Scimmia nera Stampa

Zachar Prilepin

Scimmia nera

Voland Edizioni, pagg.272, € 15,00

 

prilepin_scimmia  IL LIBRO – Una strana inchiesta sulla violenza infantile conduce un giornalista moscovita nei sotterranei di un laboratorio, dove vengono tenuti in osservazione alcuni bambini-assassini. L’inchiesta diviene per lui un assillo: va in cerca di testimoni, interroga professori, poliziotti e uomini politici che possiedono, a suo avviso, informazioni importanti che non sono intenzionati a condividere. Intanto, anche la sua vita privata si sgretola... Ma forse tutta la storia è frutto di un’ossessione, e la violenza si cela dovunque?

  DAL TESTO – “Il mio letto era sulla destra, nell'angolo più lontano. Sedetti, mi posai accanto il sacchetto con le mutande e i calzini portati da casa; lo spazzolino e il dentifricio, non so perché, me li fecero avere più tardi. Il compagno di stanza davanti a me guardava un giornale, senza muovere le pupille. Sembrava che cercasse di dargli fuoco.
  “La coppia più stupefacente era costituita da due tipi strabici, seduti l'uno di fronte all'altro, che guardavano con le pupille immobili i quattro angoli del mondo contemporaneamente, e persino un po' in su e in giù.
  “Sui loro visi ogni cosa era messa di traverso, e guardarli era davvero una vertigine. Il tuo viso iniziava ben presto a colare da ogni parte, come l'acquarello di un bambino. Se avessimo giocato insieme una partita a domino, guardandoci fissi e strizzandoci gli occhi allegramente, sarei rimasto in ospedale per sempre. Ma io cercavo di evitare la coppia, nel senso che non guardavo verso di loro e, se mi capitava di passare sotto i loro sguardi vaganti, lo facevo velocemente, quasi saltellando.
  “Dopo un giorno mi ero già ambientato, tutti gli orrori sulle cliniche psichiatriche si rivelarono delle balle: non mi versarono addosso acqua ghiacciata per lavare e, al tempo stesso, umiliare e piegare il malato; non incontrai vittime dei trattamenti psichiatrici; non vidi inservienti inferociti con le mani pelose; in generale, anche i matti erano abbastanza banali. Nella loro depressione, torbida come un tè con il latte cagliato, seguivano fiaccamente i loro scarafaggi e non li mostravano agli altri.”

   L’AUTORE – Zachar Prilepin è nato nel 1975 a Nižnij Novgorod, Russia. Veterano della guerra in Cecenia (1996-1999), dove era arruolato negli OMON, i corpi speciali russi, è giornalista, redattore della "Novaja gazeta" e membro della Drugaja Rossija (L'Altra Russia). Considerato uno dei migliori prosatori della Russia di oggi soprattutto per la lingua innovativa ed evocatrice, ha pubblicato romanzi e racconti. Campione di incassi, l’autore è stato finalista ai più importanti premi letterari russi degli ultimi anni (Nacionalnyj bestseller, Russkij Buker ecc.) e molti ne ha vinti, tra cui recentemente il Premio Super-Nacbest per il suo libro Grech (Il peccato), giudicato il miglior romanzo degli ultimi dieci anni. Sposato, ha quattro figli. I suoi libri sono tradotti in numerose lingue.