La calda estate del 1943 Stampa

Eugenio Dollmann

La calda estate del 1943

Le Lettere, pagg.125, € 9,50

 

dollmann_caldaestate  IL LIBRO – Eugenio Dollmann, colonnello delle SS e uomo di fiducia di Heinrich Himmler, fu un punto di riferimento della società culturale, politica e diplomatica italiana e tedesca e tramite dei loro rapporti. Nei giorni frenetici e drammatici che precedettero e seguirono la caduta del fascismo, quest’uomo di bell’aspetto, biondo, elegante, dall’eloquio brioso e frizzante fu testimone e, in qualche caso, protagonista della fine del regime. Personalità amletica, ambigua, divisa tra spregiudicatezza politica e slanci di generosità, Dollmann aveva il gusto del potere e il piacere dell’intrigo inteso come strumento per la conquista e l’esercizio del potere.

  DAL TESTO – “La decisione di liberare il Duce fu presa da Hitler immediatamente dopo aver appreso la notizia del suo arresto su ordine del Re Vittorio Emanuele III e del maresciallo Badoglio. La sera stessa del 25 luglio, nel corso della consueta riunione che ogni giorno si teneva al gran quartier generale del Führer nella Prussia Orientale allo scopo di fare il punto della situazione bellica e politica, la cosiddetta «Abendlage», Hitler si preoccupò vivamente per la sorte dell'amico e alleato, affermando fra l'altro di non conoscere i particolari dell'arresto. Subito dopo il Führer del nazismo ordinò: «Lo ambasciatore di Germania von Mackensen vada subito dal Duce e ove possibile lo convinca a venire immediatamente in Germania. Se il Duce arriva qui, allora va bene; se non arriva allora non lo so...».
  “Quando, però, nel corso della giornata successiva, al quartier generale tedesco si fu in grado di valutare la situazione italiana in ogni suo sviluppo ed in tutta la sua gravità, particolarmente per quanto riguardava l'evolversi dell'alleanza fra le due nazioni impegnate nella medesima guerra, e ci si accorse che non si poteva più neanche pensare ad una possibilità di una libera decisione di Mussolini di raggiungere al più presto il suo potentissimo alleato (visto anche che il Re personalmente disse al feldmaresciallo Kesselring, di «non sapere» dove si trovasse il suo ex capo del governo) a questo punto, dunque, si preparò il primo piano per la liberazione del Duce. Il leggendario generale Student, comandante della II Divisione Cacciatori Paracadutisti, noto in tutto il mondo per quella perfetta operazione militare che fu la conquista dell'isola di Creta, venne invitato a rientrare subito in Germania dalla Francia dove si trovava con i suoi uomini. Adolf Hitler lo ricevette a tarda sera e gli annunciò, fra l'altro, che il Duce era stato defenestrato e arrestato, per cui la defezione dell'Italia si poteva ritenere imminente. Student, pertanto, doveva trasferirsi immediatamente a Roma con la sua Divisione e tenere la Città Eterna a qualsiasi costo. Il colloquio fra Hitler e il famoso generale si concluse con queste parole del Führer: «Uno dei compiti che l'attendono sarà quello di ritrovare e liberare il mio amico Mussolini. Naturalmente lo vogliono consegnare agli americani».”

  L’AUTORE – Eugenio Dollmann (1900-1985), rientrato in Germania nel 1952, ha pubblicato, nel secondo dopoguerra, diversi volumi di memorie, che costituiscono una fonte storica importante tra i quali Roma nazista (1948), L’Eroe della paura (1955 ), Un libero schiavo (1968).

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Francesco Perfetti - La calda estate del 1943 - 1. Luglio fatale - 2. Il «putsch» di Rastenburg - 3. La fine di Cavallero - 4. La vittoria mancata di Pietro Badoglio - 5. La leggenda del Gran Sasso - 6. La tragedia di Ciano - 7. Il «Rinascimento» di Ciano - 8. Morte di un soldato