L'Italia del divorzio Stampa

Fiamma Lussana

L'Italia del divorzio
La battaglia fra Stato, Chiesa e gente comune (1946-1975)


Carocci Editore, pagg.227, € 22,00

 

lussana divorzio  IL LIBRO – Famiglia e indissolubilità del matrimonio sono al centro del dibattito che inizia, all'indomani della Seconda guerra mondiale, nell'Assemblea Costituente. Si riaccende in quella sede il duro scontro sul divorzio che già nell'Italia postunitaria, fuori e dentro il Parlamento, aveva contrapposto progressisti e conservatori. L'urto sul divorzio è il drammatico specchio delle contraddizioni della politica e del bisogno di cambiamento della società italiana. Dopo la proposta di legge presentata dal socialista Fortuna a metà degli anni Sessanta, la contesa fra divorzisti e antidivorzisti è destinata a dividere il paese diventando un'aspra disputa fra oscurantismo e modernità. Basandosi su fonti archivistiche inedite, come le migliaia di lettere e cartoline dei "fuorilegge del matrimonio" inviate a Loris Fortuna per sostenere il suo progetto di legge, la crociata del divorzio viene qui indagata assumendo per la prima volta anche l'angolo visuale della gente comune. Quella del divorzio è infatti una battaglia esplosiva che si innesta su una sofferenza sociale diffusa: oltre ai maggiori partiti politici e ai vertici della Chiesa, impegnati, ciascuno a suo modo, a difendere la propria egemonia, entrano in campo con forza inaspettata anche le persone.

  DAL TESTO – "Il 12 e il 13 maggio, oltre 33 milioni di italiani vanno a votare rispondendo al quesito se abrogare o mantenere la legge sul divorzio. La percentuale dei votanti è dell'88%. Il 40,7% dei votanti si esprime a favore dell'abrogazione, il 59,3% per il "no". All'indomani della consultazione, tutti i giornali italiani riportano con grande enfasi l'esito del primo referendum abrogativo della storia del paese. I risultati, scrive la "Civiltà cattolica", sono «una sorpresa per tutti»: il divario fra i "sì" e i "no" è di 6 milioni di voti a favore dello schieramento laico, uno scarto che nemmeno le previsioni più ottimistiche dei divorzisti avevano previsto. In Valle d'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna e Piemonte, i "no" oscillano fra il 70 e il 75%; in Toscana, Umbria, Friuli-Venezia Giulia e Lazio fra il 60 e il 70%; in Lombardia, Marche, Sardegna, Abruzzo e Sicilia fra il 50 e il 60%. In tutte le grandi città la media divorzista è del 67%. Non è vero, come molti avevano pronosticato, che i "no" degli uomini sarebbero stati bilanciati dai "sì" delle donne: se non si può distinguere il voto maschile da quello femminile, scrive ancora il quindicinale dei gesuiti, si può tuttavia ritenere che «almeno là dove i "no" hanno toccato punte altissime [...] la maggioranza delle donne abbia votato "no"». «Grande vittoria della libertà», scrive l'"Unità": «La legge sul divorzio non sarà abolita»; «Una valanga di NO», titolano il "Corriere della Sera" e l'"Avanti!". «Gli italiani sono più avanti degli uomini che li governano», postilla "L'Europeo" sotto un "NO" a tutta pagina. Ha vinto l'Italia moderna: il divorzio resta."

  L'AUTRICE – Fiamma Lussana è docente di Storia contemporanea all'Università di Sassari.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - 1. Matrimoni all'italiana (Il divorzio e un "germe velenoso": il dibattito sulla famiglia all'Assemblea Costituente - Famiglie italiane negli anni Cinquanta - Fra "miracolo" e postmiracolo) - 2. La battaglia del divorzio (Annullati e separati dallo Stato unitario all'Italia repubblicana - Inizia la bagarre sul progetto Fortuna - Lo scontro alla Camera: il divorzio e costituzionale? - La Chiesa scende in campo) - 3. Divorzio e annullamento ecclesiastico (Verso la legge - Quod Deus coniunxit: i casi di nullità nel Codex - La crociata) - 4. Lettere e cartoline inedite dei "fuorilegge del matrimonio" (Motti e slogan - Brevi testi – Lettere - Lettere ad "abc") - Archivi e fondi consultati - Indice dei nomi