Le origini del totalitarismo Stampa E-mail

Hannah Arendt

Le origini del totalitarismo

Einaudi, pagg.792, Euro 32,00

 

arendt_origini.jpg  IL LIBRO - Le origini del totalitarismo (1951) è un classico della filosofia politica e della politologia del Novecento. Per la Arendt il totalitarismo rappresenta il luogo di cristallizzazione delle contraddizioni dell'epoca moderna e insieme la comparsa in Occidente di un fenomeno radicalmente nuovo. Le categorie tradizionali della politica, del diritto, dell'etica e della filosofia risultano inutilizzabili; quanto avviene nei regimi totalitari non si può descrivere nei termini di semplice oppressione, di tirannide, di illegalità, di immoralità o di nichilismo realizzato, ma richiede una spiegazione «innovativa». Lungi dal presentare una struttura monolitica, l'apparato istituzionale e legale totalitario deve rimanere estremamente duttile e mobile, al fine di permettere la piú assoluta discrezionalità. Per questo gli uffici vengono moltiplicati, le giurisdizioni tra loro sovrapposte e i centri di potere continuamente spostati. Soltanto il capo, e una cerchia ristrettissima di collaboratori, tiene nelle sue mani gli ingranaggi effettivi della macchina totalitaria. Nelle Origini tale macchina viene smontata e analizzata pezzo per pezzo: i metodi propagandistici, le formule organizzative, l'apparato statale, la polizia segreta, il fattore ideologico e, infine, il campo di sterminio, istituzione suprema e caratteristica di ogni regime totalitario.

 

  DAL TESTO - "La differenza fondamentale tra le forme totalitarie e quelle tiranniche tradizionali è che il terrore non viene più usato principalmente come un mezzo per intimidire e liquidare gli avversari, ma come uno strumento permanente con cui governare masse assolutamente obbedienti. Il terrore moderno non aspetta, per colpire, la provocazione degli oppositori, e le sue vittime sono perfettamente innocenti anche dal punto di vista del persecutore. Se ne è avuta la prova in Germania nel caso degli ebrei, che sono stati perseguitati senza che ci si curasse delle loro opinioni o azioni. Qualcosa di analogo si è potuto osservare in Russia, ma la situazione era più confusa. Da un lato il regime staliniano, a differenza dei nazisti, non ha mai ammesso che le epurazioni si svolgessero in base a percentuali predeterminate e avessero ben poco a che fare con la condotta dei colpiti; ciò può apparire ipocrisia, ma i nazisti, fatto caratteristico, non l'hanno mai ritenuta necessaria. Dall'altro, la prassi staliniana si è spinta un po' più in là: l'arbitrarietà della scelta delle persone da colpire non era limitata nemmeno dalle considerazioni razziali, mentre le vecchie differenze di classe erano di fatto state eliminate, di modo che chiunque poteva d'improvviso diventare vittima del terrore poliziesco. Non ci occupiamo qui delle conseguenze di tali metodi, per cui nessuno, neppure l'esecutore, può esser libero dalla paura, bensì soltanto dall'arbitrarietà con cui vengono scelte le vittime; a questo riguardo è decisivo che obiettivamente, anche dal punto di vista del persecutore, esse siano innocenti, che la loro sorte non abbia alcun rapporto con quanto possono aver pensato, fatto od omesso di fare".

 

  L'AUTRICE - Hannah Arendt (1906-75) fu allieva di Heidegger, Bultmann e Jaspers. Emigrata a Parigi all'avvento del nazismo, nel 1941 si trasferí negli Stati Uniti; docente all'università di Chicago, a Berkeley, Princeton e, dal 1967, alla New School for Social Research di New York è autrice di numerose opere, tra le quali ricordiamo: Le origini del totalitarismo (Einaudi 2009), Responsabilità e giudizio (Einaudi 2004), Lettere (con Martin Heidegger, Comunità 2001), Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945 (Comunità 2002), Che cos'è la politica? (ivi 2001) e Sulla rivoluzione (ultima edizione «Piccola Biblioteca Einaudi», 2009).

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione, di Alberto Martinelli - Le figure del male, di Simona Forti - Prefazione - Prefazione alla prima edizione - Parte prima. L'antisemitismo - I. L'antisemitismo e il buon senso - II. Gli ebrei e lo stato nazionale - III. Gli ebrei e la società - IV. L'affare Dreyfus - Parte seconda. L'imperialismo - V. L'emancipazione politica della borghesia - VI. Le teorie razziali prima dell'imperialismo - VII. Razza e burocrazia - VIII. L'imperialismo continentale e i pan-movimenti - IX. Il tramonto dello stato nazionale e la fine dei diritti umani - Parte terza. Il totalitarismo - X. Il tramonto della società classista - XI. Il movimento totalitario - XII. Il regime totalitario - XIII. Ideologia e terrore - Bibliografia - Indice analitico