Giornalisti di regime Stampa

Pierluigi Allotti

Giornalisti di regime
 La stampa italiana tra fascismo e antifascismo (1922-1948)

Carocci Editore, pagg.280, Euro 23,00

 

allotti_giornalisti  IL LIBRO – Insieme alla radio e al cinema, la stampa fu un importante strumento di propaganda del regime fascista. Il giornalismo, secondo Mussolini, aveva una fondamentale funzione pedagogica e i giornalisti, durante il ventennio, furono gli "educatori della nazione". Il libro illustra come i principali giornalisti italiani nati intorno al 1890, entrati nella professione prima dell’avvento del fascismo, e quelli della generazione del 1910, che iniziarono la loro attività nei primi anni trenta, sostennero il fascismo e scrissero in favore del regime fino al giorno del suo crollo, il 25 luglio 1943. Dopo quella data la maggior parte dei giornalisti si distaccò dal fascismo attraverso un processo di autoassoluzione e di rimozione delle proprie colpe che permise loro a guerra finita di ritornare sulla scena giornalistica, ancora una volta da protagonisti.

  DAL TESTO – “Nel corso degli anni trenta, mentre il regime andava accentuando il suo carattere di dittatura totalitaria che ambiva alla fascistizzazione integrale della società, i controlli sulla stampa e sugli altri mass media – cinema e radio - furono ulteriormente accentrati e intensificati, sull'esempio di quanto avveniva nello stesso periodo nella Germania nazista. L'ufficio stampa del capo del governo, affidato nel 1933 al genero del duce, Galeazzo Ciano, fu così potenziato e trasformato l'anno successivo nel sottosegretariato per la Stampa e la Propaganda (divenuto poi ministero nel 1935 e ribattezzato nel 1937 ministero della Cultura Popolare), e al contempo si moltiplicarono a dismisura le disposizioni impartite quotidianamente dal governo ai giornali, le cosiddette "veline", con le indicazioni su ciò che era opportuno o meno pubblicare.
  “Grande attenzione fu posta anche ai rapporti con i giornalisti, ai quali era attribuito un ruolo di avanguardia nell'ambito del progetto totalitario del fascismo. Essi infatti, oltre ad essere "educatori del popolo", erano veri e propri «militi», come disse Mussolini nell'ottobre del 1933 in una riunione con i redattori-capo dei giornali italiani, «comandati a guardare il settore più avanzato e più delicato del fronte fascista ed a manovrare l'arma più potente e più pericolosa di ogni battaglia».
  “Per garantirsi il loro sostegno il regime concedeva favori e laute sovvenzioni, e i giornalisti, perfettamente integrati nel sistema, non esitavano a loro volta a tempestare le autorità con richieste di aiuti di ogni tipo. In molti presero soldi dal ministero della Cultura Popolare (Minculpop), sia noti professionisti sia giornalisti di secondo piano. Dalle carte conservate presso l'Archivio centrale dello Stato risulta ad esempio che Mario Missiroli collaborò stabilmente con il ministero dal 1937 fino alla fine di agosto del 1943, ricevendo tremila lire al mese per scrivere articoli per "Il Giornale d'Oriente", per la Direzione generale della propaganda e per la radio. Umberto Notari, già fondatore nel 1922 dell"'Ambrosiano", riceveva invece cinquemila lire al mese dal Minculpop per il suo giornale "La finanza d'Italia", di cui era direttore, e nel gennaio del 1940, ritenendo questa somma insufficiente per le sue necessità, richiese senza successo un aumento, rivendicando a suo merito «gli scritti di battaglia» pubblicati dal suo quotidiano «nei momenti più acuti della crisi economica, la lotta antisanzionista, la lotta contro la speculazione borsistica» e «la lotta contro le micidiali manovre dell' alta banca ebraica e internazionale».”

  L’AUTORE – Pierluigi Allotti, giornalista professionista, lavora per l’agenzia di stampa TM News. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma e svolge attività didattica alla John Cabot University. Nel 2011 è stato visiting scholar presso il Department of Communication della University of California San Diego.

  INDICE DELL’OPERA - Premessa (“Padri” e “fratelli maggiori” nella storia del giornalismo italiano - Il rapporto tra giornalisti e fascismo come problema storiografico - Articolazione dell’indagine) - Parte prima. La rivoluzione giornalistica del fascismo - 1. Una rivoluzione giornalistica (Mussolini contro la libertà di stampa - Mario Borsa e la battaglia per la libertà di stampa - Il giornalismo fascista - Il giornalismo nell’università) - 2. I giornalisti del regime (L’epurazione dei giornalisti del 1927-28 - Dall’antifascismo al fascismo - Il regime e i giornalisti) - Parte seconda. Giornalisti nello Stato totalitario (1935-43) - 3. I giornalisti e le guerre degli anni trenta (Italiani liberatori - La conquista dell’impero - «Difesa della civiltà» - Guadalajara - «Barbari massacratori» - La resurrezione della Spagna) - 4. In viaggio con il duce (Mussolini a Tripoli - Mussolini a Berlino - Mussolini a Monaco) - 5. La campagna antisemita (Giornalisti contro gli ebrei - La polemica razzista contro Stati Uniti e Francia - Il caso Valcini) - 6. «Questo mestieraccio» («Addio, vecchia Vienna» - «Non ci vogliono bene» - Il caso Barzini junior - Il caso Gorresio) - 7. Giornalisti al fronte (Propaganda e censura di guerra - Gli inviati di guerra del “Corriere della Sera” - Gli ultimi giorni del regime) - Parte terza. Giornalisti in democrazia (1943-48) - 8. I giornalisti dopo il 25 luglio 1943 (La restaurazione della libertà di stampa - Dal fascismo all’antifascismo - Il caso Lilli - Il caso Guerriero - Il difficile periodo successivo all’8 settembre  - La FNSI e l’epurazione dei giornalisti) - 9. Mario Vinciguerra e l’epurazione dei giornalisti fascisti («Il perseguitato che rifiutò di farsi persecutore» - Le indagini sui giornalisti - La commissione di Roma al lavoro - Il caso Missiroli - La polemica tra Vinciguerra e Spano - La polemica sull’albo dei giornalisti - Il D.L.Lgt. n. 688 del 5 ottobre 1945 - Vinciguerra contro Einaudi - Strategie difensive - La fine dell’epurazione) - 10. Un giornale per la pacificazione: “Il Tempo” di Renato Angiolillo («Un uomo vivo» - “Il Tempo” e la questione dell’epurazione - «Beata Dimenticanza» - “Il Tempo” e l’amnistia Togliatti) - 11. Le elezioni del 18 aprile 1948 («Il ritorno all’ordine» - La campagna elettorale della primavera del 1948 - Il caso Alvaro - La vittoria della DC) – Conclusioni. I giornalisti e la «defascistizzazione del fascismo» - Abbreviazioni - Note - Bibliografia - Indice dei nomi