L'inverno di Monti Stampa

Giulio Sapelli

L'inverno di Monti
Il bisogno della politica

Guerini e Associati, pagg.73, Euro 8,00

 

sapelli_inverno  IL LIBRO – «Tutto è instabile, tutto rischia di rovinarci addosso. E in questa situazione il Presidente della Repubblica Italiana pensa di sortire da essa con una sorta di imitazione delle dittature romane che abbiamo studiato perché amavamo e amiamo i classici […]. La prassi con cui si è proceduto alla nomina di Mario Monti prima senatore a vita, poi Primo Ministro, ricorda l’essenza del processo di nomina del dictator romano». Sapelli parte da quest’analisi e lancia la sua proposta: nazionalizzare le banche e il patrimonio delle Fondazioni Bancarie. E finanziare la ripresa di un’economia mista, dove lo Stato conti di più e non di meno.

  DAL TESTO – “La prassi con cui si è proceduto alla nomina di Mario Monti prima a senatore a vita, poi Primo Ministro, ricorda l’essenza del processo di nomina del dictator romano. Al posto del tribuno qui vi è, pur sempre in uno stato di eccezione, un Presidente con poteri costituzionali limitati, non eletto dal popolo. Tuttavia egli ha compiuto l’atto di diritto di nominare una sorta di dictator romano dimidiato; ossia a metà, che ha poteri limitati perché sottoposti alla ratifica del Parlamento, che tuttavia è stato umiliato e indebolito per il modo stesso con cui è giunto al potere il nuovo governo. I richiami alla storia di Roma sono evidenti e utili comparativamente. La figura romana del dictator «costituzionale», ricordiamolo, è descritta da Machiavelli nei suoi Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio come: «l’autorità dittatoria (che) fece bene e non danno alla repubblica romana». Il dittatore era un magistrato che veniva dichiarato dictator in seguito a circostanze gravissimee a un pericolo tangibile minacciante Roma, disponendo liberamente della vita e della morte di qualsiasi cittadino. Era nominato da un console o da un tribuno militare e non prendeva il potere da sé: l’enorme potere di cui disponeva aveva la durata massima di sei mesi e la sua stessa esistenza era prevista dalla costituzione di Roma. La nomina era all’inizio esclusivamente di natura patrizia, perché sia i consoli sia i tribuni militari erano, nei primi anni repubblicani, solo patrizi.”

  L’AUTORE – Giulio Sapelli è professore ordinario di Storia economica all'Università degli Studi di Milano. Ha insegnato e svolto attività di ricerca in molte università e imprese italiane e straniere. È editorialista del Corriere della Sera. Tra le sue pubblicazioni recenti: Un racconto apocalittico. Dall'economia all'antropologia (Milano, 2011).

  INDICE DELL’OPERA – I. Italia e Germania: le unificazioni nazionali tardive – II. Questione nazionale e questione internazionale – III. La specificità italiana è eterogenea rispetto all’egemonia tedesco-europea – IV. Il legame dell’Euro e i due italici blocchi – V. La necessità di un nuovo legame tra nazione e internazionalizzazione – VI. Il ruolo del Presidente della Repubblica e il professor Monti – VII. Una situazione mondiale instabile, la «dittatura romana», il bisogno della politica e la crudeltà dei professori