Rodi. I giorni dell'attesa (1941-1943) Stampa E-mail

Guglielmo Longhi

Rodi
I giorni dell'attesa
(1941-1943)


Mursia, pagg.192, € 15,00

 

longhi rodi  IL LIBRO – «Io sto andando a combattere, e come me migliaia di italiani, in un'isola in mezzo all'Egeo. E vogliamo far capire cos'è la Patria.»
  Il 2 luglio 1941 Lodovico Longhi, tenente della 91a Compagnia Genio artieri, sbarca a Rodi, nel Mar Egeo. È il momento più alto delle aspirazioni del Duce che poco più di un anno prima ha portato l'Italia in guerra. Longhi è un fascista, vuole combattere per la Patria, si ritrova, invece, lontano dal fronte, in un'isola meravigliosa dove accade poco o niente. Il giovane vuole combattere e non si rassegna: scrive lettere all'amico Giorgio Pini per essere trasferito in Africa o in Russia, sollecita, protesta, ma niente.
  L'8 settembre tutto precipita e per il giovane tenente, dopo due anni, ecco l'umiliazione della resa all'ex alleato tedesco. Internato nel campo di Biala Podlaska, aderisce alla RSI e torna in Italia per combattere una guerra ormai persa. Per salvare l'onore e, forse, le proprie illusioni.
  "Lodovico Longhi – si legge nella Prefazione di Mario Cervi - non ha scritto, per attestare la sua fede, ha agito. Preferendo l'inferno russo al paradiso di Rodi. Quel movimento politico importante che fu il Fascismo aveva sfaccettature diverse e magari opposte. Aveva i carrieristi, gli intriganti, i violenti ma aveva anche gli idealisti, refrattari alla lezione del buon senso e attenti alla lezione delle proprie convinzioni (il ragionamento può valere anche per l'Antifascismo). Nelle ammirazioni, nelle aspirazioni e nelle nostalgie di Lodovico c'era molta ingenuità. Ma meschinità mai."

  DAL TESTO – "Mio padre non rispose, si affacciò alla finestra e guardò in strada: molti soldati stavano festeggiando, urlando, sparando a salve: «Natale a casa!», «La guerra è finita!». Anche le batterie della compagnia costiera di Capo Vodi cominciarono a sparare, l'isola sembrava attraversata da una lunghissima scossa elettrica. Ma l'euforia era destinata a durare poco: ascoltato il messaggio di Badoglio, l'ammiraglio Campioni chiese al generale Arnaldo Forgiero che da pochi giorni aveva il comando militare di Rodi, di prendere contatti con Kleemann. Forgiero incontrò Kleemann a Monte Profeta per cercare un accordo che evitasse il peggio e gli propose di tenere le truppe ferme sulle proprie posizioni. Kleemann accettò, visto che la notizia dell'armistizio aveva sorpreso anche i tedeschi.
  "C'è poco da festeggiare, pensò mio padre, sentendo gli ultimi colpi di gioia prima del coprifuoco e tenendo per sé dubbi e paure. Quella terribile sera, aveva bisogno di una ventata di ottimismo e di normalità. Per questo aprì il libro di Pini a pagina 226, erano le ultime pagine della biografia dedicate al ritratto del Duce."

  L'AUTORE – Guglielmo Longhi (Milano 1958), giornalista professionista, vive a Milano e lavora alla «Gazzetta dello Sport» dal 1987, dopo un'esperienza di cinque anni al «Giorno». È autore de "Il vendicatore", un giallo ambientato nel mondo del calcio. Si occupa a tempo pieno di sport, ma la passione per la storia l'ha spinto a sconfinare in un mondo nuovo. La storia raccontata in questo libro è quella di suo padre.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Mario Cervi – Capitoli I-XXXI