Tempo libero, sport e fascismo Stampa

a cura di Daniele Serapiglia

Tempo libero, sport e fascismo

BraDypUS, pagg.252, € 25,00

 

serapiglia tempo  IL LIBRO – Questo volume prende spunto dal seminario "Tempo Libero, Sport e Fascismo", che si è svolto presso l'Università degli Studi di Siena tra il 16 e il 18 ottobre 2014. In quel contesto, studiosi, provenienti dalle Università di: Siena, Bologna, Coimbra, San Paolo del Brasile e Vigo, si sono interrogati sul valore del tempo libero e dello sport nell'ambito dei regimi di Mussolini, Salazar, Franco e Vargas, ponendo le basi per una teoria comune circa la funzione del loisir nel contesto dei fascismi.
  I regimi che videro la luce negli anni Venti e Trenta, oltre a nascere nello stesso contesto storico, intrattenevano strette relazioni diplomatiche e culturali (caratterizzate dalla prevalente influenza del fascismo italiano, che rappresentava il prototipo della nuova forza politica) ed erano percepiti da segmenti dell'opinione pubblica globale, nonché da alcune componenti delle proprie classi dirigenti, come fenomeni politici che appartenevano alla medesima famiglia politica.
  Nell'ambito della generale diffusione, tra le due guerre, di movimenti e regimi autoritari, molti dei quali apertamente legati al progetto ideologico del fascismo, i regimi di questi paesi si distinsero perciò, nonostante le evidenti differenze tra l'uno e l'altro, come un sottoinsieme segnato da forti tratti comuni e da strette relazioni reciproche, definibile come "fascismo latino": un'esperienza distinta, per il diverso ruolo delle politiche della violenza, dell'ideologia o del partito e della religione cattolica, dal modello incarnato dal nazionalsocialismo in Germania o dai sistemi autoritari che presero forma nell'Europa orientale.
 
  DAL TESTO – "L'affermazione dei fascismi, tra le due guerre, in Europa e in Sud America, portò a una diversa concezione dell'educazione e del tempo libero. Il culto della razza e l'utopia dell'uomo nuovo spinsero diversi paesi a dotarsi di strumenti volti al rafforzamento fisico e spirituale delle nuove generazioni. L'educazione fisica divenne centrale per le organizzazioni giovanili e nei contesti scolastici. Allo stesso modo, questa divenne importante nei programmi degli enti che si occupavano dell'organizzazione del tempo libero dei lavoratori. La cura del corpo si diffuse, così, tra le masse, in luoghi del globo dove, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, era appannaggio delle classi elitarie, benché vi fossero stati timidi tentativi di alcuni governi di introdurla in ambito scolastico a scopo propedeutico per la preparazione militare. Pioniera in questo senso era stata la Prussia, che nel 1870 aveva dimostrato la superiorità fisica del proprio esercito durante la guerra contro la Francia, tanto da diventare un modello per gli stati dell'Europa continentale nel campo della preparazione atletica dei soldati."

  IL CURATORE – Daniele Serapiglia è ricercatore integrato dell'Instituto de História Contemporânea dell'Universidade Nova de Lisboa. Nel 2009 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, in regime di co-tutela con l'Universidade de Coimbra, presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell'Università di Bologna, dove è stato assegnista fino al maggio 2016. Autore di diversi saggi sull'Estado Novo portoghese, nel 2011 ha pubblicato una monografia dal titolo "La via portoghese al corporativismo". Negli ultimi anni si è dedicato alla storia sociale dello sport, pubblicando articoli, capitoli di libro e curando il volume "Tempo libero, sport e fascismo" edito nel 2016. È stato visiting scholar presso il Departamento de Motricidad, Rendimiento Humano y Gestión del Deporte dell'Universidad Europea de Madrid e presso l'International Centre for Sports History and Culture della De Montfort University of Leicester. È membro dell'European Committee for Sports History.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Alberto De Bernardi – Introduzione, di Daniele Serapiglia - Parte I. Sport e culto del corpo nell'ideologia fascista e nazista - Reflexöes sobre uma instituição do Estado Novo corporativo, di Luís Reis Torgal - Esporte e Lazer na Johannes Keller Schulle: A transmissão da ideologia nacional socialista alemã nos anos de 1930, di Priscila F. Perazzo e Mariana Lins Prado - Le olimpiadi di Berlino (1936), di Paolo Capuzzo - Parte II. Architettura di regime e spazi per lo sport - Salazar, o "grande árbitro": a inauguração do Estádio Nacional e a leitura portuguesa da construção do "Homem Novo", di Heloisa Paulo - Estádios como palco de celebração do poder. Os ideais autoritários na arquitetura dos estádios do Pacaembu (São Paulo), do Estádio Olimpico (Berlim) e do Foro Itálico (Roma), di Marcos Guterman - Controlo disciplinar e representação estética do corpo no Estado Novo (1933-1945), di Jorge Pais de Sousa - O desporto nas termas da Curia, di Nuno Rosmaninho - Parte III. Gli sport all'epoca dei fascismi - Sport di squadra, consenso e tempo libero in Italia durante il ventennio fascista: il caso della pallacanestro, di Saverio Battente - La palla al volo in epoca fascista, di Daniele Serapiglia - Discurso, fascismo e esporte: o Brasil e a Copa do mundo de 1938, di Maria das Graças Andrade Ataíde de Almeida - Un'impresa fascista tra sport e propaganda. La trasvolata atlantica Italia-Brasile (1930-1931), di Fabio Caffarena e Federico Croci - Sport e colonialismo in Mozambico durante l'Estado Novo, di Fernando Tavares Pimenta - Parte IV. Sport e propaganda - Periodismo no Estado Novo: os bastidores da revista «Inteligência, mensário de opinião mundial» (1935-1946) e revista «Viver! Mensário de Saude, Força e Beleza» (1938-1941), di Ana Luiza Martins - El intercambio propagandístico del fascismo ibérico: ocio, deporte, cine y turismo (1936-1940), di Alberto Pena-Rodríguez - «Stadium» e uma ideia de desporto no fascismo português, di Francisco Pinheiro – Abstract - Indice dei nomi