Nuova Storia Contemporanea, n.4/2014 Stampa E-mail

Nuova Storia Contemporanea, n.4 luglio/agosto 2014

Le Lettere, pagg.168, € 11,50

 

nsc04 2014  - Pietro Di Muccio De Quattro, Una Costituzione liberale per l'Italia
Un'analisi impietosa e penetrante della Costituzione italiana del 1948, condotta senza la timidezza che, di solito, la soggezione rituale alla mitologia costituente fa pesare sul dibattito costituzionale. La Costituzione repubblicana ignora o distorce o confonde i principi del liberalismo classico. Le disposizioni dei suoi articoli sono ambigue e compromissorie, e quindi non in grado di impedire lo sviluppo di un sistema politico bensì democratico ma piuttosto illiberale.

  - Antonio Ciarrapico, La denazionalizzazione della politica estera italiana
La formazione intellettuale di Carlo Sforza e in particolare il suo interesse per il pensiero di Giuseppe Mazzini spiegano come egli, interventista democratico in occasione della Prima guerra mondiale, ma contrario all'esecuzione integrale del Patto di Londra, affrontò il problema delle frontiere orientali italiane con l'accordo di Rapallo con il vicino Stato jugoslavo.

  - Francescomaria Evangelisti, L'arte fascista all'Esposizione di Parigi del 1937
L'articolo analizza i messaggi propagandistici diretti verso l'opinione pubblica internazionale e nazionale veicolati dalle opere d'arte e decorative ospitate nel padiglione italiano all'Esposizione internazionale di Parigi del 1937. L'analisi del contenuto ideologico di alcune opere esposte, l'individuazione delle dinamiche organizzative della Mostra, dell'intenzionalità e dell'interesse propagandistico sono basate su documentazione in gran parte inedita.

  - Fabio Fattore, I corrispondenti aeronautici italiani nella Seconda guerra mondiale
La propaganda aeronautica, che con Italo Balbo negli anni '30 ha alimentato bene il mito della potenza fascista, perde la sfida più importante: soccorrere l'aviazione in crisi durante la Seconda guerra mondiale. Uno degli esempi più chiari di questo fallimento è la gestione, caotica e inadeguata, dei corrispondenti di guerra, da parte dei Ministeri della Cultura popolare e dell'Aeronautica.

  - Mauro Bontempi, Il cattolicesimo liberale di Angelo Costa
Angelo Costa, affermato imprenditore e più volte leader dell'associazione degli industriali, elabora nella sua prima produzione un "metodo" di libertà, ove si incontrano la tradizione cattolica e liberale ottocentesca e le influenze di "maestri" ed estimatori (Zappa, Cabiati, Einaudi, Bresciani-Turroni). Concentrandosi sul periodo della formazione, il saggio propone il ritratto di un "cavaliere solitario" che, muovendosi con disinvoltura tra teoria economica ed etica, tra politica e religione, può essere considerato un autentico, originale erede della tradizione cattolico-liberale ottocentesca nell'Italia del secondo dopoguerra.

  - Alessandro Guida, La via cilena al socialismo nella stampa italiana di sinistra (1970-73)
Nel saggio si analizzano la percezione e la rappresentazione dell'esperienza di governo di Salvador Allende da parte dei principali organi di stampa appartenenti al mondo della sinistra parlamentare e extraparlamentare italiana, in un arco temporale compreso fra il gennaio del 1970 e il settembre del 1973. Sono presi in esame gli organi ufficiali del Partito comunista italiano (Pci) - il quotidiano «l'Unità» e le riviste di analisi politica «Rinascita» e «Critica Marxista» - l'«Avanti!», quotidiano del Partito socialista italiano (PSI), «Paese Sera», testata all'epoca "collaterale" al Partito comunista italiano, e i principali organi di riferimento della sinistra extraparlamentare italiana post-sessantottina, «Il Manifesto» e «Lotta Continua».

  - Michaela Sapio, Gli americani in Manciuria
Il saggio tratta le criticità dell'occupazione americana in Manciuria nel secondo dopoguerra e in particolare mette a fuoco la spinosa questione delle riparazioni di guerra a carico del Giappone nello studio condotto da Pauley, rappresentante personale del presidente americano nella Far Eastern Commission (Fec).

  - Luca Tedesco, «Le Americhe» della nuova destra italiana
Dagli anni Ottanta a oggi la mole di lavori sulla Nuova destra italiana è andata aumentando sensibilmente; eppure, riflessioni sull'antiamericanismo da essa elaborato e quindi sulla sua originalità e discontinuità rispetto a quelli che allignavano nel mondo neofascista sono sostanzialmente mancate. Il presente saggio si propone di colmare tale lacuna, evidenziando come l'antiamericanismo della Nuova destra non si limitasse a reiterare pigramente posizioni precedenti. La Nuova destra, infatti, si incaricò di investigare le diverse pieghe della realtà culturale americana, rinvenendo addirittura in esperienze storico-culturali 'perdenti' o minoritarie di quella realtà assonanze con il proprio universo intellettuale.

  - Federico Niglia, I viaggi in Italia di Harry Kessler
Harry Kessler ha incarnato il prototipo dell'intellettuale tedesco cosmopolita dell'inizio del Novecento. E stato un grande animatore di quella cultura europea che ha tentato di sopravvivere alla Grande guerra e che è stata, infine, travolta dai totalitarismi e dalla Seconda guerra mondiale. L'imponente diario di Kessler rappresenta una miniera per gli storici interessati al periodo che va dalla fine dell'Ottocento agli anni Trenta del Novecento. Luca Renzi e Gabriella Rovagnati hanno selezionato e curato le pagine del diario dedicate ai viaggi di Kessler in Italia: la fitta rete di incontri e visite conferma l'interesse dell'intellettualità tedesca di quegli anni per l'arte e la cultura italiane, come anche l'interesse dei tedeschi per le evoluzioni politiche che interessarono la penisola nel passaggio dall'età liberale al fascismo.

  - Emanuele Farruggia, «L'Ammiraglio»
Ufficiale, gentiluomo, uomo d'azione, guida suprema della Russia. Dai vittoriosi scontri sul Mar Baltico alla fucilazione a Irkutsk, quella dell'Ammiraglio Kolčak è una storia di patriottismo e fedeltà ai valori nazionali e religiosi russi. È anche una storia d'amore ma, a differenza di quella del Dottor Zivago, non è inventata. Seguendo le orme di Sergej Bondarčuk, il film di Andrei Kravčuk è un'opera interessante, con buoni attori e abbastanza fedele alla realtà storica.