L'Ardito d'Italia Stampa

Paolo Volpato

L'Ardito d'Italia
Storia dei Reparti d'assalto


Mursia, pagg.496, € 22,00

 

volpato ardito  IL LIBRO – I Reparti d'assalto sono nati nelle trincee della Grande Guerra. Gli Arditi, che ne facevano parte, hanno alimentato nel tempo polemiche, adulazioni, ripensamenti, coinvolgimenti politici, sentimenti di amore e di odio. La loro è una storia tutta italiana, che si alimenta con l'autocelebrazione, con i ricordi, spesso sbiaditi, dei superstiti, con poca documentazione ufficiale e con memorialistica più abbondante di quanto si possa credere. Attraverso gli atti ufficiali del Regio Esercito che hanno portato alla costituzione dei Reparti d'assalto e gli articoli apparsi sull'organo ufficiale della Federazione Nazionale Arditi d'Italia, «L'Ardito d'Italia», Paolo Volpato ricostruisce la loro nascita unitamente ai racconti delle tante battaglie combattute nella Grande Guerra, ma anche le motivazioni morali che spingevano gli Arditi ad andare «oltre il volontarismo», accompagnando il lettore in un mondo di non facile comprensione, ma sicuramente affascinante e coinvolgente, quanto drammatico e sanguinoso.

  DAL TESTO – "Partendo dal presupposto che l'Ardito per portare a termine l'assalto secondo quanto richiesto dai nuovi obiettivi assegnati, doveva avere una diversa dotazione tecnica e predisposizione fisica, ecco quali dovevano essere le regole che lo differenziavano dal fante ordinario.
  "Il soldato italiano ordinariamente portava attrezzatura per un peso complessivo di kg. 22,850, escluso zaino e indumenti personali di ricambio. Per consentire all'Ardito di muoversi rapidamente e agilmente, Bassi taglia la dotazione individuale portandola a kg. 15,580. Più dettagliatamente, l'Ardito dovrà essere armato di moschetto, pugnale, petardo Thévenot, 72 cartucce, tascapane con oggetti di ricambio strettamente necessari, gavetta e tazza di latta. Le bombe a mano erano riposte nell'ampia tasca alla cacciatora della giacca, eliminando così il portabombe, che ricadeva ordinariamente all'altezza delle giberne intralciando i movimenti.
  "Nella visione di Bassi sparivano anche gli attrezzi da trincea indicati nella sopracitata circolare, quindi pochi o nessuno tra piccozzini e pinze tagliafili, strumenti ormai obsoleti nella nuova concezione del soldato maturata dal colonnello.
  "A queste prime direttive ufficiali sull'armamento, ne seguono altre che, pur trattando sempre della dotazione personale, mettono in rilievo anche lo stretto valore simbolico tra l'oggetto e la sua rilevanza morale. E la prima trattazione non poteva che riguardare la scelta di un distintivo che distinguesse l'Ardito dal e nel resto dell'Esercito."

  L'AUTORE – Paolo Volpato (Roma, 1963) vive e lavora a Roma. Studioso della Prima guerra mondiale e autore di pubblicazioni, in particolare sui fronti dell'Altopiano dei Sette Comuni e del Grappa, è socio della Società Storica per la Guerra Bianca. Ha collaborato con l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito. Con Mursia ha pubblicato "Morire per il Grappa. Monte Asolone 1917-1918" (2017).

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Premessa - Parte Prima. Origine dei Reparti d'assalto - Capitolo Primo. Lo stallo militare sul fronte della Grande guerra - Capitolo Secondo. Lo Sturmtruppen nelle circolari del Comando Supremo italiano - Capitolo Terzo. Nascita dei Reparti d'assalto italiani - Capitolo Quarto. L'Ardito - Capitolo Quinto. Addestramenti e disciplina dei Reparti d'assalto - Capitolo Sesto. L'impegno dei Reparti d'assalto – Appendice. Polemiche sulle origini degli Arditi - Parte Seconda. Con gli arditi sui campi di battaglia - Le battaglie del 1917 - Agosto 1917 – L'offensiva dell'Isonzo - Settembre 1917 - Monte san Gabriele - Ottobre 1917 - La difesa di Udine - Appendice San Gabriele - Le battaglie del 1918 - Gennaio 1918 - Battaglia dei Tre Monti - Maggio 1918 - Conquista di Monte Corno di Vallarsa - Maggio 1918 - Battaglia per lo Zugna Torta - Giugno 1918 - Monte Val Bella - Giugno 1918 - Battaglia dello Solstizio - Ottobre 1918 - Battaglia di Vittorio Veneto - Novembre 1918 - Trento - Dopo la Grande Guerra - Ringraziamenti - Bibliografia