Il Papiro di Dongo

Luciano Canfora
Adelphi Edizioni, pagg.812, Euro 32,00
 
IL LIBRO – Questo libro racconta una passione intellettuale che si tramuta in cupo odio razziale; racconta la vicenda di una grande studiosa ebrea, Medea Norsa, spinta ai margini del mondo universitario. E racconta la ferocia che può sprigionarsi da un testo: un papiro greco di enorme rilievo, conteso sin dal momento della sua scoperta ad opera di Evaristo Breccia, responsabile dei nostri scavi e, insieme, funzionario egiziano. Erano gli anni della giovane e non incontrastata presenza italiana in Egitto. Dopo promesse e rinvii, il prezioso testo alla fine fu reso noto sul quotidiano del Duce, nei giorni sospesi e distratti dell'agosto 1939. Artefice del colpo di teatro fu Goffredo Coppola, che in quel quotidiano era di casa. Nella tormenta della guerra e della guerra civile, il papiro sembra perduto, e il suo ostinato detentore, fucilato a Dongo coi gerarchi in fuga, finisce a Piazza Loreto. La imprevista risoluzione del dramma avverrà nei tesi e rancorosi tempi dell'immediato dopoguerra. Riappare allora il papiro, dov'era ovvio aspettarselo. E incomincia una seconda vita: al centro di una vicenda in cui si ravvisano le ferite e le ipocrisie del postfascismo, le tortuosità e lo smarrimento dei grandi protagonsiti dell'Università italiana. «Tutto cambiò dopo la sconfitta, quando si costituirono, in fretta, nuove vulgate. Nella rilettura postebellica della guerra civile italiana, Coppola divenne, per i suoi ex camerati, un santino tutto studi e patria, lontano da ogni vero impegno politico, e invece per il tardivo antifascismo dei suoi ex sodali (rimasti per lo più al vertice della cittadella universitaria) egli divenne una non-persona. Questo produsse una duplice cancellazione dello studioso, da parte neofascista quella sua imbarazzante, allucinante, azione e parola politica. Inaccettabile la cancellazione del suo ruolo politico, che invece fu di prima fila; inaccettabile la cancellazione dello studioso, il cui lascito subì una dilapidazione che questo libro cerca almeno in parte di ricostruire».

DAL TESTO – “In questa storia le generazioni per così dire si inseguono ed il loro incalzante susseguirsi diviene al tempo stesso specchio e causa del mutamento. Se Vitelli poteva guardare al fascismo con distaccato apprezzamento (mai con adesione: rivendicò da vecchio parlando ai normalisti di poter entrare nell’Università anche senza sentir dentro di sé “l’anima fascista”), la generazione dei Pasquali, dei Vogliano, dei Funaiolo ebbe altro animo e tenne diversa condotta: era già adulta quando scoppiò la Grande guerra, ed era perciò troppo adulta per sentire nel ’22-’26 autentico entusiasmo verso il fascismo, nondimeno ritenne che appartarsi significasse uscire troppo presto di scena, e che “servirlo” fosse indispensabile per contare; e così fece. La generazione seguente, invece, quella dei nati al passaggio tra i due secoli (i Coppola, i Magliaro, i Pighi, i Perrotta, i Diano ecc.), suppergiù ventenne negli anni tra la marcia su Roma e le leggi ‘fascistissime’, “si identificò” col fascismo, che considerò la “sua” rivoluzione”.

L’AUTORE – Luciano Canfora (Bari, 5 giugno 1942) è un filologo classico, storico e saggista italiano. È tra i maggiori studiosi mondiali dell'antichità greca e romana. Dopo la laurea in Storia romana conseguita nel 1964 e la successiva specializzazione con il perfezionamento in Folologia classica alla Normale di Pisa, ha iniziato la carriera universitaria come assistente di storia antica, e successivamente di letteratura greca. Attualmente è professore ordinario di Filologia greca e latina presso l’ Università di Bari e direttore scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. È membro dei comitati direttivi di varie riviste, come Limes, il Journal of Classical Tradition di Boston e la spagnola Historia y critica. Dirige inoltre la rivista Quaderni di Storia e la collana di testi La città antica. È uno scrittore molto prolifico: molti dei suoi libri sono stati tradotti in USA, Francia, Inghilterra, Germania, Grecia, Olanda, Brasile, Spagna, Repubblica Ceca. Le sue pubblicazioni trattano di storia e politica dall'età antica all'età contemporanea. Collabora con il “Corriere della sera”.

INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Ringraziamenti – I. Tra Vitelli e Romagnoli – II. Papiri bolognesi – III. “Cratino fa il giro del mondo”: caccia al papiro – IV. La “scellerata intervista” – V. Del buon uso della propaganda: La ‘battaglia’ dei papiri – VI. La cantina di Callimaco – VII. Abu Teir – VIII. I benefici effetti della tomba del santone – IX. Se sia più nobile scavare o acquistare – X. “Dopo Abu Teir c’è Hibeh!” – XI. “Opere storiche non altrimenti note” – XII. Coppola tenta l’edizione – XIII. L’edizione Graziani – XIV. “Sileno” – XV. “Il papiro è sempre qui” – XVI. Divisi dalla “razza” – XVII. La ‘missione’ mai fatta: e “il prof. Boglan ne approfitta” – XVIII. “Pagine inedite di uno storico greco” – XIX. Verso nuove alleanze – XX. “Per rendere cortese omaggio agl’Inglesi” – XXI. Le “idee sbagliate” di un giovane littore – XXII. Il papiro resta a Bologna – XXIII. “Rex et Imperator” – XXIV. «Achille Vogliano con amorosa cura di filologo» - XXV. Ricominciare – XXVI. Stalingrado e ritorno – XXVII. “Lo piango come uno degli eletti della mia scuola” – XXVIII. Rettore – XXIX. L’uomo dei tedeschi – XXX. A precipizio – XXXI. Fräulein Müller – XXXII. Dispersione di un lascito – XXXIII. La cattedra – XXXIV. Dov’è il professor Vogliano? – XXXV. Il papiro ritrovato – XXXVI. C’era anche altro – XXXVII. Storia di PSI XIII.1 – XXXVIII. L’edizione: il ritorno di Vogliano – XXXIX. Del cascar dalle nuvole – XL. “Sto ristampando le Elleniche” - XLI. L’ultima battaglia di Medea Norsa – XLII. Un concorso memorabile – XLIII. La “notizia riservatissima” – XLIV. Exitus – XLV. Vicenda delle carte Graziani – L’ultimo saluto – Appendice – Abbreviazioni e opere citate – Fonti delle illustrazioni – Indici