Leni Riefenstahl. La regista di Hitler Stampa

Jérôme Bimbenet

Leni Riefenstahl
La regista di Hitler


Lindau, pagg.376, € 29,00

 

bimbenet leni  IL LIBRO – Ballerina, celebrata attrice di film di montagna, regista rivoluzionaria, straordinaria fotografa, Leni Riefenstahl (1902-2003) commise il grave errore di mettersi al servizio del nazismo. Nel 1932, l'incontro con Adolf Hitler cambiò il suo destino. Tra lei e il Führer fu un colpo di fulmine.
  Nel 1934, accettò di dirigere il film del Congresso del Partito Nazista a Norimberga, "Il trionfo della volontà" (Der Sieg des Glaubens), archetipo delle pellicole di propaganda, mentre due anni dopo firmò il film-documentario "Olympia" sui Giochi Olimpici di Berlino, che divenne un successo mondiale. Poi la fine della guerra e la caduta del Reich: Leni Riefenstahl sfuggì alla denazificazione, ma divenne oggetto di odio o, quantomeno, di sospetto.
  Tuttavia grandi registi quali Steven Spielberg e George Lucas hanno riconosciuto di averne subito l'influenza. Ma chi fu davvero «la regista del Führer»? Quanto fu consapevole degli orrori del nazismo? Quanto ne fu complice? E quale deve essere la relazione tra arte e politica, tra estetica e morale?
  Questa biografia ci restituisce la complessità di un'artista controversa, nella cui opera il senso del bello e la retorica del potere si combinano per dar vita a quel meccanismo perverso che è riuscito ad ammaliare una nazione e che ancora oggi esercita un fascino indecifrabile.

  DAL TESTO – "Trionfo della volontà non è tanto un film a lode e gloria del regime nazista, quanto a lode e gloria del suo capo, Adolf Hitler: «Non c'erano che due temi: c'era Hitler e c'era il popolo» ha riassunto Leni Riefenstahl. Il film è dunque costruito su una contrapposizione binaria tra la massa disumanizzata e l'individuo, in cui giustamente il capo incarna l'umanizzazione della massa, transfert della volontà di tutto un popolo su un solo uomo. Se malgrado tutto Leni filma in primo piano i volti dei soldati che sfilano o alcuni dettagli della folla, avviene per meglio integrare la loro sottomissione al mondo nuovo, per esempio l'osmosi tra i visi (spesso filmati contro il cielo, questo cielo rigeneratore da cui sta arrivare il Salvatore) e l'architettura di Norimberga (spesso filmata anch'essa contro il cielo): quei «volti sono posseduti da un fanatismo vicino all'isteria».
  "Come il Congresso, anche il film è suddiviso in giornate. Un'opera a lode e gloria del nazismo con il suo prologo che precede l'azione. Nei primi minuti lo schermo resta nero e un'ouverture musicale ci porta lentamente nel film, in cui la prima immagine è l'aquila hitleriana sormontata dal titolo, apparizione come punto culminante di un'annunciata attesa."

  L'AUTORE – Jérôme Bimbenet è uno storico del cinema. Ricercatore presso l'Institut du temps présent del CNRS, collabora a riviste di argomento storico, e in particolare si occupa del periodo relativo alla seconda guerra mondiale. È autore tra gli altri dei libri "Quand la cinéaste d'Hitler fascinait la France" (2006) e "Film et histoire" (2007).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Parte prima. Ascesa (1902-1933) - 1. La ragazzina dallo «sguardo d'argento» - 2. Nascita di un'artista - 3. Debutti ufficiali - 4. Arnold Fanck: un incontro decisivo - 5. Anni difficili - 6. L'incontro - Parte seconda. Il Trionfo (1933-1945) - 1. Il trittico di Norimberga - 2. Filmare la Germania per il mondo: i Giochi Olimpici del 1936 - 3. Dal set al campo di prigionia - Parte terza. Giustificazione (1945-2003) - 1. Ovunque indesiderabile - 2. Denazificata - 3. «Indubbiamente lei non potrà mai più fare il suo mestiere» - 4. Un contrastato ritorno in auge - 5. Dalla cinepresa alla macchina fotografica - 6. Jet set, pop art e auto celebrazione - Conclusione. Eredità - Filmografia di Leni Riefenstahl – Bibliografia – Ringraziamenti