Mussolini architetto. Propaganda e paesaggio urbano nell'Italia fascista Stampa

Paolo Nicoloso

Mussolini architetto. Propaganda e paesaggio urbano nell'Italia fascista

Einaudi Editore, pagg.320, Euro 32,00

 

mussoliniarchitetto.jpg  IL LIBRO – Nel corso degli anni Trenta un instancabile Mussolini percorre in lungo e in largo l'Italia inaugurando centinaia di opere architettoniche. È un attivismo progettuale che assegna un ruolo privilegiato alla città di Roma, dove non c'è opera importante di cui il Duce non abbia visitato il cantiere o esaminato il progetto, ma che dissemina tutto il paese di una miriade di simboli di pietra, icone del patto politico da lui stretto con il suo popolo. Tra viaggi, visite ai cantieri e udienze a Palazzo Venezia, Mussolini viene personalmente a contatto con centinaia di volenterosi architetti scesi in lizza per dar forma ai palazzi e alle piazze del Regime, con i quali ingaggia un fitto e riservato dialogo anche a colpi di matita.

  Verso la fine del Ventennio Mussolini coglie con sempre maggior chiarezza il ruolo centrale che l'architettura può svolgere nel processo di costruzione della nuova civiltà fascista. L'esito piú imponente è l'E42, la nuova città alle porte di Roma: straordinaria impresa non solo architettonica che mobilita l'intera nazione e che nella sua trama di archi e colonne interagisce con i miti del Fascismo e della sua romanità. Sarà quello il modello per l'ultima stagione di interventi edilizi che il Fascismo progetterà per la capitale e per altre città italiane.

  Il frenetico attivismo architettonico di Mussolini. La corsa a disseminare l'Italia di simboli di pietra ad uso del regime e della costruzione dell'uomo nuovo fascista, sullo sfondo di un'incredibile sfida a Hitler e all'egemonia dell'architettura nazionalsocialista.

  Non è vero che Mussolini non abbia avuto una politica architettonica. Dalla metà degli anni Trenta nuovi e imponenti palazzi pubblici, accanto ai monumenti antichi e gloriosi, costituiscono lo scenario per il suo piú ambizioso progetto politico e antropologico: la creazione dell'uomo nuovo fascista, stirpe rinnovata di italiani guerrieri e costruttori. L'architettura diviene simbolo dell'identità della nazione, efficace dispositivo capace di suggestionare le masse, inculcare i miti, modellare il carattere delle generazioni. Nata per durare, l'architettura mussoliniana si propone di tramandare ai posteri i valori della civiltà fascista allo scopo di ipotecare la costruzione dell'identità nazionale per le epoche che verranno. Compresa la nostra.

 

  DAL TESTO – “Nel 1932, celebrando il decennale del fascismo al potere, il regime vuole mostrare un consuntivo esaltante del proprio operato. Le opere realizzate, o in corso d’opera, devono “consacrare” i progressi della “nazione operante”. Ai gesti inaugurali il duce alterna discorsi politici, dando vita a una storia di relazione immaginaria con le masse. La folla, a cui direttamente si rivolge in un dialogo falsato, lo segue entusiasta. Brevi domande e corali risposte monosillabiche trasformano quella marea incomposta in una massa compatta, in una coerente forza politica. Affascinata e ipnotizzata dalla sua abilità oratoria, dall’eloquio secco, teso, e deciso, dalla suggestione delle immagini evocate, la folla viene trascinata nell’illusione euforica di vivere assieme al suo leader da assoluta protagonista il tempo presente, elevato a una dimensione mitica, in continuità con la storia gloriosa del passato. E dalle parole pronunciate sull’arengo delle piazze gremite si passa ai fatti concreti, ai cantieri aperti, alle opere costruite, chiaro segnale di una politica, che vuole apparire allo stesso tempo, paradossalmente, anti-ideologica e pragmatica”.

 

  L’AUTORE – Paolo Nicoloso (Buja, 1957) insegna Storia dell’architettura alle Università di Trieste e di Udine. Studioso di storia dell’architettura italiana del Novecento, ha pubblicato tra l’altro Gli architetti di Mussolini (1999) e Il trionfo della miseria (1995, con Andrea e Elisabetta Molteni). Ha curato con Ferruccio Luppi Il pianto Fanfani in Friuli (2001).

 

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Ringraziamenti – Abbreviazioni – I. I viaggi tra le architetture – 1. Il mito del duce inauguratore – 2. Costruire e combattere – 3. Architetture per “durare” – 4. Nella città del fascismo primogenito – 5. Architetti al seguito del capo – II. La Roma mussoliniana – 1. La terza Roma – 2. Demolire senza indugio – 3. L’occhio vigile – 4. Visite nei cantieri romani – 5. Tramandare il fascismo con l’architettura – 6. Roma, il “regno dell’imprevisto” – 7. Roma e Berlino: un’azione parallela – 8. L’asse imperiale nord-sud – III. A Palazzo Venezia – 1. Il successo della Mostra della rivoluzione fascista – 2. Restaurare Augusto – 3. Dubbi su Terragni – 4. Il diniego all’architettura megalomane di Brasini – 5. Sviste mussoliniane – 6. Architetture per una politica di dominio – 7. I suggerimenti di Ponti – 8. Gli architetti devono dare a Cesare quel che è di Cesare – 9. Moretti al posto di Piacentini? – IV. Nei panni dell’architetto – 1. Il duce approva – 2. L’uomo delle direttive – 3. Con in mano la matita – 4. Consigli agli architetti – 5. Avanti a zig-zag – 6. “Io mi intendo di architettura” – V. Piacentini e Mussolini – 1. L’architetto dell’ordine littorio – 2. Un rapporto privilegiato – 3. L’impegno per il partito – 4. Fianco a fianco – 5. Elogio della “costanza organizzativa” – VI. Architetture verso uno stile – 1. Nella città universitaria di Roma – 2. La “vita attuale” esige “indirizzi unitari” anche in architettura – 3. L’E 42 e il problema dello stile – 4. La svolta verso il classicismo – 5. All’E42 “si costruisce storia” – 6. La sfida a Terragni, il silenzio di Pagano, il dissenso di Bottai – VII. L’accelerazione totalitaria e l’architettura – 1. Un’architettura per i miti dello Stato totalitario – 2. L’unitarietà architettonica di Piacentini – 3. Per la Roma imperiale – 4. La Variante per Roma del 1941 – 5. Il piano imperiale di Hitler per Berlino – 6. Per la Milano imperiale – 7. Un’“unità di indirizzi” nazionale – 8. Un monopolio privato in regime totalitario – Epilogo – Indice dei nomi e degli argomenti – Indice dei luoghi