Un ateismo religioso Stampa

Paola Cioni

Un ateismo religioso
Il bolscevismo dalla Scuola di Capri allo stalinismo

Carocci Editore, pagg.160, € 17,00

 

cioni_ateismo  IL LIBRO – Capri, 1909: un gruppo di rivoluzionari russi, guidato da Aleksandr Bogdanov, Maksim Gor´kij e Anatolij Lunačarskij, crea una scuola di formazione per operai pur senza l’approvazione di Lenin. Le teorie di Bogdanov, all’epoca uno dei massimi leader bolscevichi, sulle quali si fondava la scuola erano in forte contrasto con l’interpretazione del marxismo di Lenin e ne rappresentavano una seria alternativa. Per questo motivo le sue idee furono per decenni censurate in Unione Sovietica e restano ancora in gran parte sconosciute in Italia, mentre di recente sono state rivalutate sia in Russia che nel mondo anglosassone, dove Bogdanov è considerato il padre della moderna cibernetica. Intorno alle vicende della Scuola di Capri, ricostruite dall’autrice in modo rigoroso su precise basi documentarie, si intrecciano le fila di molteplici fatti storici che, nel bene e nel male, hanno segnato il Novecento: le dispute ideologiche in seno al bolscevismo, il rapporto tra politica e cultura, le forme del marxismo, lo stalinismo come religione politica, il dibattito sull’ineluttabilità omeno della rivoluzione d’Ottobre, la possibilità del dissenso nel movimento e in un regime comunista. Reinserire le vicende della Scuola di Capri dentro la storia del bolscevismo consente di creare i presupposti per una nuova interpretazione dello stalinismo e di comprenderlo all’interno di un fenomeno di lunga durata che ha riguardato tutta l’Europa: le religioni totalitarie della politica.

  DAL TESTO – “Da una parte Lenin sosteneva l'utilità, per la diffusione del bolscevismo, della presenza dei deputati socialdemocratici alla Duma, e a tale scopo si accordava tatticamente con i menscevichi; dall'altra parte Bogdanov, con l'appoggio d'influenti membri del partito, propendeva per la continuazione dell'attività rivoluzionaria al di fuori della Duma, sia pure attraverso vie alternative alla sollevazione diretta, e pertanto era fermamente deciso a boicottare le elezioni. Lo storico Robert Williams rintraccia nelle posizioni dei bolscevichi vicini a Bogdanov una strategia politica influenzata dal sindacalismo. Questo gruppo, afferma lo studioso, «considerava ogni teoria, incluso il marxismo, come un "mito politico"», utile a mobilitare le masse. I bolscevichi di sinistra - come hanno messo in evidenza Jutta Scherrer e Andrea Graziosi - furono, infatti, il canale diretto attraverso cui le idee di Sorel, comprese quelle relative ai miti, entrarono nella cultura bolscevica. L'opera principale del sindacalista rivoluzionario francese, Riflessioni sulla violenza, era stata tradotta in russo nel 1907, ma già nel 1904, in un breve pamphlet sul socialismo, Bogdanov aveva sottolineato la necessità di usare lo sciopero e i sindacati per spingere gli operai a unirsi «in masse sempre più ampie», mentre Lunačarskij nella postfazione al libro di Labriola, Riformismo e sindacalismo, definiva il sindacalismo «una reazione salutare» al riformismo parlamentare e, in un articolo non pubblicato del 1907, il leader bolscevico affermava: «Senza condividere gli errori dei sindacalisti e le loro conclusioni apolitiche, e non marxiste, sulle posizioni di Marx, io credo fermamente, con tutta la mia anima [...] agli esiti marxisti a cui porteranno». L'organizzazione sindacale avrebbe, infatti, «segnato la crescita di un nuovo mondo e di un nuovo ordine»; inoltre, secondo Lunačarskij, l'attitudine degli operai a unirsi nelle associazioni di categoria dimostrava la loro inclinazione «al collettivismo». Un punto di vista certamente poco gradito a Lenin, il quale considerava il sindacalismo un revisionismo di sinistra, e, in una lettera a Lunačarskij, sosteneva che solo i bolscevichi potevano «"confutarlo" attraverso la loro visione rivoluzionaria».”

  L’AUTRICE – Dottore di ricerca, Paola Cioni collabora con l’Istituto di Storia mondiale dell’Accademia delle Scienze di Mosca. È autrice di diverse pubblicazioni, dedicate soprattutto alla biografia politica di M. Gor´kij. Attualmente dirige l’Istituto italiano di cultura di Francoforte sul Meno.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione. Bolscevismo dilacerato di Cesare G. De Michelis - Introduzione - 1. Le radici del conflitto (Dal movimento populista alla nascita del Partito socialdemocratico - Lenin e Bogdanov: due opposte interpretazioni del marxismo - Maksim Gor’kij tra Lenin e Bogdanov) - 2. Marxismo e religione. Lenin e i costruttori di Dio (Materialismo ed empiriocriticismo: un esempio di mentalità gnostico-manichea - Lunačarskij e Gor’kij: il bolscevismo come religione - La metamorfosi del sacro: dalla rivoluzione francese al bolscevismo - Il socialismo come teopoiesi - L’ateismo religioso) - 3. La scuola superiore per operai: dalla cultura proletaria all’uomo nuovo (La cultura proletaria - La Scuola superiore di Capri) - 4. Dopo la Scuola (I bolscevichi di sinistra e la rivoluzione d’ottobre - L’enigma Gor’kij: tra marxismo e religione. Le origini del proselitismo - Gor’kij e lo stalinismo: dall’esaltazione del lavoro forzato alla morte) - Conclusioni. La mutilazione della memoria - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice dei nomi