E fu subito regime Stampa

Emilio Gentile

E fu subito regime
Il Fascismo e la marcia su Roma

Laterza, pagg.XVI-319, € 18,00

 

gentile_fusubito  IL LIBRO – «Fece fessi tutti»: la frase, niente affatto elegante ma volgarmente efficace, fu usata nel 1949 da Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Benito Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l’abilità con la quale il giovane duce, alla vigilia della marcia su Roma, mise nel sacco tutti i maggiorenti della classe dirigente liberale, che avrebbero potuto impedirgli di diventare il capo di un nuovo governo. Giolitti, Nitti, Orlando, Salandra e Facta caddero nella trappola delle trattative condotte separatamente con ciascuno di loro, fra settembre e ottobre del 1922, ognuno pensando di essere scelto come presidente del Consiglio in un ministero di coalizione con la partecipazione dei fascisti. E mentre il duce trattava, il partito fascista mobilitava la sua organizzazione armata per la conquista del potere. Con la violenza delle squadre dominava gran parte dell’Italia settentrionale e centrale e sfidava apertamente lo Stato. Fu così che l’attimo fuggente catturato con la marcia su Roma divenne l’inizio di una nuova era.

  DAL TESTO – “Coerente con i presupposti irrazionali della sua cultura di combattimento,  l'adesione al fascismo era considerata un atto di fede, la militanza una dedizione totale, che si nutriva di miti più che di teorie. La concezione del mito, come fattore di mobilitazione, era esplicitamente professata dai fascisti. Il principale mito fascista fu la nazione, esaltata come entità sacra, di cui essi soltanto si consideravano gli interpreti, i custodi, i difensori. La sacralizzazione della nazione contribuiva a sacralizzare il fascismo stesso, legittimando il monopolio del patriottismo da parte dei fascisti, che pretendevano di essere una minoranza privilegiata di italiani nuovi, giovani forgiati dalla guerra, nei quali si era incarnata la volontà della nazione. Come milizia della nazione, i fascisti si sentivano legittimati a combattere i suoi nemici interni, cioè tutti coloro che avversavano il fascismo, anche se si trattava di patrioti che erano stati interventisti e combattenti. Infine, i fascisti pretendevano di essere la nuova classe dirigente, che voleva promuovere la collaborazione fra le classi in una rinnovata comunità nazionale consacrata al bene dell'Italia, senza sopprimere la gerarchia sociale fondata sul primato della borghesia e del ceto medio.
  “L'organizzazione squadrista era considerata il modello embrionale della nuova Italia fascista: la squadra, scriveva un giovane squadrista toscano, operava «da mescolatore», che «amalgama gli elementi socialmente più disparati, studenti con operai, commercianti con professionisti; unisce e smussa diaframmi tra le classi, che difficilmente in altro modo potrebbero essere eliminati». Tuttavia, era la violenza il principale fattore di solidarietà fra gli squadristi: la complicità nelle azioni criminose, insieme con il fanatismo nazionalista, cementava il loro cameratismo e li eccitava all'azione terroristica come rito di fusione della loro unione. Oltre che arma terroristica, la violenza svolgeva un'importante funzione di propaganda, seducendo e attraendo i giovani e i giovanissimi che non avevano partecipato all'esperienza della Grande Guerra ma ne subivano il fascino mitico.”

  L’AUTORE – Emilio Gentile, storico di fama internazionale, ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza. Nel 2003 ha ricevuto dall’Università di Berna il Premio Hans Sigrist per i suoi studi sulle religioni della politica. È autore, tra l’altro, di L’apocalisse della modernità. La Grande Guerra per l’uomo nuovo (Mondadori), Contro Cesare. Cristianesimo e totalitarismo nell’epoca dei fascismi (Feltrinelli) e Le origini dell'ideologia fascista 1918-1925 (il Mulino).

  INDICE DELL’OPERA – Prologo. In tram e in treno - I. Gli zingari della politica (Italia violenta - Un uomo e un giornale – Fasci di combattimento - Un cadavere politico – I nemici interni trionfano - Mobilitazione antisocialista - L’ora del fascismo - E guerra civile sia!) - II. La milizia della nazione (Fascismo di massa - Indulgenza e connivenza - Il bolscevismo è vinto, ma il fascismo può perdere - Squadristi contro Mussolini - Il duce cede, lo squadrismo vince - Milizia fascista - Cultura di combattimento) - III. Dove impera il fascismo (Non durerà. Durerà. Forse - Un anti-Stato nello Stato - Impotenza governativa, impunità fascista - Democrazia in agonia - Il fascino dell’esercito fascista) - IV. Sfida allo Stato (Fra rivoluzione ed elezione - Realismo tattico, dinamismo rivoluzionario - Umiliare lo Stato - Dove va il fascismo? - Stato, anti-Stato e fascismo - L’offensiva d’estate - Il governo capitola e l’offensiva continua - Prodromi di dittatura, minacce d’insurrezione) - V. In marcia (Il falso dilemma - L’incompatibilità reale - «Dare agli avversari il senso del terrore» - La battaglia decisiva - La vittoria del segretario del partito fascista - Impotenza di Stato – Stato in potenza) - VI. L’attimo fuggente (Si parla di marcia su Roma - Eventualità di una dittatura - Il momento più difficile – I travagli del fascismo - La nuova milizia e il «capo supremo» - Governanti in vacanza, fascisti in azione - L’offensiva continua - Un pericolo immane - Il momento più propizio - L’attimo può sfuggire) - VII. Insurrezione con trattative (Chi volle la marcia su Roma - Chi non voleva l’insurrezione - Il gioco delle parti – Trattative con insurrezione - Piano di marcia - Da Napoli a Roma - L’inganno partenopeo: la marcia è tramontata) - VIII. I fascisti marciano (La marcia non è tramontata - Manovre dei fascisti «antimarcia» - Mussolini tratta, ma Bianchi vuole l’insurrezione - Inizia l’insurrezione - Il re a Roma, situazione oscura - Trattative arenate - Governanti a letto, fascisti in movimento - Insorti in marcia, governo in allerta) - IX. L’attimo catturato (Il governo delibera lo stato d’assedio - Il rifiuto del re - Roma inneggia al re - E l’insurrezione continua - Una marcia resistibilissima - Quadrumvirato in confusione - «Fece fessi tutti» - Il successo di un’insurrezione destinata al fallimento - In regime fascista) - X. Una rivoluzione all’italiana (Una rivoluzione bella e gioiosa - Che accadrà dell’Italia? - Immaturi per la democrazia - Una rivoluzione di tipo nuovo) XI. Il grande equivoco (Auguri a Mussolini - Una ferita nella nazione - Non c’è stata una rivoluzione - Ma qualcosa è caduto - Socialisti in difesa della costituzione - Mussolini è il meno pazzo - L’equivoco degli equivoci) - XII. Irrevocabile (Un parvenu al governo d’Italia - Il parlamento approva - Nuovo regime - Un irrevocabile fatto compiuto - Con premeditata ferocia - La rivoluzione continua) - Epilogo. L’attimo di un’era – Note - Indice dei nomi