Trattato sulle virtù Stampa

Giorgio Gemisto Pletone

Trattato sulle virtù
 Testo greco a fronte

(a cura di Moreno Neri)

Bompiani, pagg.738, Euro 18,00

 

pletone_trattato  IL LIBRO – Giorgio Gemisto Pletone (1355 ca.-1452) fu una delle figure più importanti e prestigiose del crepuscolo di Bisanzio. Consigliere degli ultimi imperatori di Costantinopoli e dei despoti di Morea, creò un circolo esoterico, sul modello dell’antica Accademia di Platone, la cui opera fu di fondamentale importanza per il Rinascimento occidentale. A Firenze l’ultraottuagenario Pletone trovò un ambiente intellettuale dominato dall’aristotelismo, ma che aveva un ardente desiderio di saperne di più su Platone, che si conosceva solo indirettamente (attraverso Cicerone, Macrobio, Apuleio e Agostino) o attraverso traduzioni parziali. L’arrivo di Pletone (che assunse allora questo nome consonante, “quasi un altro Platone”) rispondeva dunque ad un’attesa di vecchia data. Fra i tanti umanisti e mecenati, incontrò a Firenze Cosimo de Medici, che fu da lui ispirato a istituire la celebre Accademia Fiorentina. Convinto che i Turchi avrebbero presto distrutto sia la Chiesa d’Oriente sia quella d’Occidente, Pletone vedeva l’unica speranza per l’Impero bizantino sul punto di disintegrarsi nella sostituzione del cristianesimo con un rivitalizzato paganesimo, solidamente fondato sulla metafisica platonica. Compose perciò — ma senza osare pubblicarlo — Le Leggi, modellato sull’omonimo dialogo platonico, in cui presentava un concreto programma per il ritorno delle credenze e dei valori morali del passato pre-cristiano. Per introdurre alla vita e all’opera di questo enigmatico personaggio — in attesa di una sempre più auspicata e necessaria summa dei suoi molteplici scritti — si presenta qui il Trattato delle virtù, l’opera di Pletone che ha conosciuto la maggior diffusione. Rivolta a un ampio pubblico, con essa Pletone diffonde le sue teorie morali e politiche. Notevole per la saldezza delle analisi e delle definizioni proposte, il filosofo, innanzitutto, elabora un sistema completo di virtù principali e subordinate, deducendole dai princìpi supremi della morale e dell’antropologia. Al vertice di tutte le virtù è la religione. Si riferisce che Pletone avrebbe asserito che “in breve tutto il mondo avrebbe accolto una sola medesima religione, con un sol animo, una sola mente, una sola predicazione … Maometto e Cristo sarebbero caduti nell’oblio e sarebbe rifulsa in tutto l’universo l’assoluta verità”.

  DAL TESTO – “La sommità di tutte le virtù, dove tutte devono tendere e senza la quale le altre non servirebbero a niente, sarà certamente la religione. Ciò attraverso cui stabiliamo una sorta di comunanza con le specie superiori e siamo definitivamente allontanati dalle specie inferiori, ciò che c'è di migliore in noi, non è altro che il pensiero. Ora, tra gli esseri pensanti e che il pensiero studia, e di tutti gli esseri dell'universo, Dio è il migliore. Nel godere per mezzo di ciò che c'è di migliore in noi, del migliore degli esseri, si può così vivere felicissimi: la conoscenza di Dio sarà la più grande felicità nella vita dell'uomo ed è, anche, la sommità della religione.
  "Dopo la decenza, occorrerà, credo, ricercare la nobiltà. Siccome ci insegna a sopportare i dolori con pazienza e a scegliere i pericoli per noi stessi, per molti dei nostri doveri, ci rende molto efficaci nell'agire e idonei alle altre virtù. Non si deve, poi, ignorare che coloro che sono sia decenti sia nobili traggono un beneficio aggiuntivo nella vita. Coloro che sono decenti stimano di non avere meno piaceri di quelli che non lo sono: mentre coloro che sono nobili giustamente valutano di non avere più dolori di quelli che non lo sono. Infatti, i piaceri sembrano avere una natura tale che evitano maggiormente coloro che fuggono i dolori, i quali hanno un'attrazione per i piaceri e si lasciano trasportare da essi; a causa della sazietà e dell'abitudine che ne hanno, essi sono meno sensibili […].”

  IL CURATORE - Moreno Neri è studioso della tradizione classica e umanistica che dalla tarda antichità giunge fino al Rinascimento. Ha già curato alcune opere di Pletone e saggi sul Tempio Malatestiano di Rimini. Su quest’ultimo e su Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei patroni della rinascenza neoplatonica, ha anche tradotto opere dal francese e dall’inglese. Per Bompiani ha già pubblicato "Macrobio / Commento al sogno di Scipione" (Bompiani, Milano, 2007) e sta curando, con un gruppo di valenti collaboratori, un’edizione completa delle opere di Pletone, “principe dei filosofi del suo tempo”. La sua ultima opera è "Pletone / Trattato delle virtù" (Bompiani, , Milano, 2010).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione all'Autore - I. Le ragioni dell'oblio di un filosofo come Pletone - II. La Vita e le Opere - 1.Situazione dell'Impero bizantino a metà del secolo XIV - 2. Nascita ed educazione – 3. Soggiorno nell'Impero ottomano - 4. Ritorno a Costantinopoli – 5. Emigrazione a Mistrà - 6. I primi anni a Mistrà – 7. Il Concilio di Ferrara-Firenze – 8. Gli ultimi anni a Mistrà – 9. Gli scritti di Giorgio Gemisto Pletone - III. Epilogo – Introduzione al testo - Trattato delle virtù - Note al Testo - Apparati - I. Indice dei termini greci - II. Manoscritti del Trattato delle virtù - III. Bibliografia