Fuoco e furia. Dentro la Casa Bianca di Trump Stampa E-mail

Michael Wolff

Fuoco e furia
Dentro la Casa Bianca di Trump


Rizzoli, pagg.360, € 22,00

 

wolff furia  IL LIBRO – Il primo anno della presidenza di Trump è stato travolgente e scandaloso per gli Stati Uniti e l'intero mondo. Per raccontarcene gli effetti, Michael Wolff, giornalista che già durante la campagna elettorale aveva frequentato il quartier generale di Trump, si infila nella Casa Bianca "come una mosca sul muro". Wolff osserva da una prospettiva unica il caos nello Studio Ovale e si trova tra le mani un libro esplosivo ricco di retroscena inediti. Trump pensava realmente di vincere? E lo voleva davvero? Quali sono i fini di "Jarvanka", la creatura bifronte composta dalla figlia Ivanka e dal marito Jared Kushner? Perché è stato licenziato il capo dell'FBI, James Comey, e dopo di lui il capo dello staff, Reince Priebus? Perché è stato licenziato Steve Bannon, lo stratega (e anima nera) che aveva portato Trump alla vittoria? Chi è la gola profonda delle rivelazioni sugli incontri tra lo staff di Trump e i russi? Perché è inutile fornire a Trump relazioni, analisi e qualunque testo scritto? Chi sta dirigendo davvero la Casa Bianca? "Fuoco e furia" è il libro che Trump ha tentato invano di bloccare, un caso mondiale che racconta la storia appassionante di un mandato imprevedibile e impetuoso quanto il presidente stesso.

  DAL TESTO – "Bannon aveva studiato approfonditamente la natura degli ordini esecutivi. Negli Stati Uniti non si può governare per decreto, anche se in realtà si può eccome. Per ironia della sorte, era stata proprio l'amministrazione Obama, alle prese con un Congresso recalcitrante, a premere il pedale sugli ordini esecutivi. E adesso, come in un gioco a somma zero, quelli di Trump avrebbero annullato quelli di Obama.
  "Durante la transizione, Bannon e Stephen Miller, un ex assistente di Sessions poi passato alla campagna di Trump e diventato braccio destro di Bannon, compilarono un elenco di oltre duecento ordini esecutivi da emettere nei primi cento giorni.
  "Per Bannon però la priorità assoluta era l'immigrazione. Gli stranieri erano il cruccio numero uno nell'universo delle manie trumpiane. Il tema era spesso liquidato come una fissa delle frange estremiste - uno dei suoi paladini più accaniti era Jeff Sessions, tanto per fare un esempio -, ma Trump era fermamente convinto che molti americani ne avessero fin sopra i capelli degli stranieri, e Bannon, che già aveva condiviso la preoccupazione con Sessions, ora aveva la sua occasione di appurare se il nativismo potesse essere un cavallo vincente. L'esito delle elezioni era la prova che non bisognava più esitare a dichiararsi apertamente etnocentrici convinti."

  L'AUTORE – Michael Wolff, un giornalista politico e scrittore di successo, ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro, tra cui due National Magazine Awards. Scrive regolarmente su "Vanity Fair", "New York", "Hollywood Reporter", "GQ" (edizione inglese), "USA Today" e "The Guardian". Tra i suoi libri i bestseller "Burn Rate" e "The Man Who Owns the News".

  INDICE DELL'OPERA - Nota dell'autore - Prologo. Ailes e Bannon - 1. L'Election Day - 2. La Trump Tower - 3. Day One - 4. Bannon - 5. Jarvanka - 6. La vita alla Casa Bianca - 7. Russia - 8. L'organigramma - 9. La CPAC - 10. Goldman - 11. Intercettazioni - 12. Revocare e sostituire - 13. Bannon agonista - 14. Situation Room - 15. I media - 16. Comey - 17. In patria e all'estero - 18. Il ritorno di Bannon - 19. Mika chi? - 20. McMaster e Scaramucci - 21. Bannon e Scaramucci - 22. Il generale Kelly - Epilogo. Bannon e Trump – Ringraziamenti - Indice dei nomi