La riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Stampa

Paolo Bargiacchi

La riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Giuffrè Editore, pagg.VIII-258, € 20,00

 

bargiacchi riforma  IL LIBRO – Affrontare il tema della riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è compito gravoso non solo per la difficoltà di individuare percorsi di riforma possibili e plausibili, ma anche per alcune considerazioni di carattere teorico-generale che incidono (e, in parte, anche in senso ostativo) sulla qualificazione in senso giuridico e sul posizionamento sistematico di questo organo nell'ordinamento internazionale.
  L'opera si propone di ricostruire, sotto diversi aspetti, il ruolo e il posizionamento del Consiglio di Sicurezza nell'ordinamento giuridico internazionale, proponendo possibili ipotesi di riforma anche sulla scorta della teoria generale del diritto. Successivamente affronta il tema della possibile deriva egemonica dell'ordinamento internazionale a fronte di certi comportamenti di alcuni Stati e di certe elaborazioni dottrinali a supporto di questi. Infine, esamina (con particolare riferimento al veto e all'ampliamento della membership consiliare) i più recenti propositi di riforma fino al recente Report del Panel nominato dal Segretario Generale ONU che, nel dicembre 2004, ha presentato due possibili "modelli" di riforma (e ampliamento) del Consiglio di Sicurezza.
  C'è poi il problema, tutto politico e per niente giuridico, della volontà degli Stati di attuare l'eventuale riforma individuata. Non è chiaramente un tema utile per un'indagine giuridica e, quindi, l'Autore non ne tiene conto nel presente lavoro. Purtroppo e comunque, resta sullo sfondo la pragmatica considerazione che senza il placet politico di chi attualmente ha la possibilità (giuridica) di tenere in stallo il Sistema di sicurezza delle Nazioni Unite nessuna riforma sarà attuabile e nessun miglioramento - in termini di maggiore equità, giustizia e distensione nelle relazioni internazionali - sarà riscontrabile.

  DAL TESTO – "Serve, infine, a livello onusiano che siano recepite quelle linee di riforma del Consiglio capaci, lentamente e progressivamente, di mettere in moto un meccanismo di riequilibrio dei rapporti sistematici tra diritto e politica: l'elevare a criterio di valutazione per accedere in Consiglio anche il contributo giuridico (vale a dire il rispetto del diritto internazionale) e diplomatico (e non tanto e non solo quello militare ed economico) dello Stato al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, il pretendere giustificazioni coerenti e credibili per l'uso del veto, l'invocare una interpretazione estensiva dell'Allegato alla Risoluzione 267 (III) sono alcuni validi strumenti di riequilibrio sistematico che potrebbero e dovrebbero da subito trovare spazio all'interno delle Nazioni Unite.
  "Proprio sulla falsariga di queste indicazioni, allora, emerge - infine e clamorosamente - la assoluta necessità di uno strumento coerente (e anche «visibile» per l'opinione pubblica internazionale) capace, da un lato, di portare sulla scena internazionale quella competenza, autorevolezza e terzietà che serve per attuare, ponderare e applicare i criteri ed i parametri appena accennati e, dall'altro, di reinstillare nel sistema quella fiducia e quella credibilità oramai definitivamente compromessa."

  L'AUTORE – Paolo Bargiacchi (Roma, 1971) è Professore Ordinario di Diritto internazionale nella Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche dell'Università degli Studi "Kore" di Enna. Nei ruoli universitari dal 2003, ha insegnato Diritto dell'Unione europea nelle Facoltà di Giurisprudenza (sede di Trapani) e di Scienze della Formazione dell'Università di Palermo e nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina. Ha altresì insegnato Diritto internazionale privato, tutela internazionale dei diritti umani e Diritto internazionale dei conflitti armati. È, o è stato, docente e relatore di materie internazionalistiche ed europee in Convegni, Seminari, Master e Corsi di Specializzazione presso Università ed Enti italiani, stranieri ed internazionali come l'Università Sapienza di Roma, l'Università di Cordoba (Spagna), l'UTEPSA di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), l'Università di Astana (Kazakhstan), la SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale), la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, la Scuola Internazionale di Alta Formazione per la prevenzione ed il contrasto al crimine organizzato e lo European Center for Peace and Development in Kosovo. È membro del Comitato dei diritti umani della SIOI e Corresponding Editor per International Legal Materials, oltre che membro di Comitati scientifici di Riviste giuridiche e geopolitiche e di Collegi di Dottorato. È autore di numerosi saggi di diritto internazionale e di diritto dell'Unione, oltre che di tre monografie edite dalla Giuffré e di un "Manuale di Diritto dell'Unione europea" pubblicato nel 2015 per la Aracne. Insieme al Prof. Augusto Sinagra ha altresì pubblicato nel 2009 per la Giuffré un "Manuale di Diritto internazionale pubblico" la cui edizione in lingua spagnola, riveduta ed aggiornata, è uscita nel 2013 in Argentina e la cui seconda edizione italiana è uscita nel 2016.

  INDICE DELL'OPERA - Capitolo I. Considerazioni introduttive (1. Sulla opportunità di una impostazione teorica di carattere generale quale presupposto metodologico dell'indagine scientifica - 2. Prime sintetiche considerazioni sul tema con individuazione del piano di indagine - 3. Le conseguenze per la metodologia scientifica delle illecite interferenze politiche con il sistema giuridico internazionale - 4. Sulla interazione tra gruppo e singolo nella societas internazionale e certe patologie correlate) - Capitolo II. Contributo al posizionamento del Consiglio di Sicurezza nell'ordinamento giuridico internazionale e alcune possibili ricostruzioni in punto di rappresentatività e decisionalità dell'organo (1. Introduzione - 2. La nozione di pubblica funzione internazionale. Il Consiglio di Sicurezza come anomalia politica in una societas internazionale paritaria - 3. Una ricostruzione socio-giuridica del tema della riforma: un Consiglio universale nella rappresentativita' e paritario nella decisionalità - 4. Una diversa e duplice ricostruzione del tema della riforma: la ricerca di criteri oggettivi per l'ingresso dello Stato in un Consiglio a decisionalità paritaria (e rappresentatività non universale) e la decisionalità ponderata in un Consiglio a rappresentativita' universale - 5. La ricerca di criteri oggettivi per l'ingresso dello Stato in un Consiglio a rappresentatività non universale e decisionalità paritaria: un recente contributo della dottrina statunitense - 6. Segue: alcune riflessioni a margine della proposta della dottrina statunitense - 7. La decisionalità ponderata in un Consiglio a rappresentatività universale: il possibile esempio del World Bank Group - 8. Riflessioni conclusive) - Capitolo III. La possibile deriva egemonica dell'ordinamento internazionale (1. La possibile deriva giuridica dell'ordinamento internazionale da una caratterizzazione internazionale paritaria ad una caratterizzazione internazionale egemonica - 2. I sistemi di sicurezza collettiva anorganico ed istituzionale tra politica e diritto - 3. Ulteriori riflessioni in punto di metodologia e piano dell'indagine a fronte di certe impostazioni della dottrina egemonica statunitense - 4. Precisazioni sulla capacità di una teoria politica di determinare la modifica dell'ordinamento giuridico internazionale) - Capitolo IV. Riflessioni su alcuni temi e proposte inerenti la riforma del Consiglio di Sicurezza (1. Introduzione - 2. Individuazione di alcuni temi possibile oggetto di riforma: il veto e l'ampliamento della membership del Consiglio. In particolare, il veto: abolizione ed estensione ai nuovi membri permanenti - 3. Segue: il veto. Le proposte di regolamentare il suo esercizio: in particolare, il reverse veto e la dottrina del power of better argument - 4. Segue: il veto. Le proposte di regolamentazione che ipotizzano un suo esercizio motivato e le raccomandazioni del Panel - 5. L'ampliamento della membership del Consiglio: il criterio di «democraticità» ed il criterio «contributivo» come parametri di ammissione in Consiglio - 6. I lavori del Working Group istituito nel 1993 e la proposta italiana di riforma del Consiglio di Sicurezza - 7. Altre proposte di riforma del Consiglio di Sicurezza: in particolare, quella degli Stati africani; quella del Movimento dei Non Allineati; il Razali Reform Paper - 8. L'High-level Panel on Threats, Challenges and Changes: le raccomandazioni sull'ampliamento della membership del Consiglio di Sicurezza contenute nel Report del 2 dicembre 2004 - 9. Alcune riflessioni sui due modelli di ampliamento della membership del Consiglio di Sicurezza raccomandati dall'High-level Panel - 10. Conclusioni) - Indice degli autori