La fine della sovranità Stampa

Alain de Benoist

La fine della sovranità
La dittatura del denaro che toglie il potere ai popoli


Arianna Editrice, pagg.128, € 9,80

debenoist fine  IL LIBRO – Quella attuale è una crisi contrassegnata dalla completa emancipazione della finanza di mercato, dall'economia reale e dall'indebitamento generalizzato. Il capitalismo non riconosce alcun limite e neppure alcun ostacolo politico, etico, sociale o economico, e uno dei suoi effetti diretti è stato l'affidamento del potere concreto ai rappresentanti di Goldman Sachs e di Lehman Brothers.
  Vanno in tal senso anche le decisioni prese dall'Unione europea con il Meccanismo europeo di stabilità (MES), il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance (TSCG) e il Partenariato transatlantico sul commercio e sugli investimenti (TTIP), che equivalgono a un totale esproprio di ciò che rimaneva della sovranità delle nazioni.
I parlamenti nazionali - palesemente subalterni, e quindi complici - si vedono amputare una delle loro principali ragioni d'essere: il potere di decidere le entrate e le spese dello Stato, ruolo ormai trasferito alla Commissione europea, mentre i contenziosi tra gli Stati diventano ormai di competenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea, così come la totale deregolamentazione del commercio euroatlantico, nel perverso connubio con gli interessi della NATO, porta alla mercificazione dell'economia.
  In tal modo, l'intera Europa viene posta sotto la tutela di una nuova autorità, priva di qualsiasi legittimità democratica, che assegna il potere ai mercati finanziari, rendendoli completamente liberi di imporre il loro volere.

  DAL TESTO – "Stiamo [...] assistendo all'istituirsi della governance, una sorta di cesarismo finanziario che consiste nel governare i popoli tenendoli in disparte. Lo Stato terapeutico e gestionale, dispensatore di ingegneria sociale e "grande sorvegliante", si impegna, dal canto suo, a sopprimere la barriera esistente tra l'ordine e il caos. Esso basa il proprio potere sulla costituzione assolutamente volontaria di una situazione subcaotica, sullo sfondo di una fuga in avanti e di un'illimitatezza generalizzate, creando in tal modo una condizione di guerra civile fredda. Il concetto stesso di classe sociale viene congedato da una sociologia vittimistica, che al suo posto colloca la denuncia della "esclusione" e la "lotta contro le discriminazioni", e da una "scienza" economica, che guarda al concetto di popolo come a una categoria residuale, nel momento stesso in cui la lotta di classe è più che mai in auge.
  "Sotto l'effetto delle politiche di "austerità", l'Europa sta scivolando nella recessione, quando non nella depressione. La disoccupazione di massa continua a estendersi, lo smantellamento dei servizi pubblici comporta la riduzione dei beni sociali e il potere d'acquisto crolla. Un quarto della popolazione europea (120 milioni di persone) è sotto la minaccia della povertà. In passato, si sono fatte rivoluzioni per molto meno. Oggi non accade niente di simile; certo, le delocalizzazioni, i licenziamenti e i piani sociali provocano delle proteste, ma non assistiamo ad alcun sciopero di solidarietà e meno che mai a scioperi generali: la lotta per il mantenimento del posto di lavoro non ha prospettive al di là di se stessa. Perché la crisi viene subita così passivamente? Perché i popoli sono sfiniti, sbalorditi, sgomenti? Perché hanno interiorizzato l'idea che non esistano alternative? I popoli vivono sotto l'orizzonte della fatalità. Attendono che ciò accada, ma non accadrà perché il capitalismo si scontra oggettivamente con limiti storici assoluti.
  "Viviamo una crisi di un'ampiezza assolutamente inedita, che tocca il sistema capitalista a un livello di accumulazione e di produttività mai raggiunto finora. Le crisi del XIX secolo avevano potuto essere superate perché la forma-capitale non si era ancora impadronita di tutta la riproduzione sociale, e quella del 1929 è stata superata grazie al fordismo, alla regolazione keynesiana e alla guerra. La crisi attuale, che interviene sullo sfondo della terza rivoluzione industriale, è una crisi strutturale, contrassegnata dalla completa emancipazione della finanza di mercato rispetto all'economia reale e dall'indebitamento generalizzato. Uno dei suoi effetti diretti è consistito nell'affidare il potere politico ai rappresentanti di Goldman Sachs e di Lehman Brothers, ma nessuno troverà una soluzione alla questione, perché non esiste un meccanismo che consenta di avere ragione della crisi. Le bolle finanziarie, il credito di Stato e la macchina che stampa banconote, vale a dire la creazione di capitale-denaro fittizio, non possono più risolvere il problema della desostanzializzazione generalizzata del Capitale; sia che ci si diriga verso un'inflazione incontrollabile in assenza di qualsiasi reale valorizzazione - trattando l'attuale crisi di solvibilità come una crisi di liquidità - sia che si vada verso un generalizzato default nei pagamenti, tutto ciò non può che finire con un terremoto."

  L'AUTORE – Alain de Benoist, scrittore, saggista, filosofo e noto conferenziere, ha scritto più di 80 libri e oltre 2000 articoli, oggi tradotti in una quindicina di lingue. Con Arianna Editrice ha già pubblicato La "Nuova Evangelizzazione" dell'Europa, Comunità e Decrescita, Oltre il Moderno e Sull'orlo del baratro.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione. La crisi strutturale della forma-capitale e la sovranità, di Eduardo Zarelli - Capitolo 1. La fine del mondo c'è stata, eccome! - Capitolo 2. Mondializzazione, Demondializzazione (La mondializzazione, lo stadio supremo dell'espansione del capitale) - Capitolo 3. Il Debito infinito - Capitolo 4. Crisi finanziaria: a che punto siamo? Il MES, un impegno irrevocabile (Con la condiscendenza degli eletti socialisti - Istituzionalizzata la delazione fra Stati - Una rinegoziazione fantasma - Un "colpo di Stato europeo" - La macchina per ricattare - La "follia" della politica di austerità) - Capitolo 5. Il mito dei Mercati Efficienti (Una vera marcia verso la miseria - Il punto di rottura - L'illusorio obiettivo "deficit zero" - L'uscita dall'euro è una soluzione? - L'industria finanziaria alla conquista del potere - La "economia pura" non esiste - Le credenze liberali - Per un protezionismo europeo) - Capitolo 6. Sfiducia ovunque, speranza da nessuna parte? - Capitolo 7. Il "Grande Mercato Transatlantico": un'immensa minaccia - Capitolo 8. La Mondializzazione come ideologia - Capitolo 9. Miserere dell'Altermondialismo – Appendice (Piccola genealogia del Patto di bilancio europeo - La sovranità popolare violata - Mercato comune o mercato interno? - Banche centrali senza controllo democratico)