L'aviazione italiana 1940-1945 Stampa

Mirko Molteni

L'aviazione italiana 1940-1945
Azioni belliche e scelte operative

Odoya, pagg.637, € 28,00

 

molteni_aviazione  IL LIBRO – Per lunghi e sanguinosi anni, aerei ed equipaggi italiani hanno affrontato nemici troppo potenti, sostenendo uno sforzo disumano grazie a un coraggio e a un senso del dovere che paiono oggi incredibili: uniche risorse capaci di sopperire all’arretratezza dell’Italia al confronto con colossi come Impero Britannico, Stati Uniti e Unione Sovietica.
  Gli aviatori italiani fecero miracoli con vecchi biplani Fiat contro gli Hurricane della RAF, si lanciarono con improvvisati ma efficaci aerosiluranti Siai-Marchetti contro massicce navi da guerra. E a un passo dal crollo finale, seppero affrontare con sparuti caccia Macchi e Reggiane le possenti Fortezze Volanti americane che demolivano le città del Belpaese.
  Dopo il maldestro armistizio dell’8 settembre 1943, un nuovo dramma: la divisione dell’aviazione sui due versanti della penisola. La Regia al Sud, a fianco degli anglo-americani, e al Nord l’effimera Aeronautica Repubblicana, a seguire le sorti ormai segnate di Mussolini. Commilitoni divisi da una diversa valutazione degli eventi, ma tutti accomunati da un sincero amore per il proprio Paese.
  Durante la Seconda guerra mondiale l’Italia poté costruire poco più di 10.000 aerei, una piccola flotta rispetto ai 100.000 degli alleati tedeschi, ai 120.000 britannici e ai ben 280.000 americani. Pochi furono quelli di tipo moderno, arrivati al fronte troppo tardi per sperare di mutare le sorti.
  Dalle desolazioni sabbiose della Libia alle vallate dell’Albania, dalle steppe innevate della Russia ai cieli familiari di casa, l’aviazione italiana si sacrificò oltre i limiti del possibile, stretta in una morsa senza scampo.

  DAL TESTO – “Negli anni di pace seguiti alla Prima guerra mondiale, non a caso passati alla Storia come gli "anni d'oro" dell'aviazione, tutti i paesi progrediti inseguivano record di velocità, distanza, carico utile, altitudine come in una sorta di "guerra sportiva" non dichiarata. L’Italia fu, conti alla mano, la nazione che in questa strana e innocua (salvo incidenti) "guerra” vinse il maggior numero di battaglie, ma questa tendenza finì con l'essere portata all'eccesso, portando troppi piloti e costruttori a concentrarsi più su velivoli speciali, di nessuna utilità pratica in un'eventuale guerra vera, mentre la maggior parte dei velivoli operativi nei reparti della Regia Aeronautica continuavano a essere pari, quando non inferiori, alle produzioni delle altre potenze. Il che, unito come vedremo alla debolezza in campo motoristico, alla sopravvivenza di certe concezioni antiquate, come la preferenza per il biplano nel settore dei caccia, e alla stentata crescita di un apparato industriale rimasto per volumi potenziali poco superiore a quello della Grande Guerra, avrebbe contribuito nel giugno 1940 a far entrare nella Seconda guerra mondiale un'aviazione italiana inizialmente ancora cospicua nel numero delle macchine, ma dai piedi d'argilla, salvo che per la preparazione e il coraggio degli aviatori e del personale di terra. Il fattore umano si sarebbe rivelato la maggiore risorsa in possesso delle nostre squadriglie, ma via via insufficiente man mano che avanzava il conflitto, specie dal 1942, quando la discesa in campo dell'America, con le sue monumentali catene di montaggio, mise in seria difficoltà persino il fortissimo alleato germanico.”

  L’AUTORE – Mirko Molteni, nato a Desio nel 1974, è laureato in Scienze politiche. Già giornalista per vari quotidiani nazionali (La Padania, Libero, Italia Oggi), collabora con varie testate specializzate di aeronautica e argomenti militari (Volare, Ali antiche, RID), oltre che con il Museo dell’Aviazione Volandia, presso Malpensa.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Gregory Alegi – Prologo – Capitolo 1. Si appicca l'incendio (Decollo allo sbaraglio - Pasticcio a Punta Stilo - Marsupiali da Gibilterra al Bahrein - Nelle nebbie inglesi - Il fango ellenico - Ricacciati in Tripolitania – L’effimero bastione dell'Impero) - Capitolo II. Si corre ai ripari (L'epopea dei Picchiatelli - Un pugno di siluristi – L’ombrello della "Volpe" - Caccia dal cuore tedesco - Dai Balcani alle Terre di Babele - Ali ghiacciate - Travolti Pricolo e la Libia) - Capitolo III. I colpi più duri (L’isola maledetta - Assedio dal cielo - Mattanza sopra il mare - Piedistallo di sangue - La terra dei Faraoni – L’impeto dell'Orso) - Capitolo IV. Col fiato grosso (Nella fornace sabbiosa - Bougie, la Baia della Morte – Occhi nel buio - Operazione C.4 - I destrieri della "Serie 5" - Le orme di Marco Polo) - Capitolo V. Il crollo (La trappola tunisina - La calata dei giganti - Annibale alle porte - Un duce in ambulanza - Il piede in due scarpe - Ambizioni sfumate) - Capitolo VI. Tramonti e albe (Il caos di settembre - Cambio di campo - I secessionisti - Rottami e fìl di ferro - Sui cavalli americani - Un pugno di aquile) - Capitolo VII. Le macerie di un paese (Soli contro tutti – L’ANR a denti stretti - Roulette balcanica - La "Banda di Baltimora" - Aviatori e Resistenza - Armi segrete, ultima illusione - Ultime vittime) – Conclusioni - Ringraziamenti – Note - Bibliografia - Indice dei nomi