Il naufrago e il dominatore Stampa

Antonino De Francesco

Il naufrago e il dominatore
Vita politica di Napoleone Bonaparte


Neri Pozza, pagg.240, € 16,00

 

defrancesco naufrago  IL LIBRO – Il mito di Napoleone è nato con le straordinarie vittorie in Italia. Il generale seppe sapientemente orchestrarlo per legittimare il colpo di stato che segnò la sua ascesa da primo console della Repubblica fino all'incoronazione a imperatore dei francesi e a re d'Italia. Da allora, memorie e resoconti di dubbia affidabilità hanno alimentato la leggenda, oscurando la sua autentica vicenda umana e politica nel quadro della stagione rivoluzionaria.
  Scoprire come realmente il giovane e controverso ufficiale venuto dalla Corsica sia diventato il Napoleone dei francesi non è, però, meno affascinante di molta storia costruita ad arte. È quanto accade in queste pagine che riportano al centro della sua biografia la complessità dei fattori che lo guidavano (e condizionavano) nelle sue scelte, innanzitutto lo stato di continua tensione interiore fra poli diversi, talvolta anche opposti, che lo indussero spesso a soluzioni contraddittorie.
  In Bonaparte convissero, da un lato, l'ardente patriota còrso votato all'indipendenza dell'isola, il fervente sostenitore dei valori dei Lumi, della Rivoluzione e della Repubblica, il riformatore, padre dell'identità della Francia moderna, il politico all'ossessiva ricerca della legittimazione tramite il consenso popolare e della conciliazione delle esigenze di tutte le parti sociali; dall'altro lato, il rappresentante della piccola nobiltà di provincia ossequiosamente legato ai capisaldi d'antico regime (la famiglia, l'aristocrazia), lo spregiudicato uomo d'armi disposto a ricorrere alla forza per sconfiggere gli avversari, non solo militari (come l'acerrima nemica Inghilterra), ma anche politici (quale il duca d'Enghien), il conquistatore che non esitava a condurre guerre coloniali contro popoli ritenuti barbari e inferiori, nonché il fondatore di una dinastia imperiale, quando i tempi sembravano suggerire un altro indirizzo al corso della storia.
  La parabola di Napoleone, così ripercorsa, invita il lettore a riflettere su temi di grande attualità, come le radici profonde dell'identità europea, l'influenza sulla società della propaganda e di un'oculata gestione dell'immagine pubblica da parte dei leader politici, i meccanismi e le distorsioni di un ideale rapporto diretto fra una guida carismatica e il proprio popolo.

  DAL TESTO – "Con l'impazienza che sempre lo aveva caratterizzato, Napoleone si decise dunque a farla finita e a giocare tutte le sue carte al tavolo della guerra: sconfiggere la Russia e i suoi alleati - tra i quali l'infido Bernadotte - avrebbe significato riportare l'intera Europa continentale sotto il suo controllo e, a quel punto, poter negoziare la pace con l'Inghilterra da una posizione di forza. A maggio, dopo che ormai era tutto pronto per l'offensiva, si recò in Germania e a Dresda ricevette gli ossequi degli alleati, tra i quali anche il re di Prussia, sino a poche settimane prima in trattative con lo zar per schierarsi dalla parte opposta. Prima della tappa tedesca, Napoleone si era però voluto rassicurare di tenere vicino a sé, per ogni evenienza, il pontefice, che fece trasferire dal domicilio coatto di Savona fino a Fontainebleau, dove tornò a esser pressato dall'esecutivo francese perché si decidesse ad accettare il fatto compiuto della perdita del potere temporale. L'uomo, ormai malato, sembrò in difficoltà, ma provò ancora a tenere fermo: fu fortunato, perché per Napoleone la risoluzione di un conflitto con la Chiesa poteva ancora aspettare. Ben altre erano le sue priorità più immediate: aveva infatti deciso di tirare i dadi e giocarsi il tutto per tutto con un'impresa che mai era stata tentata e le cui enormi difficolta certo non poteva ignorare. Ed era precisamente questo che lo affascinava e che lo convinse ad attaccare lo zar nel giugno del 1812."

  L'AUTORE – Antonino De Francesco insegna storia moderna presso il Dipartimento di studi storici dell'Università degli studi di Milano. È specialista dell'età delle rivoluzioni, ma guarda con interesse anche alla storia del Mezzogiorno. Tra i suoi lavori: "L'Italia di Bonaparte" (Torino, 2011, di prossima traduzione in francese); "La palla al piede. Una storia del pregiudizio antimeridionale" (Milano, 2012); "The Antiquity of the Italian Nation" (Oxford 2013, trad. it. "L'antichità della nazione", Milano, 2020), "La guerre de deux cent ans. Une histoire des histoires de la Révolution", Paris, 2018, trad. it "Tutti i volti di Marianna. Una storia delle storie della rivoluzione francese" (Roma, 2019, e di prossima pubblicazione in inglese e spagnolo).

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - I fallimenti di un patriota còrso. 1769-1793 - Un soldato della Repubblica. 1793-1799 - Babbu della Grande Patria. 1799-1814 - Fino all'estremo. 1814-1812 - La reggia e il tristo esiglio. 1813-1821 - Una postilla