Europa e capitalismo. Per riaprire il futuro Stampa

Diego Fusaro

Europa e capitalismo
Per riaprire il futuro


Mimesis Edizioni, pagg.141, € 14,00

 

fusaro europa  IL LIBRO – L'odierna Unione Europea è troppo spesso presentata come la realizzazione perfetta dell'idea di un'Europa dei popoli e della libertà. Il presente saggio rovescia questo comune modo di intendere la realtà. A un'analisi attenta e ideologicamente non condizionata, infatti, l'Europa corrisponde a una "rivoluzione passiva" (Gramsci) con cui i dominanti, dopo il 1989, hanno stabilizzato il nesso di forza capitalistico e l'hanno fatto rimuovendo la forza che ancora in parte lo contrastava, lo Stato nazionale sovrano, con il primato del politico sull'economico e con diritti sociali garantiti. Trionfo di un capitalismo ormai assoluto, la creazione dell'Unione Europea ha provveduto a esautorare l'egemonia del politico: ha aperto la strada all'irresistibile ciclo delle privatizzazioni e dei tagli alla spesa pubblica, della precarizzazione forzata del lavoro e della riduzione sempre più netta dei diritti sociali, imponendo la violenza economica ai danni dei subalterni e dei popoli economicamente più deboli. Per questo, la sola via per riaprire il futuro, per difendere i popoli e il lavoro e per continuare nella lotta che fu di Marx e di Gramsci, deve oggi muovere da una critica radicale dell'Europa dell'euro e della finanza.

  DAL TESTO – "Occorre opporsi alla presente caricatura dell'Europa, il nobile nome che si attribuisce all'odierna eurocrazia che ci sta trascinando nell'abisso sociale e politico: e questo in uno scenario in cui, in una Guernica di tipo sociale, agli Italiani come agli Spagnoli si impone l'appoggio incondizionato delle politiche europee (e dei conseguenti sacrifici) anche quando esse costringono a licenziare senza regole i cittadini e a privarli di ogni garanzia, con palese ricorso alla coercizione e al raggiro (sia pure tramite la mediazione ingannatrice del suffragio universale).
  "Il progetto eurocratico si rivela organico alla dinamica post-1989 a) di destrutturazione degli Stati nazionali come centri politici autonomi e b) di spoliticizzazione integrale dell'economia. Dal Trattato di Maastricht (1993) a quello di Lisbona (2007), la creazione del regime eurocratico ha provveduto a esautorare l'egemonia del politico, aprendo la strada all'irresistibile ciclo delle privatizzazioni e dei tagli alla spesa pubblica, della precarizzazione forzata del lavoro e della riduzione sempre più netta dei diritti sociali. Si è trattato di un vero e proprio colpo di stato finanziario, in forza del quale la finanza transnazionale ha preso a dettare indisturbatamente le regole, imponendo agli Stati non più sovrani di aderire cadavericamente.
  "L'ideale di un'Europa di Stati nazionali democratizzati, liberi e uguali, in cui siano rispettate le culture e le tradizioni nazionali, le comunità etniche e religiose, è oggi reso impossibile dalla finanziarizzazione del vecchio continente, dall'imposizione della sola cultura del mercato e dalla sottomissione dei popoli sovrani alla giunta militare di tipo economico propria della dittatura finanziaria."

  L'AUTORE – Diego Fusaro (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) è attento studioso della "filosofia della storia" e delle strutture della temporalità storica, con particolare attenzione al pensiero di Fichte, Hegel, Marx, Gentile e Gramsci, e alla "storia dei concetti" tedesca. Tra i suoi studi più recenti, si segnalano: "Bentornato Marx!" (2009), "Essere senza tempo" (2010), "Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo" (2012), "Il futuro è nostro" (2014), "Antonio Gramsci. La passione di essere nel mondo" (2015). È il curatore del progetto internet "La filosofia e i suoi eroi" (www.filosofico.net).

  INDICE DELL'OPERA – La melanconia come cifra della condizione neoliberale - L'euro come fondamento del capitalismo assoluto - Il potere invisibile contro la sovranità democratica - Riconquistare la libertà perduta: la molteplicità degli Stati sovrani - Eterno presente e desertificazione dell'avvenire - L'utopia necessaria. Riaprire il conflitto contro il capitale - Resistere alla monarchia universale - La rivoluzione a partire dalla cultura - Note sull'ideologia della "fine della storia". Per tornare a pensare il presente come storicità - Il mito del mercato: la civiltà di Robinson Crusoe - Monoteismo del mercato e critica della teologia economica - Riprendersi il futuro. Utopia, storia e possibilità - Le tre figure dialettiche del capitalismo - Ripartire dall'idealismo - Conclusione. Il futuro è nostro!