Senza la guerra Stampa E-mail

Massimo Cacciari, Lucio Caracciolo, Ernesto Galli della Loggia, Elisabetta Rasy

Senza la guerra

il Mulino, pagg.128, € 12,00

 

dellaloggia senzaguerra  IL LIBRO – Dopo il '45 è sembrato che l'Europa riuscisse a mettere fuori gioco la guerra, sconfessando così gran parte del suo stesso passato. Ora però essa è nuovamente circondata da una conflittualità minacciosa, e per le nostre democrazie si sta forse annunciando un appuntamento fatale con la storia: un appuntamento nel quale mille indizi sembrano indicare che la guerra possa tornare d'attualità. Ma l'Europa saprà ritrovarne le categorie culturali, prima ancora che le armi? Provenienti dal mondo della storia, della geopolitica, della filosofia e della letteratura, quattro autorevoli voci fanno i conti con l'evoluzione dell'atteggiamento europeo sulla guerra.

  DAL TESTO – "L'attuale estraneità/ostilità alla guerra in nome di motivazioni etiche (la guerra è qualcosa di immorale, inaccettabile per chiunque voglia stare dalla parte del bene), è anche il sintomo e insieme una delle cause non ultime di una novità decisiva dell'attuale panorama culturale del continente: il crescente, generale, distacco dal passato. Un distacco che ha un suo snodo cruciale nell'applicazione al passato stesso, cioè in buona sostanza alla storia, di un giudizio di tipo morale, precisamente sull'esempio di quanto siamo soliti fare per tanta parte della vicenda del Novecento. Ma alla fine la conseguenza non può che essere, come difatti è, una sola: vale a dire una vera e propria destoricizzazione del passato. E quindi la sua consegna a una sostanziale irrrilevanza.
  "Da questo punto di vista un giudizio specifico circa l'evento guerra, circa una guerra in particolare, si offre come un paradigma quanto mai significativo. Mi riferisco, anche per la non comune ampiezza che esse hanno avuto nell'ambito scolastico, cioè per le giovani generazioni, alle recenti commemorazioni della Prima guerra mondiale.
  "Unici suoi protagonisti sono apparsi i soldati e i civili. Abbiamo assistito dappertutto a una fortissima insistenza sulle sofferenze individuali, sul carattere insopportabile della vita in trincea, sulle atrocità del combattimento, sull'incompetenza e la cecità dei comandi: tutte cose che in vari modi suscitavano, e direi invocavano, la nostra condanna morale all'insegna di un registro civico-compassionevole. Nelle scuole, ma non solo, la guerra è stata utilizzata soprattutto per invitare a riflettere sulla questione della violenza, della barbarie, della sopravvivenza dei singoli in condizioni estreme.
  "Da tutto ciò, è evidente, non poteva che risultare ciò che alla fine è risultato, vale a dire una complessiva delegittimazione dell'evento. Cosa forse ancor più significativa, la sua destoricizzazione. Chi ha un minimo di conoscenza di quanto accaduto, infatti, sa che la Grande guerra non può essere ridotta alle cose dette sopra e alla nostra ripugnanza morale per esse: cose pur tutte vere, naturalmente, ma più o meno comuni a ogni guerra. Anche la battaglia di Canne fu una spaventosa carneficina, e durante la Guerra dei Trent'anni sparì un terzo degli abitanti della Germania."

  GLI AUTORI – Massimo Cacciari ha pubblicato per il Mulino «Io sono il Signore Dio tuo» (con P. Coda, 2010) e «Ama il prossimo tuo» (con E. Bianchi, 2011).
  Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di «Limes», ha pubblicato fra l'altro «America vs America» (Laterza, 2011).
  Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato per il Mulino «L'identità italiana» (nuova ed. 2010), «Tre giorni nella storia d'Italia» (2010) e «Europa perduta?» (con G. Amato, 2014).
  Elisabetta Rasy, giornalista e scrittrice, è autrice di numerosi saggi e romanzi; l'ultimo è «Non esistono cose lontane» (Mondadori, 2014).

  INDICE DELL'OPERA - La coscienza europea e le guerre del Novecento, di Ernesto Galli della Loggia - L'eredità geopolitica della Grande guerra, di Lucio Caracciolo - Uomini e donne: metamorfosi della guerra nello specchio della letteratura, di Elisabetta Rasy - Il tramonto di Padre Polemos, di Massimo Cacciari