L’Europa e la «Questione napoletana» 1861-1870 Stampa

Eugenio Di Rienzo

L'Europa e la «Questione napoletana»
1861-1870


D'Amico Editore, pagg.160, € 12,00

 

dirienzo napoletana  IL LIBRO – L'azione diplomatica costituì, subito dopo la nascita del Regno d'Italia (17 marzo 1861), il principale campo di lavoro del governo in esilio di Francesco II. Principale attore di questa strategia sarà Pietro Calà Ulloa, capo dell'esecutivo e leader della corrente costituzionalista, liberale, federalista, sostenuta da Francesco II, che si opponeva a quella conservatrice dei «legittimisti puri» capitanata dall'ex ministro delle Finanze Salvatore Murena e dalla regina madre Maria Teresa. Il Primo ministro si dimostrò convinto fautore della necessità di spostare il tema della «Nazione napoletana» dallo scenario italiano a quello europeo, per porlo al centro del dibattito politico internazionale. Calà Ulloa era, infatti, convinto che la funzione militare del "brigantaggio", insufficiente in mezzi, coordinamento politico e strategico, doveva subordinarsi obbligatoriamente a quella sviluppata dalla diplomazia. La guerriglia contro le forze di occupazione discese da settentrione doveva avere come principale obiettivo quello di mostrare alle Potenze europee l'incapacità del governo di Torino a mantenere il controllo delle province meridionali, se non a patto di utilizzare contro i suoi abitanti un insopportabile regime poliziesco e una spietata repressione.

  DAL TESTO – "Fu nella capitale britannica, nel 1862, che la pronta traduzione in inglese dell'opera di Calà Ulloa, Delle presenti condizioni del Reame delle Due Sicilie, volta anche in francese in quello stesso anno, attirò l'attenzione di una parte dell'establishment britannico, spingendolo a rovesciare contro il sovrano sabaudo la «leyenda nigra» che nel decennio precedente Gladstone e altri pubblicisti inglesi avevano costruito, spesso tra esagerazioni e falsificazioni, per condannare, di fronte a Dio, al mondo e alla storia, Ferdinando II e il suo regime.
  "Fu nella Camera dei Comuni, inoltre, dal maggio 1860 al marzo-luglio 1861, che il dibattito su quella che fu definita la «questione napoletana» iniziò a prendere vigore, con un'esplicita chiamata a correo del governo Palmerston, accusato di aver favorito, contro ogni regola del diritto internazionale, lo sbarco in Sicilia di Garibaldi, per trasformarsi poi, nelle sedute parlamentari del maggio 1863, in una rovente requisitoria contro la politica del governo di Torino."

  L'AUTORE – Eugenio Di Rienzo, ordinario di Storia moderna presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Roma - la Sapienza, è direttore della «Nuova Rivista Storica». Tra i suoi recenti lavori ricordiamo: "Napoleone III", Salerno Editrice, 2010; "Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee", Rubbettino Editore, 2012; "Le Potenze dell'Asse e l'Unione Sovietica, 1939-1945", Rubettino Editore, 2013 (insieme a Emilio Gin); "Afghanistan. Il «Grande Gioco», 1914-1947", Salerno Editrice, 2014; "Il conflitto russo-ucraino. Geopolitica del nuovo (dis)ordine mondiale", Rubbettino Editore, 2015; "Il «Gioco degli Imperi». La Guerra d'Etiopia e le origini del secondo conflitto mondiale", Società Editrice Dante Alighieri, 2016.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - Capitolo primo. La «Nazione napoletana» prima e dopo il 1860 - Capitolo secondo. Il Parlamento britannico, il brigantaggio politico, la repressione dell'insorgenza anti-unitaria, la camorra e la mafia - Capitolo terzo. Tra Torino e Napoli, tra Parigi e Varsavia: il governo economico delle province meridionali dopo il 1861 e il Mezzogiorno come «Polonia mediterranea» - Capitolo quarto. Dalla «questione napoletana» alla «questione meridionale» - Indice dei nomi – Appendice (Il discorso di Lord Lennox alla Camera dei Comuni dell'8 maggio 1863 - Confronto storico)