Platone politico

Giorgio Colli
Adelphi, pagg.163, Euro 12,00
 
IL LIBRO – «È difficile trovare nella storia della filosofia un uomo che presenti una varietà e una ricchezza di pensiero quale Platone ci offre nelle sue opere; in lui confluiscono e si unificano tutte le creazioni spirituali del V e VI secolo, filosofia, arte e religione. Pure questa unificazione non poteva essere completa, dal momento che per la stessa ricchezza della sua sensibilità si affermavano in lui tendenze addirittura contraddittorie fra loro». Con queste parole Giorgio Colli apre il suo primo scritto, quel “Platone politico” che confluirà poi nella sua tesi di laurea. Ha solo vent’anni – è il 1937 –, ma non teme di confrontarsi subito con uno dei temi capitali della storia della filosofia antica, e perentoriamente addita la strada che intende percorrere: «Un’unica soluzione sembra presentarsi al critico; interpretare Platone storicamente, ossia spiegare queste sue apparenti contraddizioni come successive fasi del suo sviluppo spirituale». E nelle pagine che seguono, sorprendenti per acribia e maturità di pensiero, già risuona l’inconfondibile timbro dell’argomentare di Colli, e si delinea un percorso di fondamentale importanza, dove la ricerca teoretica è inseparabile da quella filologico-storica.

DAL TESTO – «Lo Stato viene ad essere come un’espansione dell’individuo, come un individuo ingrandito, e da questa sistemazione trae grande vantaggio anzitutto il problema morale; la virtù del singolo è la virtù dello Stato, la morale coincide con la politica. La nuova concezione dell’anima gli dà inoltre modo di emanciparsi definitivamente dalla tesi socratica dell’unicità della virtù riconducentesi alla conoscenza; ora la virtù oltre che sulla conoscenza si basa sulle distinzioni naturali nell’anima stessa o nei diversi uomini, e così nasce una pluralità di virtù, o dovute alle funzioni caratteristiche di queste facoltà naturali, come la sapienza e il coraggio, o risultanti da relazioni tra queste parti stesse, come la temperanza e la giustizia. Anche la teoria dell’educazione riceve una definitiva sistemazione attraverso le due tripartizioni; la terza classe viene a questo riguardo assolutamente scartata e la seconda, che ha per carattere distintivo il thymós e per virtù il coraggio, non è più la classe educata musicalmente dei Pitagorici, ma rivela l’evoluzione in una classe militare.»

L’AUTORE – Giorgio Colli (1917-1979), noto per l’edizione critica delle opere di Nietzsche curata con Mazzino Montinari, fu storico della filosofia antica e coltivò ad un tempo la ricerca storico-filologica e l’impegno teoretico. Lo testimoniano gli appunti raccolti nel volume “La ragione errabonda (1955-1977)” e “Filosofia dell’espressione” (1969), editi da Adelphi. La stessa casa editrice ha pubblicato anche i tre volumi su “La sapienza greca” e altri saggi importanti (“Gorgia e Parmenide”; “Zenone di Elea”; “La natura ama nascondersi”; “La nascita della filosofia”; “Per una enciclopedia di autori classici”; “Scritti su Nietzsche”; “Dopo Nietzsche”).

INDICE DELL’OPERA – Nota del Curatore – I. Lo stato ideale – II. La fase ulteriore della politica platonica – Appendice – Primo piano-sommario – Secondo piano-sommario – Note – Sigle e abbreviazioni - Fonti