Diplomazia culturale e propaganda attraverso l'Atlantico Stampa

Laura Fotia

Diplomazia culturale e propaganda attraverso l'Atlantico
Argentina e Italia
(1923-1940)


Le Monnier, pagg.VIII-424, € 29,00

 

fotia diplomazia  IL LIBRO – Nel periodo tra le due guerre l'interdipendenza tra Americhe ed Europa ha assunto nuove forme, che hanno dato impulso ad un'intensificazione della circolazione transatlantica di conoscenze, idee, proposte politiche. In questo contesto, il progressivo emergere di un confronto internazionale tra totalitarismi e democrazie non ha riguardato soltanto l'ambito strettamente politico-ideologico, economico e sociale, ma ha interessato e investito la «cultura», tanto nelle sue forme, quanto nei suoi contenuti. Il conflitto tra proposte politico-culturali diverse ha trovato, in quel periodo, un terreno fertile in Argentina, dove la difesa formale dei principi democratici persisteva, accompagnata però dal rafforzamento di movimenti nazionalisti sensibili al messaggio fascista. Il volume, basandosi su una documentazione ampia e diversificata, argentina e italiana, propone un'analisi delle forme di politica culturale realizzate tra Argentina e Italia negli anni Venti e Trenta, mettendo in luce gli orientamenti ideali e la molteplicità di attori e di strutture materiali argentine, italo-argentine e italiane che accompagnarono la circolazione di intellettuali e gli scambi accademici tra i due paesi, le forme e le strategie di propaganda del regime fascista nella Repubblica, e l'atteggiamento di settori della società civile e del mondo politico argentini.
  Il libro propone una ricostruzione e un'interpretazione delle forme e dei contenuti delle strategie di politica e diplomazia culturale e degli scambi culturali promossi o supportati a livello statale, dispiegati nel periodo tra le due guerre tra i due Paesi. Ampio rilievo è stato dato, oltre che alle politiche culturali concretamente implementate, ad iniziative private in qualche modo riconducibili a più generali strategie di politica culturale, principalmente per l'impatto avuto nell'ambito del contesto complessivo argentino. Bisogna rilevare, peraltro, che, con riferimento al regime fascista, tutti gli organismi operanti all'estero, anche quelli «non ufficiali», agirono sotto il controllo del partito e dello Stato, con la conseguenza che individuare una netta distinzione tra politica culturale e propaganda diventa impossibile. Un aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si esamina la politica estera fascista, del resto, è costituito dal problema della duplicazione della presenza italiana oltre confine, ossia degli attori impegnati nell'attività di propaganda (diplomazia ufficiale e istituzioni italiane, da un lato, e para-diplomazia fascista e organizzazioni fasciste dall'altro), che coincideva con la duplice valenza dell'azione all'estero, per un verso propaganda fascista e per altro verso normale attività di rapporti internazionali volti a tutelare interessi dello Stato italiano.
  Nel primo Capitolo, dopo alcune brevi osservazioni sul contesto politico, sociale e culturale argentino e italiano e sull'evoluzione dei rapporti italo-argentini fino all'avvento del fascismo, sono ricostruite ed esaminate le prime iniziative, per lo più spontanee, volte a stimolare i contatti culturali tra i due Paesi, realizzate su iniziativa di attori argentini e italiani. I Paragrafi conclusivi del primo Capitolo e il secondo Capitolo sono dedicati all'esame del progressivo strutturarsi, negli anni Venti, di una politica culturale italiana marcatamente fascista in Argentina e alla risposta, da parte della classe dirigente e dell'opinione pubblica argentina, a tale politica. Il terzo e il quarto Capitolo si concentrano, nello specifico, sulle trasformazioni che negli anni Trenta interessarono il panorama politico-istituzionale e culturale argentino e sulla riorganizzazione della politica di «inquadramento» degli italiani in Argentina, nel contesto ben più ampio della ridefinizione della politica culturale estera del fascismo, culminata nella nascita della Direzione Generale per i Servizi della Propaganda. Il dinamismo dell'Universidad de Buenos Aires nel campo degli scambi accademici transnazionali, da un lato, e le tendenze accentratrici del governo italiano in questo settore, dall'altro, sono analizzati nel quinto Capitolo, che prende in esame anche la fascistizzazione del comitato di Buenos Aires della Società Dante Alighieri e la nascita del Centro di Studi Italiani, futuro Istituto Italiano di Cultura. Nella narrazione si è scelto di dare spazio e rilievo, oltre che ai progetti concretizzatisi, alle proposte teoriche elaborate da esponenti di primo piano del regime fascista, perché rivelatori di diversi aspetti delle dinamiche politico-culturali del periodo, indipendentemente dalla corrispondenza tra risultati conseguiti e intenzioni originarie. L'esame delle strategie di diplomazia culturale dei due Paesi è stato affrontato sempre nelle sue connessioni con le dinamiche internazionali, il contesto interno argentino e lo strutturarsi della politica culturale estera del fascismo italiano, nella definizione e nell'organizzazione della quale l'Argentina rivestì sin dai primi tempi, come è emerso, un ruolo particolarmente rilevante.
  Nell'ultimo Capitolo è analizzato il dibattito sulla politica culturale realizzata nella Repubblica dalle principali potenze, sia totalitarie che democratiche, che in quegli anni coinvolse diplomatici, intellettuali propagandisti e altre personalità, mettendo in risalto le relazioni argentino-statunitensi e la contrapposizione tra la proposta panamericana e quella panlatina.

  DAL TESTO – "Il problema dell'universalità del fascismo e quello, collaterale, costituito dal tentativo di diffondere i principi ideologici fascisti e di stabilire collegamenti con le formazioni filofasciste locali quali premesse per la costituzione di un'internazionale fascista nell'ambito della quale al Partito Nazionale Fascista (PNF) fosse riservato il ruolo di partito guida, è in effetti un altro dei temi importanti a lungo trascurati dalla storiografia. Secondo alcuni autori, l'America Latina merita un'attenzione maggiore rispetto a quella attribuitagli finora nell'ambito degli studi sul fascismo extraeuropeo, se non altro per superare la diffusa tendenza a qualificare in modo semplicistico come «fascisti» regimi militari o autoritari, gruppi ultranazionalisti di destra e in alcuni casi i populismi latino americani, o l'opposta inclinazione a «risolvere» il problema negando l'esistenza di qualsiasi tipo di «fascismo» nella regione. Centrali nella riflessione storiografica sui movimenti nazionalisti argentini sorti nel periodo tra le due guerre sono state la questione della qualificazione o meno di questi movimenti come «fascisti», e quella relativa all'importanza dell'influenza del cattolicesimo e dell'antisemitismo nell'evoluzione teorica di questi gruppi, temi sui quali sono state fornite valutazioni diverse."

  L'AUTRICE – Laura Fotia è dottore di ricerca in Studi europei e internazionali e cultore di Storia dell'America Latina presso il Dipartimento di Studi Umanistici e il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università degli Studi Roma Tre; presso quest'ultimo svolge anche attività didattica. È stata borsista, visiting scholar e ricercatrice post dottorato presso università e istituti di ricerca italiani, tedeschi e americani.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione – 1. Le origini (Argentina e Italia allo specchio - Dal periodo liberale al primo dopoguerra - Gli anni Venti - La politica culturale all'estero - Tra iniziativa privata e supporto istituzionale - Il ruolo dei Fasci in Argentina nella prima metà degli anni Venti - La nascita dell'Istituto Argentino di Cultura Italica - «Sfruttare» il mare - «Latinità» e «italianità» nella tappa argentina della Crociera della nave Italia - L'impatto della Crociera) - 2. Tra ambizioni e pregiudizi (Il settore scolastico e la Società Dante Alighieri - La riorganizzazione dei Fasci - «Sfruttare» il cielo - «Un'ambasceria dello spirito» - Politica culturale e propaganda politica alla fine degli anni Venti - La Storia contesa) - 3. Un fascismo «universale»? (Una «decade infame» - L'antifascismo italiano al Plata e i tentativi fascisti di inquadramento della comunità - Roma Redit / Redi Romam. La riorganizzazione del sistema scolastico - Il «controllo» del tempo libero) - 4. Diplomazia e mezzi di comunicazione al servizio della propaganda (L'azione della Direzione Generale per i Servizi della Propaganda - Un hombre, un pueblo - La guerra d'Etiopia e la propaganda anticomunista - L'attacco alla stampa italo-argentina libera - «Il Mattino d'Italia», un quotidiano fascista - La stampa argentina conservatrice e nazionalista) - 5. Accademici e intellettuali attraverso l'Atlantico (L'internazionalizzazione accademica argentina e il dinamismo dell'Universidad de Buenos Aires - Circolazione di intellettuali e propagandisti tra la Repubblica e il Regno - La nascita del Centro di Studi Italiani e la fascistizzazione della Dante) - 6. La «guerra delle propagande» (Il dibattito sulla politica culturale straniera in Argentina - Aquila fascista e Bald eagle - Tra italianità, argentinidad e latinità) - Considerazioni conclusive – Note - Fonti e bibliografia - Indice dei nomi