbe stato l’autorevole tramite attraverso cui si sarebbero manifestate all’interno della Fratellanza Terapeutica di Myriam […] fondata da Giuliano Kremmerz (cioè Ciro Formisano di Portici) – che la definiva talvolta Schola Italica – determinate influenze derivanti dall’antica tradizione romano-italica”. Un’altra figura di indubbio interesse – oltre, naturalmente, a Julius Evola - è quella che risponde al nome di Arturo Reghini (1878-1946), insigne matematico e filosofo pitagorico. La sua importanza – secondo l’Autore – va ravvisata “nell’attenzione da lui portata allo studio e alla riscoperta della tradizione classica e romana, che gli era stato dato in compito di rivitalizzare «in segreto»”. Nell’ambito della «corrente tradizionalista romana», Reghini si inseriva nel filone “orfico-pitagorico”, che – pur non potendosi identificare con il filone centrale della tradizione romana – rappresentava comunque un corollario concentrico e un’espressione validissima, ancorchè periferica, della stessa. “Il nucleo della tradizione romana – osserva però Renato del Ponte – è altra cosa: può includere tutto ciò, ma al tempo stesso ne è al di sopra nella sua essenza originaria. Per cercare di comprendere la cosa, si dovrà riflettere sul simbolismo e sulla funzione del dio Giano, non per caso divinità unica e propria della sacra terra laziale”. “Il futuro – si legge nell’epilogo del saggio – dimostrerà se la funzione di questa minoranza (ben cosciente di esserlo) si limiterà ad una pura e semplice azione di testimonianza, sia pure «scomoda» per molte cattive coscienze. Il «mito capacitante» di Roma, come l’antica fenice, è destinato a risorgere continuamente dalle sue ceneri, poiché riposa nella mente feconda degli dèi archegeti di questa terra”. “Il Movimento tradizionalista romano nel Novecento” può essere acquistato presso le Edizioni Sear (via Statale, 11/D-1 - 42013 Casalgrande (Reggio Emilia) – tel. e fax 0522 999170 – posta elettronica: info@searedizioni.it). |