I noti ospiti Stampa

Giuseppe Mistretta - Giuliano Fragnito

I noti ospiti

Greco & Greco Editori, pagg.118, € 12,00

 

mistretta notiospiti  IL LIBRO – Il 21 maggio 1991 il Colonnello Menghistu, che aveva governato con il pugno di ferro l'Etiopia dal 1974, scappa in Zimbabwe e lascia i suoi più stretti collaboratori nella capitale Addis Abeba, ormai circondata dalle forze dell'opposizione guidate da Meles Zenawi. Berhanu Baye e Addis Tedla, ex Ministro degli Esteri e Capo di Stato Maggiore, insieme ad altri gerarchi, si rifugiano nell'Ambasciata italiana, rinunciando a un'ultima disperata difesa della città, per evitare un'inutile carneficina. La loro accoglienza nella sede diplomatica italiana, che inizialmente poteva apparire come transitoria e tesa a proteggerli da atti di giustizia sommaria, si prolunga sino ai giorni nostri, nonostante i numerosi tentativi di mediazione e un lungo processo condotto in contumacia.
  "I noti ospiti" narra di un periodo cruciale per la storia etiopica e per l'intero Continente africano, che partecipava ai mutamenti determinati dalla fine della Guerra Fredda e della contrapposizione tra i due blocchi: una ridefinizione della mappa politica che necessariamente generava vincitori e sconfitti. I "noti ospiti" appartengono alla categoria degli sconfitti.
  Pur riflettendo solo il pensiero degli Autori, il libro è una ricostruzione storica equilibrata, che mette in risalto il valore umanitario della scelta italiana di accogliere i due fuggitivi, cercando anche di descrivere e comprendere le ragioni dell'Etiopia affinché i due fossero consegnati alle nuove Autorità. Una lettura avvincente, che potrebbe essere una "fìction giallistica", se invece non fosse drammaticamente vera, anche se dimenticata.
  "I noti ospiti – scrive, nella Prefazione, Mario Raffaelli - è un breve scritto che permette di gettare un fascio di luce su una storia dimenticata. Un piccolo tassello, parte della più grande Storia. Si tratta di una vicenda lunga e complessa che ha accompagnato i rapporti tra Italia e Etiopia per oltre vent'anni e che ci dimostra come le relazioni diplomatiche tra due Paesi, accomunati da legami storici e profondi, possono essere caratterizzate da innumerevoli risvolti, alcuni più visibili, altri meno."

  DAL TESTO – "Sul perché mai l'Ambasciatore Angeletti si sia prestato ad accogliere di buon grado gli otto esponenti del passato regime esiste più di una versione.
  "La più semplice, e forse anche la più realistica, si fonda sul suo spiccato senso di umanità, che lo spinge a proteggere persone che conosce, con cui ha avuto diversi rapporti di lavoro e forse in taluni casi una vera amicizia. Sa che sono in difficoltà, non si augura che cadano vittime della vendetta o della giustizia sommaria dei vincitori, e quindi li ospita in Residenza, nella Foresteria e nel compound italiano, sperando che si tratti di una permanenza breve, che in qualche modo si risolverà nei giorni seguenti.
  "Un'altra tesi più articolata e complessa vede nell'ospitalità concessa una studiata strategia, secondo cui l'Italia, gli Stati Uniti e pochi altri Paesi si sono consultati di fronte al precipitare della situazione politica in Etiopia, mentre il regime di Menghistu si sfalda, individuando fra gli esponenti del pericolante regime alcune personalità che possano svolgere il ruolo di moderati "traghettatori" da un sistema politico autocratico a un'ipotesi di Governo più democratico e liberale."

  GLI AUTORI – Giuliano Fragnito è nato a Milano il 26 luglio 1983. Laureato con lode all'Università di Bologna, laurea in scienze politiche e relazioni internazionali, novembre 2008. In seguito è stato nominato Segretario di legazione nella carriera diplomatica, 22 maggio 2009. A Roma ha lavorato nella Direzione Generale Cooperazione & Sviluppo (Mediterraneo Medio Oriente) e presso la Direzione Generale Mondializzazione e Questioni globali (tematiche africane). Dal febbraio 2013 al febbraio 2017 è stato Primo Segretario presso l'Ambasciata d'Italia ad Addis Abeba. Dal febbraio 2017 è Primo Segretario alla Rappresentanza Permanente presso l'UE a Bruxelles (competente per Balcani occidentali, Turchia e tematiche di Allargamento).
  Giuseppe Mistretta, nato a Palermo nel 1958, è un funzionario diplomatico dal 1984. Ha già pubblicato un "giallo" etnico-razziale, intitolato "Per conto del Nero" (Borla editore, 2002); una raccolta di racconti "Nel Paese chiamato Alberi" (Albatros, 2009) edita anche in lingua portoghese; un saggio sulle relazioni storiche fra Italia e Angola, dal titolo "Un ponte lungo quattro secoli" (Gangemi editore, 2013), anch'esso pubblicato in portoghese; e una Guida turistico-culturale sull'Angola, dal titolo "Angola. Un Pase moderno nel centro dell'Africa" (Polaris, 2014). In passato, ha collaborato per le pagine di "Repubblica", il "Corriere della Sera" e "Capital". Fra le sue sedi di servizio, è stato Ambasciatore in Etiopia e in Angola. Sue precedenti esperienze sono state, oltre a Roma, la Repubblica Democratica del Congo, gli Stati Uniti, la Libia e la Gran Bretagna. Ha trascorso circa vent'anni della sua vita professionale in Africa.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa, di Marco Impagliazzo – Prefazione, di Mario Raffaelli – Introduzione - Capitolo I. Alla ricerca di una protezione - Capitolo II. Lafuga di Menghistu e la confusione successiva - Capitolo III. Chi sono gli ospiti e perché vengono accolti - Capitolo IV. I primi giorni del nuovo governo e la resa (o la morte) di alcuni transfughi - Capitolo V. Retrospettiva. La caduta dell'Imperatore e l'avvento del DERG - Capitolo VI. Ritratto di Tesfaye Gebrekidan, Berhnau Bayeh e Addis Tedla - Capitolo VII. I primi giorni del nuovo governo e l'assestamento degli ospiti - Capitolo VIII. La cristallizzazione della situazione - Capitolo IX. La partenza dell'ambasciatore Angeletti - Capitolo X. L'apertura del processo - Capitolo XI. Il processo avanza lentamente - Capitolo XII. Il giornalista d'assalto. La richiesta di perdono di 33 ex gerarchi - Capitolo XIII - La morte di Tesfaye Gebrekidan - Capitolo XIV. La prima sentenza, e poco dopo, la seconda - Capitolo XV. Colpo di scena - Capitolo XVI. Una storia dimenticata - Ringraziamenti