La congiura di Catilina. Testo inglese a fronte |
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Ben Jonson
DAL TESTO – "Nobilissimi romani, se voi foste da meno o se la vostra lealtà e il vostro coraggio non giustificassero questo titolo quanto il vostro sangue, non starei qui ora a spendermi in inutili parole e non cercherei di afferrare vane speranze percorrendo vie illusorie e mettendo a repentaglio solide certezze. Ma, poiché in molti e gravissimi pericoli vi ho sempre conosciuti come uomini leali non meno che valorosi, e poiché sento che condividete con me le medesime inclinazioni a volere o a non volere e la stessa concezione del bene e del male, testimonianza della vostra salda amicizia, sono ancora più convinto di intraprendere come vostra guida questa cruciale e meravigliosa impresa. Dei miei progetti precedenti siete stati messi a conoscenza, ciascuno separatamente. Allora, espressi il mio ardente desiderio di gloria; adesso, mi infiamma questo stato di necessità quando prevedo la dura condizione che saremo costretti a sopportare, a meno che a tempo debito non riconquistiamo la libertà frantumando il giogo di ferro forgiato per il nostro collo. Perché come altro possiamo definirlo, quando vediamo che la Repubblica è in mano a pochi e che i giganti dello Stato, a turno, godono abusando di lei? Tutta la terra, i suoi re e tetrarchi sono loro tributari; a ogni ora, popoli e nazioni pagano loro imposte; le ricchezze del mondo fluiscono nelle loro casse e non in quelle di Roma. Mentre - eccezion fatta per quei pochi - tutti noi altri, per quanto eminenti, rispettabili e valorosi possiamo essere, siamo ammucchiati nello stesso gregge con la plebaglia e tenuti in questo stato come se fossimo stati generati soltanto per mangiare granaglie, logorare la lana e bere l'acqua della città, senza onori, autorità né distinzione, tremanti sotto le loro verghe contro cui, se Roma fosse una vera repubblica, dovremmo sfoderare asce splendenti. Tutte le cariche, le magistrature, i titoli appartengono a loro o a chi decidono di conferirli. A noi lasciano i pericoli, le sconfitte elettorali, i processi e la miseria." L'AUTORE – Ben Jonson (1572-1637) fu uno dei più rinomati drammaturghi del Seicento nonché autore (in collaborazione con Inigo Jones) di molti celebrati masques per la corte di Giacomo I. I suoi maggiori successi furono "Volpone" (1605), "The Alchemist" (1610) e "Bartholomew Fair" (1614). IL CURATORE - Domenico Lovascio è dottorando in Letterature comparate euro-americane presso l'Università degli Studi di Genova. È attualmente impegnato in un progetto di ricerca sulla figura di Giulio Cesare nel teatro inglese del Cinquecento e del Seicento. Suoi saggi sono apparsi in "Notes and Queries" e in "L'analisi linguistica e letteraria". INDICE DELL'OPERA – Ringraziamenti – Introduzione - I. Storia delle rappresentazioni teatrali - II. La fortuna e l'eredità critica - III. Le fonti classiche - IV. Truth of Argument - V. La politica in Catiline - VI. I personaggi - VII. Conclusione - Nota al testo - Nota alla traduzione - Bibliografia critica - Catiline His Conspiracy / La congiura di Catilina - Act I / Atto I - Act II / Atto II - Act III / Atto III - Act IV - Atto IV - Act V / Atto V - Note critiche - Note all'Atto I - Note all'Atto II - Note all'Atto III - Note all'Atto IV - Note all'Atto V |