Cuori totalitari Stampa

Roberto Festorazzi

Cuori totalitari
Intrighi & sentimenti nell'Italia di Mussolini


Pietro Macchione Editore, pagg.160, € 20.00

 

festorazzi cuori  Nel panorama sempre più ricco e stratificato della storiografia sul Fascismo, "Cuori totalitari" di Roberto Festorazzi rappresenta un'opera singolare e coraggiosa. Il volume si inserisce, con piglio originale e acume interpretativo, in quel filone di studi volto a indagare la pervasività ideologica del Regime fascista ben oltre le tradizionali categorie della politica, dell'economia e della propaganda, addentrandosi invece nel territorio intimo e quasi inesplorato degli affetti, delle relazioni familiari, dell'amore. Con questo volume, Festorazzi restituisce al lettore una dimensione del Ventennio tanto trascurata quanto rivelatrice, mostrando come il Fascismo abbia modellato anche la sfera privata.

  L'opera si articola intorno a due vicende emblematiche, entrambe esemplari nella loro capacità di illustrare l'intreccio tra dominio politico e vita personale. Il primo caso riguarda un giovane figlio naturale, nato da una relazione extraconiugale di un borghese benestante, che si trova a dover fronteggiare l'emarginazione inflitta dal padre biologico. La sua battaglia per il riconoscimento e la giustizia assume contorni quasi epici quando si appella direttamente a Benito Mussolini. La mediazione dell'avvocato Pier Amato Perretta - figura tragica e nobile, antifascista costretto all'esilio dalla magistratura, poi martire della resistenza - conferisce al caso una potente risonanza simbolica. Il Duce, nella narrazione ricostruita da Festorazzi attraverso documenti e testimonianze d'archivio, indossa la maschera di giudice supremo, calandosi nel ruolo del dispensatore di giustizia, affermando così, anche nei drammi domestici, la centralità della sua figura carismatica.

  La seconda e più articolata vicenda, invece, si incentra sulla figura di Adriana Farinacci, figlia di Roberto Farinacci, tra i più intransigenti gerarchi fascisti. La storia d'amore clandestina tra Adriana e Palmiro Mola, farmacista di Cremona, diventa lo specchio delle logiche repressive del Regime, che si riflettono nel microcosmo familiare con inquietante precisione. Festorazzi, grazie al ritrovamento e alla pubblicazione di un carteggio inedito - oltre seicento lettere - mette in luce un vero e proprio sistema di sorveglianza e coercizione affettiva orchestrato da Farinacci padre, che arriva a utilizzare strumenti di polizia, intercettazioni e pressioni istituzionali per impedire l'unione della figlia con un uomo non ritenuto all'altezza del rango ideologico e sociale imposto dalla visione fascista. La dimensione totalitaria si manifesta, qui, non solo nel controllo, ma nell'imposizione di un'ideologia dell'amore e della famiglia in chiave patriarcale e gerarchica.

  Ciò che colpisce è il paradosso conclusivo: dopo anni di segregazione, minacce e umiliazioni, il matrimonio tra Adriana e Palmiro verrà infine celebrato nel 1938 con sfarzo e consenso, trasformato in cerimonia pubblica, in spettacolo di consenso al Regime. Più ancora, il travisamento della violenza subita - con Adriana che, anziché condannare il padre, ne perpetua la memoria con atteggiamento quasi devoto - suggerisce l'interiorizzazione profonda delle dinamiche oppressive del fascismo, non solo a livello collettivo, ma anche nei cuori e nelle coscienze individuali.

  Lo stile di Festorazzi si distingue per rigore documentario e vivacità narrativa. L'autore riesce a mantenere un equilibrio delicato tra la narrazione storica e la ricostruzione empatica degli eventi, senza mai cedere alla retorica o all'aneddotica. La sua lunga esperienza giornalistica emerge in una prosa densa, ma accessibile, capace di tenere viva l'attenzione del lettore anche nei passaggi più tecnici. La ricerca archivistica - che si avvale di materiali inediti, come il carteggio Farinacci - rappresenta uno dei punti di forza dell'opera, contribuendo ad arricchire il quadro storiografico con elementi nuovi e preziosi.

  Dal punto di vista metodologico, il libro si colloca in dialogo con la microstoria e la storia culturale, senza però disdegnare incursioni nella psicologia del potere e nella sociologia dei sentimenti. L'indagine sulla "totalitarizzazione" degli affetti - termine scelto con cura e carico di implicazioni - permette di riflettere non solo sulla natura del Regime fascista, ma anche su questioni più ampie e trasversali, quali l'autonomia dell'individuo in contesti autoritari, la manipolazione emotiva da parte dello Stato, e la resilienza (o l'adesione) dei soggetti alle logiche del potere.

  "Cuori totalitari" è, dunque, un saggio che coniuga con intelligenza la divulgazione colta e la ricerca storica, offrendo uno spaccato inedito dell'Italia fascista. Festorazzi ci invita a guardare oltre i grandi eventi e le figure istituzionali, per scoprire come il Regime si sia insediato nei legami più profondi, nel tessuto emotivo della società. Un contributo importante, che arricchisce non solo la storiografia sul Fascismo, ma anche la riflessione sul rapporto tra potere e affettività in ogni epoca.