Il mito dell'alchimia Stampa E-mail

Mircea Eliade

Il mito dell'alchimia
seguito da
L'alchimia asiatica


Bollati Boringhieri, pagg.133, € 12,00

 

eliade alchimia  IL LIBRO – Le rivalutazioni hanno talora un paradossale effetto oscurante. Nel momento in cui l'alchimia è assurta a oggetto di studio, è stata recintata nel limbo inoffensivo degli antesignani: una prechimica interessante unicamente per gli aspetti anticipatori dello spirito d'osservazione, della razionalità induttiva e della capacità manipolatoria poi incarnati appieno dalla scienza matura. La prospettiva di Mircea Eliade si colloca all'opposto diametrale. Il grandissimo storico delle religioni ricusa come illegittima la filiazione diretta, per raffinamento scientifico, della moderna chimica dalla congerie di operazioni e dottrine esoteriche che nei secoli si sono tramandate in segreto e che sono rimaste sigillate per i non iniziati. Secondo lui, se da un lato la modernità ha messo a frutto certa empiria metallurgica cara agli alchimisti e ha cristallizzato il millenario sogno alchemico dell'uomo-creatore secolarizzandolo nell'idea prometeica di un progresso senza fine, dall'altro «solo chi ha smarrito il senso dell'alchimia può ricollegarla alla chimica». Al recupero di questo «senso», di un'antica verità offuscata, dedica pagine memorabili. Si immerge nell'alchimia asiatica – cinese e indiana in particolare – che ha esaltato soprattutto le tecniche spirituali, ovvero le pratiche magico-ascetiche di matrice tantrica, necessarie ad assimilare le virtù perfezionatrici. Perché «l'alchimista alla ricerca dell'Elixir è più simile al mistico che cerca la propria via all'immortalità che non all'uomo di scienza». L'oro in cui tenta di trasmutare il suo corpo si identifica con una vita purificata non più soggetta a morte.

  DAL TESTO – "L'alchimia è stata, e resta, una tecnica spirituale attraverso cui l'uomo può assimilare le virtù che reggono l'esistenza e perseguire l'immortalità. L'Elixir di lunga vita non è altro che l'immortalità, fine di tutte le tecniche mistiche di ogni epoca e luogo. L'alchimista alla ricerca dell'Elixir è più simile al mistico che cerca la propria via all'immortalità che non all'uomo di scienza. Quanto all'oro - alla Pietra Filosofale - esso aveva, come abbiamo visto, una funzione puramente spirituale: infondere nell'uomo il principio imperituro dello yang. La stessa formula che consentiva di ottenere l'Elixir di lunga vita serviva anche, talora, a produrre l'oro alchemico; il che dimostra, una volta di più, che l'oro di cui parlano i testi di cui ci occupiamo aveva un valore mistico, nel senso che la sua assimilazione conferiva l'immortalità. Ed è proprio l'immortalità ciò a cui gli alchimisti cinesi ambivano quando cercavano la Pietra Filosofale e non all'oro in quanto semplice metallo. L'oro d'altronde - che in Cina si trovava in abbondanza - non è sempre stato considerato un metallo prezioso e un talismano, come accadeva invece fin dai tempi più antichi per il cinabro.
  "Pare che le origini storiche dell'alchimia siano da ricercare in relazione alla preparazione sintetica del cinabro - mentre le sue origini «vitali» affondano, come abbiamo visto, nella ricerca dell'immortalità. Il cinabro è sempre stato considerato in Cina una sostanza dotata di un potere talismanico e particolarmente apprezzato per le sue virtù rigeneratrici. Il suo colore rosso era ricco di proprietà vitali, essendo simbolo del sangue - il principio della vita – e svolgeva per questo un ruolo fondamentale nell'accesso all'immortalità. Fin da epoche preistoriche, il cinabro veniva utilizzato in Cina nelle tombe dei ricchi aristocratici nell'intento di assicurare loro l'immortalità."

  L'AUTORE – Mircea Eliade (1907-1986), di origine rumena, storico delle religioni e mitologo tra i più eminenti del Novecento, nel dopoguerra insegnò all'École Pratique des Hautes Études di Parigi, dove si era trasferito nel 1945, e in seguito (dal 1957 alla morte) all'Università di Chicago. Tra le sue opere tradotte in italiano: "Il mito dell'eterno ritorno" (1966), "Lo sciamanesimo e le tecniche dell'estasi" (1974), "La nascita mistica. Riti e simboli d'iniziazione" (1988), "Spezzare il tetto della casa. La creatività e i suoi simboli" (1998), "Le promesse dell'equinozio. Memorie 1 (1907-1937)" (1995), "Le messi del solstizio. Memorie 2" (1937-1960) (1996), "Fragmentarium" (2008) e "Diario portoghese" (2009). La gran parte dei suoi scritti fondamentali è disponibile nel catalogo Bollati Boringhieri: "Il sacro e il profano" (1967), "Arti del metallo e alchimia" (1980), "Tecniche dello Yoga" (1984), "India" (1991), "Diario d'India" (1995), "La biblioteca del maharaja" e "Soliloqui" (1997), "Sull'erotica mistica indiana e altri scritti" (1998), "Trattato di storia delle religioni" (1999) e "L'isola di Euthanasius. Scritti letterari" (2000).

  INDICE DELL'OPERA – Il mito dell'alchimia - L'alchimia asiatica - Divenire oro, ovvero l'alchimia non esiste, di Guido Brivio