La Santa Sede e la questione ebraica (1933-1945) Stampa E-mail

Alessandro Duce

La Santa Sede e la questione ebraica (1933-1945)

Edizioni Studium, pagg.430, Euro 39,00

  IL LIBRO – Viene offerta in queste pagine una visione ampia, complessiva dell'opera svolta dalla Santa Sede e dalle sue strutture diplomatiche nel periodo che va dall'ascesa al governo dei Nazionalsocialisti al 1945; un "decennio" molto tormentato delle relazioni europee e internazionali. La questione razziale e il problema ebraico occupano un posto di rilievo nell'azione vaticana nell'intero arco di tempo in questione. C'è peraltro da osservare che questa presenza è caratterizzata da una continua evoluzione nei diversi teatri geografici e temporali. Per favorire una conoscenza più completa dei fatti e dei protagonisti, tenendo conto della vastissima letteratura esistente, ma al di là di interpretazioni strumentali spesso contrapposte, l'Autore ha inteso compiere uno sforzo per ritornare ai documenti, sia a quelli editi che a quelli contenuti negli archivi e mai pubblicati: troppi sono stati utilizzati parzialmente, spesso in modo non corretto, a volte ignorati del tutto. Il confronto della Chiesa con il Terzo Reich che avanza in Europa è analizzato su questa base paese per paese, in pagine spesso impressionanti. Ne risulta un libro coinvolgente, che fa giustizia di posizioni preconcette e getta luce sul dibattito storiografico relativo a un periodo complesso e drammatico della nostra storia.

  DAL TESTO – “Occorre anche dire che la continuità ininterrotta della linea che collega Pio XI al suo predecessore Benedetto XV, nonché l'insistenza e la coerenza con le quali vengono presentate le idee di allontanamento dal nazionalimperialismo in forza dell'universalità del cristianesimo non restano isolate al vertice ma si espandono a macchia d'olio nella società cristiana, anche grazie al progresso delle idee democratiche generato dall'esito della guerra. Particolarmente notevole è la loro diffusione tra i cattolici tedeschi. Contrariamente a quanto avviene in Francia, dove l’esprit de revanche dura più a lungo anche tra i cattolici, obbligando ad un certo punto lo stesso vertice della Chiesa ad intervenire contro l’Action Francaise che lo aumenta, in Germania, tra il 1922 e il 1924, il rapporto tra le correnti ideologico-politiche si modifica in direzione sempre più favorevole alla pace e all'eguaglianza tra i popoli. Fin dal 1919, infatti, si costituisce in Germania il Friedensbund Deutscher Katholiken (Lega di pace dei cattolici tedeschi). I suoi modesti inizi sono presto compensati dalla crescita ininterrotta negli anni seguenti. Significativamente, la Lega si distingue non solo per la chiarezza ma anche per la radicalità delle sue posizioni, evidenziate dallo statuto emanato nel 1924. Nel preambolo che contiene le dichiarazioni di principio esso si richiama «alle norme fondamentali prescritte da Benedetto XV», secondo cui «il precetto evangelico dell'amore fra gli individui non si differenzia punto da quello che deve correre tra Stati e popolazioni»: pertanto rigettava «la doppia morale nella vita economica e nella vita sociale delle nazioni». Lo statuto non teme neppure di usare con onore il termine "pacifismo", che allora, e per molto tempo ancora per la prevalenza della cultura nazionalimperialistica, ha significato decisamente negativo nella circolazione delle idee. Pertanto si auspica in esso che da questo pacifismo apertamente proclamato debbano scaturire «una politica risolutamente fondata sulla pace universale» e la condanna «di ogni tentativo atto a risolvere le tensioni politiche per mezzo della guerra». Conscio della loro potenziale efficacia, il documento, nella sua conclusione, si appella anche ai mezzi di comunicazione di massa quali la radio e i giornali, «affinché si facciano interpreti di riconciliazione e di pace tra le nazioni, opponendosi a qualsiasi politica nazionalistica e militaristica»”.

  L’AUTORE – Alessandro Duce, nato a Parma nel 1941, è professore straordinario di Storia delle relazioni internazionali nelle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche ed Istituzioni europee dell'Università di Parma. Collabora con diverse riviste nazionali ed estere. Ha pubblicato, fra l'altro, i volumi: “Considerazioni sul Canale di Suez nella politica internazionale dal 1869 ad oggi”, Milano 1968; “La crisi bosniaca del 1908”, Milano 1977; “L'Albania nei rapporti italo-austriaci (1897-1913)”, Milano 1983. “Nelle nostre edizioni figura il volume PIO XII e la Polonia” (1939-1945), 1997.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Introduzione, di Danilo Veneruso – I. Santa Sede, persecuzione religiosa, antisemitismo. 1933-1939 – II. Legislazioni razziali, trasferimenti, emigrazione – III. La guerra in Europa: settembre 1939 – IV. Conflitto a oriente: giugno 1941 – V. La soluzione finale – VI. La conclusione del conflitto (1944-1945) – Indice dei nomi