Palestina Anno zero

Roberto Coramusi - Gabriele Natalizia
Edizioni Kappa, pagg.167, Euro 12,50
 
IL LIBRO – Nel panorama accademico internazionale si stanno affacciando, non senza fatica, studi che cercano di proporre una visione interdisciplinare della realtà, pur nel rispetto dei singoli ruoli in ambito scientifico. I nuovi scenari politici, culturali, storici, geografici, linguistici, comunicativi e tecnologici, hanno determinato la necessità di approcci innovativi che consentono, partendo delle conoscenze acquisite, di trovare nuove chiavi di lettura per gli avvenimenti e i fenomeni che stanno investendo il cosiddetto villaggio globale. Da queste considerazioni muovono i loro passi che possiamo definire le “nuove scienze”. L’economia, i mercati, le guerre, i confini ridisegnati in funzione di valori politici o religiosi, i nuovi modelli comunicativi figli di recenti tecnologie, le problematiche relative alla devianza ed alla costruzione di nuovi modelli di società, fenomeni da comprendere grazie alla linguistica, alla psicologia, alla sociologia, alla politica, alla comunicazione, alla geopolitica. Questa collana si prefigge di raccogliere i contributi che studiosi di diversa estrazione stanno fornendo in vista dello sviluppo e della divulgazione delle “nuove scienze”.
Il ritiro unilaterale dell'esercito israeliano da Gaza, la malattia di Sharon, la crisi di al-Fatah, la vittoria di Hamas alle elezioni palestinesi hanno rimescolato le carte in quella che ormai sembrava una partita senza esito. Il susseguirsi frenetico degli eventi che ha contraddistinto la storia recente della Terra Santa impone dunque una riflessione sulle basi che si stanno ponendo per arrivare, o almeno si spera, a una pace stabile. Il mondo intero è chiamato a dare un impulso decisivo al dialogo, in palio c'è la sicurezza nella regione, ma non solo. Sul tavolo della storia ci sono antichi nodi da sciogliere e nuove tensioni da stemperare: il terrorismo, la questione demografica, il controllo delle frontiere, l’approvvigionamento dell’acqua, la costruzione del muro, delle strategie diplomatiche contrastanti, il diritto al ritorno dei profughi. E' arrivato il momento di tracciare quel confine che non si è mai riusciti a indicare.

DAL TESTO – “Per comprendere le ragioni di una profonda sedimentazione di odio il primo fattore da analizzare è il flusso verso la Palestina dell’emigrazione sionista consolidatasi negli anni ’30 prima di divenire ancora più ingente. L’idea di costruire uno Stato ebraico nella terra dei padri della Bibbia, così come volevano i postulatori del movimento sionista, trae spunto dalle vicende del popolo di David che, nonostante la diaspora, ha continuato a mantenere una chiara identità-religiosa. Il sionismo, concezione di Teodoro Herzl, propugnava la netta separazione tra gli arabi ed il futuro popolo d’Israele, contrariamente alle tendenze più vive delle democrazie occidentali che erano per lo più favorevoli all’integrazione. È iniziata così, fino allo scoppio della Prima Guerra mondiale, una crescente immigrazione ebraica in Palestina con l’acquisto di terre, tanto è vero che la fondazione della città di Tel Aviv risale al 1902”.

GLI AUTORI – Roberto Coramusi, giornalista esperto di politica internazionale, membro del Comitato di Redazione della Rivista di Geopolitica ‘Imperi’, collabora con quotidiani e mensili nelle pagine dedicate alla politica estera.
Gabriele Natalizia, giornalista e docente di Geopolitica presso la Libera Università degli Studi San Pio V, collabora con quotidiani e mensili nelle pagine dedicate alla politica estera e coordina il centro studi ‘www.geopolitica.info’.

INDICE DELL’OPERA – Introduzione. Alcuni cenni sul confine che non c’è – Capitolo I. Il conflitto nella storia – Capitolo II. L’anno della svolta? – Capitolo III. Cittadini e apolidi – Capitolo IV. Nuove strategie geopolitiche – Bibliografia