Shakespeare e il cinema Stampa

Ilaria Floreano

Shakespeare e il cinema
Vita e opere del Bardo sul grande schermo


Gremese Editore, pagg.192, € 19,50

 

floreano shakespeare  IL LIBRO – William Shakespeare è morto 400 anni fa, ma il suo genio, sul grande schermo, non conosce tramonto: dal cinema muto alla golden age hollywoodiana, dagli allestimenti rigorosi di Laurence Olivier alle sperimentazioni geniali di Welles e Kurosawa, dalle proposte patinate di Zeffirelli alle rivisitazioni moderne di Kenneth Branagh, passando per autori come Godard e Polanski, le sue opere (da "Amleto" a "Macbeth", da "Romeo e Giulietta" al "Sogno di una notte di mezza estate") continuano a ispirare adattamenti, citazioni e omaggi, anche nei generi e nei luoghi più disparati (dal western all'horror, da Chinatown al carcere di Rebibbia). "Shakespeare e il cinema" si propone di raccontare al lettore in modo piacevole e scorrevole - frutto però di una ricerca approfondita e scrupolosa - il variegato percorso delle trasposizioni cine-shakespeariane nel corso dei decenni, inclusi i film che hanno cercato di raccontare la vita misteriosa del Bardo. Il tutto arricchito dalla più vasta filmografia shakespeariana mai pubblicata in Italia, da aneddoti e scene cult, da battute memorabili e curiosità dal set, nonché da un ricchissimo repertorio di foto di scena e fotogrammi dai film: oltre a quelli presenti nel testo, il lettore potrà trovarne migliaia online semplicemente inquadrando con lo smartphone il codice QR presente nell'indice del libro o digitando il link corrispondente. Per ricostruire un mondo variegato e intrecciato, fatto di teatro e cinema, ossia "della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni".

  DAL TESTO – "Insomma, è come se Shakespeare avesse scritto per il cinema. I suoi testi sono già quasi sceneggiature: scene giustapposte e mai troppo lunghe, caratteri a tutto tondo espressi con battute fulminanti, gesti significanti e significativi. Nell'incipit della Tempesta si comporta addirittura come un regista: costruisce un totale, poi rallenta l'azione e procede per piani ravvicinati, analizzando i vari personaggi. Prospero è un mago che inventa mondi, Shakespeare inventava mondi con la parola, e cos'è un regista se non un inventore di mondi supportato da macchina da presa ed effetti speciali? Come se non bastasse, era anche un incredibile montatore: sapeva sempre il punto giusto in cui interrompere una scena, quello esatto in cui farla cominciare."

  L'AUTRICE – Ilaria Floreano è nata a Desio nel 1984. Editor e traduttrice, collabora con agenzie di comunicazione milanesi in veste di autrice e scrive per «FilmTV», «Nocturno» e farefilm.it. Ha tradotto "Kill Bill Diary" di David Carradine e "Béla Tarr. Il tempo del dopo" di Jacques Rancière. Tra i suoi libri: "Concerto per macchina da presa. Musica e suono nel cinema di Krzyzstof Kieslowski" (Heterotopia, 2011) e "Ciak, mi sposo! I film più belli per prepararsi alle nozze" (GIV, 2014). Ha scritto il soggetto del cortometraggio "Non senza di me" (Brando De Sica, 2015), vincitore del premio ASVOFF Diane Pernet 2015.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione – Parte prima. Essere o non essere. Shakespeare uomo, attore, pseudonimo e prestanome – Parte seconda. La sostanza dei sogni. Shakespeare sul grande schermo – Parte terza. Ci sono più cose in cielo e in terra – Filmografia – Bibliografia essenziale – Indice analitico