Dalle regge d'Italia Stampa

a cura di Silvia Ghisotti e Andrea Merlotti

Dalle regge d'Italia
Tesori e simboli della regalità sabauda


SAGEP Editori, pagg.328, € 18,00

 

ghisotti regge  IL LIBRO – L'oggetto principale di questo catalogo sono le regge del Regno d'Italia. L'arco cronologico s'estende dal 1861 al 1920: si apre con l'assunzione del titolo di re d'Italia da parte di Vittorio Emanuele II e si chiude con la decisione di dismettere allo Stato una parte consistente di tali regge, assunta da Vittorio Emanuele III nel 1919. Un sessantennio in cui residenze e palazzi con storie le più disparate divennero il principale simbolo della regalità italiana. Un simbolo, va detto, di cui soprattutto Umberto I e Margherita seppero fare un eccellente uso per diffondere l'immagine della dinastia nel Paese appena unito.
  La mostra vuole quindi essere una riflessione sulla regalità italiana, che, oltre alle regge, investe sia simboli più aulici - quali la corona d'Italia (peraltro un simbolo assai fragile) - sia la capacità di usare gli spazi offerti dalla modernità per trasmettere l'immagine di una dinastia capace di star al passo con i tempi. È indubbio, infatti, che fra Otto e Novecento i Savoia furono percepiti dall'opinione pubblica, soprattutto anglosassone, come la dinastia più antica d'Europa, ma insieme come quella che più d'ogni altra nel continente aveva saputo aggiornarsi alle esigenze della contemporaneità.
  A una prima sezione in cui si riflette sui simboli della regalità sabauda e sulla loro evoluzione, a partire dal momento in cui i Savoia ascesero al titolo regio nel 1713, ne segue una seconda sulle modalità in cui le regge furono arredate e vissute. La riproposizione del trono dei re d'Italia del Quirinale costituisce un elemento di grande valore simbolico, tanto più considerando che esso era prima il trono di Maria Luigia (la moglie di Napoleone, divenuta duchessa di Parma) e che quindi ben racchiude in sé la storia che nel volume viene raccontata. La terza sezione è dedicata a una città che non fu capitale d'Italia, ma alla quale i sovrani sabaudi riservarono una particolare attenzione: Napoli, il cui complesso rapporto con i Savoia attende ancora di esser ricostruito con la serenità necessaria per le riflessioni storiche. Una quarta sezione affronta, pur brevemente, il rapporto fra il gusto della monarchia e le industrie nascenti come quella della moda e del turismo, dando quindi un più profondo senso politico ed economico a scelte che solo apparentemente erano dettate unicamente dal piacere personale dei monarchi. La conclusione è dedicata alla trasformazione di molte delle regge in musei e spazi espositivi: un processo che diede avvio a un dibattito culturale che per alcuni aspetti è ancora aperto ai nostri giorni.

  DAL TESTO – "Quando nel 1861 i Savoia divennero re d'Italia, potevano vantare alle loro spalle una storia di nove secoli,che permetteva loro di dirsi la dinastia più antica d'Europa e quella con la maggiore e mai interrotta permanenza su un trono. Durante gli anni in cui erano stati in Savoia avevano costruito un sistema di residenze che si estendeva da Bourg-en-Bresse a Torino, da Chillon a Vercelli. Poi nel 1563, fissata la sede della corte a Torino, avevano dismesso quasi tutti i castelli in Savoia, e nel volgere d'un secolo e mezzo avevano costruito intorno alla capitale piemontese un sistema di residenze comprendente alcuni capolavori dell'architettura barocca, come Venaria e Stupinigi, nel quale trascorrevano sino a due terzi dell'anno. Nel 1831, infine, col passaggio del trono a Carlo Alberto, del ramo dei principi di Carignano, anche Racconigi e Pollenza erano diventate residenze reali. Poche dinastie come i Savoia hanno creato un patrimonio architettonico tanto consistente, soprattutto in rapporto alla, nel complesso esigua, entità dei loro Stati. Nel 1861, con la nascita del Regnod'Italia, entrarono in possesso d'un ancor più vasto numero di regge e residenze in tutta la penisola. Si trattava, in primis, dei sistemi palatini dei Granduchi di Toscana e dei Re di Napoli, delle residenze asburgiche del Lombardo-Veneto, ma anche delle meno numerose, eppur non meno sfarzose, regge dei duchi di Parma e di Modena. A essi si aggiunsero, poi, i palazzi del Papa, nel 1870. Nessun altra casa reale europea poteva vantare un tesoro architettonico di tale ricchezza e splendore, che comprendeva palazzi che erano stati per secoli fra i più belli e celebri d'Europa. Nei secoli precedenti, seguendo una pratica comune a tutte le dinastie del continente, i Savoia, pur risiedendo per alcuni mesi nel palazzo reale della capitale, avevano trascorso la gran parte dell'anno itinerando fra i vari castelli. Ora, però, l'estensione del nuovo Regno non sembrava permettere più una politica simile. Tuttavia i Savoia non vissero mai solo a Roma, ma svilupparono un'abitudine all'itineranza che continuava, su più vasta scala, il modello che era stato dei loro antenati."

  I CURATORI – Silvia Ghisotti, storica dell'arte, è conservatrice delle collezioni della Reggia di Venaria. Ha collaborato a lungo con la Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici del Piemonte, curando, fra l'altro, l'inventariazione degli arazzi del Palazzo Reale di Torino, e coordinando la catalogazione dei dipinti dello stesso Palazzo Reale. Ha fatto parte del gruppo di studio di Villa della Regina, compiendo ricerche sulla cineseria in Piemonte.
  Andrea Merlotti, storico, dirige il Centro studi della Reggia di Venaria. Dottore di ricerca in storia della Società europea, è membro del Comité scientifique del Centre de recherche du Chàteau de Versailles (CRCV) e del Comitato scientifico di «Studi Piemontesi». Ha curato diverse mostre, sia a Venaria sia in altre sedi espositive, ed è autore di oltre un centinaio fra volumi e articoli sulla storia degli Stati sabaudi in età moderna.

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione. Le ragioni di una mostra, di Silvia Ghisotti e Andrea Merlotti - I Savoia. Da Torino all'Italia, di Walter Barberis - I Savoia e le loro regge, di Andrea Merlotti - Umberto e Margherita. Quando il Quirinale era il cuore della mondanità, di Gianni Oliva - La luce di una giornata di pioggia. I Savoia e Napoli dal 1860 al 1922, di Luigi Mascilli Migliorini - Il trionfo dell'Eclettismo nelle residenze di corte in Europa, 1860-1920, di Paolo Cornaglia - Uno stile per il nuovo Regno, di Enrico Colle - Una per tutte, tutte per una: la migrazione di opere dai palazzi della Corona alla Reggia d'Italia, di Silvia Ghisotti e Luisa Morazzi - Dalla Corona allo Stato. La dismissione delle residenze reali e il riordinamento del patrimonio artistico nazionale, di Maria Beatrice Failla e Clara Goria - Raccontare la regalità. Simboli e storie - La regalità sabauda, di Andrea Merlotti - Le regge dei Savoia-Carignano (1831-1861). Prima dell'Italia, dopo i Savoia, di Paolo Cornaglia - Schede da 1 a 5 - Maria Cristina di Borbone e la collezione di antichità del Castello di Agliè, di Alessandra Guerrini e Stefania Ratto - Schede da 6 a 18 - Tante corone, nessuna corona, di Luisa Gentile - I gioielli delle regine d'Italia, di Tomaso Ricardi di Netro - Schede da 19 a 26 - Il re d'Italia: un titolo tra storia e leggenda, di Pierangelo Gentile - Schede da 27 a 36 - Salendo il trono. Il giuramento costituzionale dei Savoia, di Luigi Lacchè - Schede da 37 a 39 - Abitare la regalità. Arredi per le regge d'Italia - Il Palazzo Reale di Torino, di Maria Carla Visconti - Il Quirinale: una moderna Reggia nella nuova capitale d'Italia, di Maria Angela San Mauro - Schede da 40 a 42 - Palazzo Pitti e la Palazzina della Meridiana a Firenze. Vittorio Emanuele di Savoia: il gusto e le scelte di un sovrano, di Simonella Condemi - La reggia sabauda genovese, di Luca Leoncini - Schede da 43 a 49 - La Villa Reale di Monza, di Marina Rosa - Il Castello di Racconigi, di Liliana Costamagna - Schede da 50 a 57 - L'Armeria Reale di Torino, di Mario Epifani - Biblioteca Reale di Torino e Biblioteca Reale di Superga. Dall'Unità d'Italia alla fine della Grande Guerra, di Giovanni Saccani - I libri della regina Margherita di Savoia nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, di Angelo Giaccaria - Scheda 58 - Vestigia e simboli della regalità: le sale del trono al Quirinale, di Luisa Morozzi - Schede da 59 a 64 – La miniera parmense. I Savoia e le spoliazioni delle residenze ducali di Parma e Piacenza, di Alessandro Malinverni - Napoli e le sue regge dai Borbone ai Savoia – Il Palazzo Reale di Napoli e i Savoia, di Paolo Mascilli Migliorini - Schede da 65 a 69 - La Reggia di Caserta dall'Unità d'Italia al 1919, di Giuseppe Oreste Graziano - Il Real Sito di Carditello: residenza per la caccia e azienda per l'allevamento e l'agricoltura, di Angela Tecce - Schede da 70 a 75 - Tra vita pubblica e vita privata - Il Margheritismo nella stampa di fine secolo, di Carlo M. Fiorentino - Gli orafi Castellani e i Savoia: doni e committenze, di Lia Lenti - Schede da 76 a 83 - I re cacciatori e le residenze di caccia, di Pietro Passerin d'Entrèves - «Hic manebimus optime»: residenze reali in Valle d'Aosta tra Otto e Novecento, di Viviana Maria Vallet - I soggiorni dei Savoia a Sant'Anna di Valdieri, di Walter Cesana - Schede da 84 a 94 - Epilogo: «i Palazzi e le Ville che non sono più del Re» - The Romance of Savoy. Nota sull'immagine di Casa Savoia fra Otto e Novecento, di Andrea Merlotti - Schede da 95 a 96 - Inventari e atlanti dei beni immobili e mobili costituenti la dotazione della Corona, di Elisabetta Lantero e Paola Muraca - Schede da 97 a 98 - Bibliografia