Obblighi «erga omnes» e uso della forza Stampa

Paolo Picone

Obblighi «erga omnes» e uso della forza

Editoriale Scientifica, pagg.XIV-692, € 50,00

 

picone obblighi  IL LIBRO – Questo volume costituisce un'opera largamente autonoma (per i molti saggi in esso per la prima volta contenuti, le modalità di ripartizione della materia, e le finalità che lo ispirano) rispetto al precedente e ormai noto volume, apparso in prima edizione nel 2006, che raccoglieva la maggior parte degli scritti pubblicati dall'Autore sul tema degli obblighi erga omnes. L'opera non si limita più infatti a raccogliere dei saggi, ordinati cronologicamente (saggi comunque assai utili per l'approfondimento delle tematiche trattate), ma si propone di concentrare la propria attenzione su un tema specifico, quello, ancora largamente aperto, concernente la possibile attuazione degli obblighi stessi, o di alcuni di essi, per mezzo di un intervento coercitivo degli Stati basato su un uso unilaterale della forza armata. In considerazione di queste novità, l'opera potrebbe addirittura costituire il modello per una serie di pubblicazioni future, da parte di autori italiani o anche stranieri, volte ad approfondire altri problemi specifici ancora irrisolti sollevati dall'operatività delle norme produttive degli obblighi in questione (come quelli relativi alla loro potenziale utilizzazione per la regolamentazione di beni collettivi e/o comuni internazionali di carattere assai diverso tra loro, o alla differente ripartizione tra gli Stati dei poteri funzionali per la loro attuazione).
  La Prima Parte del volume contiene vari saggi particolarmente utili per consentire al lettore di approfondire, in via necessariamente preliminare, la portata e il modo peculiare di operare delle norme internazionali generali produttive di obblighi erga omnes. Come è noto, l'esistenza di tali norme è stata per la prima volta riconosciuta, in modo del tutto formale, in un noto obiter dictum, dalla sentenza della Corte internazionale di giustizia nel caso della Barcelona Traction, nel 1970, che le ha contrapposte alle tradizionali norme internazionali contrattuali e reciproche, affermando che esse avrebbero invece prodotto delle "obligations des Etats envers la Communautè internationale dans son ensemble", e che tutti gli Stati avrebbero perciò avuto "un intérêt juridique" alla loro attuazione. Negli anni successivi, l'approfondimento della nozione è stato poi condotto a più riprese dalla dottrina, sia autonomamente (con tonalità e per finalità comunque assai diverse), sia nell'ambito dei lavori della Commissione del diritto internazionale per la codificazione della materia della responsabilità degli Stati, lavori che hanno portato, nel 2001, all'adozione di un noto Progetto finale di articoli.
  Dopo gli scritti volti a ricostruire alcuni profili essenziali di funzionamento delle norme internazionali generali produttive di obblighi erga omnes, la Seconda Parte del volume affronta il tema specifico della possibilità che alla loro eventuale violazione (soprattutto quando sia caratterizzata da una gravità particolare) gli Stati o alcuni di essi reagiscano con interventi implicanti l'uso della forza. Dopo la riproduzione di un saggio iniziale dedicato al fenomeno delle autorizzazioni, l'Autore fa parlare direttamente i "fatti", riprendendo perciò le analisi in precedenza condotte con riguardo ai principali episodi di intervento militare giustificati e/o giustificabili dagli Stati sulla base di vere o presunte violazioni di norme produttive di obblighi erga omnes. In rapida successione vengono quindi esaminati prima la guerra del Kosovo; poi gli interventi rispettivamente condotti contro l'Iraq (e l'Afghanistan); ancora l'intervento contro la Libia nel 2011; e infine, in due saggi assai recenti, la guerra ancora in atto contro l'ISIS da parte della coalizione a guida statunitense formatasi nel 2014. Questi episodi mostrano assai bene, in termini geopolitici, il passaggio dalle guerre condotte dall'Occidente per "esportare la democrazia" a quelle attualmente decise per difendersi dal terrorismo; ed evidenziano ancora come sia sempre più diffuso il ricorso degli Stati all'unilateralismo, con molteplici varianti e giustificazioni, soprattutto quando, come nel caso della guerra contro l'ISIS, non sia utilizzabile in partenza per un'azione coercitiva il sistema dell'ONU.

  DAL TESTO – "[...] le soluzioni ricavabili dal Progetto finale di codificazione della responsabilità degli Stati sono nel complesso piuttosto rudimentali e insufficienti. L'obbligo per gli Stati di cooperare, ai sensi del diritto internazionale generale, per reagire ad un grave illecito erga omnes (obbligo previsto dalla disposizione "forte" ma in fondo abbastanza velleitaria costituita dall'art. 41, par. 1) resta infatti largamente indefinito, in assenza tra l'altro di un preliminare approfondimento (che non c'è mai stato), delle caratteristiche peculiari dei molteplici regimi di obblighi erga omnes, esistenti o da instaurare a tutela dei valori essenziali della Comunità internazionale. Mentre il rispetto della Carta dell'ONU, previsto nel Progetto dalla disposizione assai "debole" e residuale dell'art. 59, non è certo di per sé idoneo a far riconoscere all'Organizzazione, nel caso di illeciti erga omnes (suscettibili di assumere il contenuto più vario!), dei poteri generali di reazione, concorrenti con quelli esercitabili in via unilaterale dagli Stati, poteri di cui essa (malgrado l'interpretazione largamente estensiva della nozione di "minaccia alla pace") risulti invece ai termini dello Statuto sicuramente sprovvista."

  L'AUTORE – Paolo Picone è professore emerito di Diritto internazionale nella Facoltà di Giurisprudenza della Università "La Sapienza" di Roma. Ha pubblicato, oltre a numerosissimi articoli e saggi minori, venti opere di carattere monografico, nel campo del diritto internazionale privato, del diritto internazionale pubblico e del diritto internazionale dell'economia. È stato invitato varie volte a tenere corsi di insegnamento in Università straniere (come nel 1971 alla Freie Universität di Berlino Ovest, dove ha collaborato per anni col Prof. W. Wengler; nel 1983 alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Paris I - Sorbonne; nel 1987 al Fachbereich II della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Amburgo); e ha ancora tenuto due corsi all'Académie de droit international de La Haye, poi pubblicati nel "Recueil des cours", il primo nel 1984, e il Corso generale di diritto internazionale privato nel 1999, su "Les méthodes de coordination entre ordres juridiques en droit international privé". È stato Delegato del Governo italiano alla XV (1984), XVI (1988, successioni internazionali), XVII (1993, adozione internazionale) e XVIII (1996, protezione internazionale dei minori) Sessione della Conférence de la Haye de droit international privé. È Direttore della Collana "Diritto internazionale e ordine mondiale", fondata nel 1995 e pubblicata dalla Cedam (quindici volumi finora apparsi).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Parte I. Obblighi erga omnes e responsabilità degli Stati - 1. Obblighi reciproci ed obblighi erga omnes degli Stati nel campo della protezione internazionale dell'ambiente marino dall'inquinamento [1983] - 2. Interventi delle Nazioni Unite e obblighi erga omnes [1995] - 3. Obblighi erga omnes e codificazione della responsabilità degli Stati [2005] - 4. La distinzione tra norme internazionali di jus cogens e norme che producono obblighi erga omnes [2008] - 5. Gli obblighi erga omnes tra passato e futuro [2015] - 6. La responsabilità degli Stati tra codificazione e sviluppo progressivo della materia [2016] - 7. Giurisdizione della Corte internazionale di giustizia e obblighi erga omnes [Picone, Papa: 2013] – Parte II. Uso della forza e reazioni ad illeciti erga omnes - 8. Le autorizzazioni all'uso della forza tra sistema delle Nazioni Unite e diritto internazionale generale [2005] - 9. La "guerra del Kosovo" e il diritto internazionale generale [2000] - 10. La guerra contro l'Iraq e le degenerazioni dell'unilateralismo [2003] - 11. Considerazioni sulla natura della risoluzione del Consiglio di sicurezza a favore di un intervento "umanitario" in Libia [2011] - 12. Unilateralismo e guerra contro l'ISIS [2015] - 13. L'insostenibile leggerezza dell'art. 51 della Carta dell'ONU [2016] - Documentazione