I copti nell'Egitto di Nasser Stampa E-mail

Alessia Melcangi

I copti nell'Egitto di Nasser
Tra politica e religione
(1952-70)


Carocci Editore, pagg.270, € 29,00

 

melcangi copti  IL LIBRO – Concentrandosi sull'arco temporale compreso tra il 1952 e il 1970, ossia gli anni di governo del presidente della Repubblica egiziana Gamal 'Abd al-Nasser, il volume racconta come il pragmatismo politico e l'ideologia nasseriana riuscirono a preservare uno spazio d'azione per la comunità copta nel nuovo Egitto rivoluzionario. Quest'ultima cercò di mantenere i margini di partecipazione politica acquisiti negli anni precedenti grazie alla collaborazione instauratasi tra il patriarca Cirillo vi e il presidente. I primi anni repubblicani rappresentarono pertanto una sorta di "epoca d'oro" nei rapporti interconfessionali in Egitto: un periodo di rinascita, che sembrava sfumare le differenze confessionali nell'affermazione di un'unità nazionale pur significativamente marcata dalla primazia dell'islàm. Da questa prospettiva la comunità cristiana non appare più né quale vittima passiva di un islàm totalizzante, né come testimone immobile, ridotta a vivere al di fuori del proprio contesto storico, in una fedeltà ferma alle origini del cristianesimo. Al contrario, l'autrice mette in evidenza l'agire della comunità copta, nella sua interazione con quella musulmana e con le istituzioni dello Stato, senza per questo trascurare le contraddizioni presenti al suo interno. Alla luce di questo percorso storico, gli anni Cinquanta e Sessanta rappresentano una bussola cognitiva per orientarsi nella lettura della storia recente della più grande comunità cristiana in Medio Oriente.
  "In questo volume – scrive, nella Prezione, Bernard Heyberger, directeur d'études à l'École des Hautes Études en Sciences Sociales, Paris - Alessia Melcangi offre ai lettori un'eccellente introduzione alla storia recente dei copti d'Egitto o, se si preferisce, alla "questione copta", attraverso una sintesi basata su una vasta bibliografia in diverse lingue, arricchita da documenti originali provenienti dagli archivi egiziani, britannici, francesi, italiani e vaticani."

  DAL TESTO – "Il governo egiziano nel corso degli anni Sessanta del Novecento attuò nei confronti della Chiesa Copta un'apertura che coinvolse il culto e la "visibilità" del cristianesimo egiziano e concorse alla trasformazione del patriarcato di Alessandria da centro di una Chiesa transnazionale (a cui faceva capo anche la Chiesa etiopica) a una Chiesa nazionale egiziana. Le ricerche più recenti insistono sulla realizzazione di un'alleanza stretta, su temi di carattere politico, tra il patriarcato alessandrino e il regime, alleanza che trovò una delle sue più evidenti manifestazioni nella pubblicità che i mezzi di comunicazione diedero all'amicizia tra il presidente e il patriarca. Potremmo parlare, a tal proposito, di una vera e propria intesa volta a ottenere per la Chiesa notevoli concessioni, e per il regime alleanze e appoggi politici.
  "La Guerra dei Sei giorni consacrò la definitiva alleanza tra la comunità e il regime contro il sionismo e lo Stato di Israele contribuendo al risorgere di uno spirito nazionale in cui i conflitti interni di carattere religioso passarono in secondo ordine. Con la morte di Nasser nel 1970 e la fine del regime socialista ripresero vigore le tendenze del radicalismo che spinsero verso una definizione sempre più accentuata dello Stato secondo le forme dell'appartenenza religiosa maggioritaria. La sconfitta disastrosa nella guerra del 1967, qualche anno prima, aveva già contribuito al riemergere delle ideologie islamiche più tradizionali, che rileggevano quell'episodio tragico per l'Egitto come la sconfessione divina della linea politica (relativamente) laica del regime nasseriano. Iniziò un nuovo periodo di ripiegamento per i copti, che si trovarono a dover ridisegnare la loro posizione all'interno della società, stavolta come "comunità protetta" e non più integrata all'interno del progetto statale. Si aprì allora una nuova fase le cui conseguenze politiche e sociali, dannose per il gruppo cristiano, permettono storicamente di considerare gli anni del nasserismo come gli anni d'oro delle relazioni politiche tra i copti e lo Stato e tra la Chiesa e il potere."

  L'AUTRICE – Alessia Melcangi è assegnista di ricerca nel Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell'Università Sapienza di Roma e collabora con il Centro di ricerche sul sistema sud e il Mediterraneo allargato dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È stata titolare di un assegno di ricerca presso l'Università di Catania. Da anni le sue ricerche si concentrano sulla storia contemporanea del Medio Oriente, con particolare attenzione alle dinamiche sociali e politiche dell'Egitto.

  INDICE DELL'OPERA - Abbreviazioni - Nota sulla traduzione e sui criteri adottati per la traslitterazione – Prefazione, di Bernard Heyberger - Introduzione - 1. Chi sono i copti d'Egitto? Alle origini della questione copta - 2. Il quadro storico: dal governatorato di Mu?ammad 'Al? alla repubblica di Gamal 'Abd al-Nasser - 3. Nazionalismo e religione nel primo Egitto repubblicano (I copti e le sfide del nazionalismo nasseriano / Dīn wa-dawla: religione e Stato nell'Egitto di Gamal 'Abd al-Nasser) - 4. La comunità copta nell'Egitto di Gamal 'Abd al-Nasser (Prima fase (1952-53): il problema dell'integrazione politica nel nuovo Egitto rivoluzionario / Seconda fase (1954-59): tra crisi interna e sfide esterne / Terza fase (1959-70): alla ricerca di un'alleanza politica tra Guerra dei Sei giorni e apparizioni della Madonna) - Conclusioni - Bibliografia - Indice dei nomi