Il santo realismo Stampa

Matteo Matzuzzi

Il santo realismo
Il Vaticano come potenza politica internazionale da Giovanni Paolo II a Francesco


Luiss University Press, pagg.192, € 16,00

 

matzuzzi realismo  IL LIBRO – La Chiesa è (anche) politica: dall'antichità a oggi, è noto che la Santa Sede sia sempre intervenuta, abbia dialogato o si sia scontrata con le questioni poste dalla coesistenza con i poteri secolari e una società laica. Nell'era contemporanea, con la fine del potere temporale, la Chiesa cattolica ha ancora più marcatamente assunto i tratti di un attore politico internazionale, agendo al pari delle altre potenze nel quadro sempre più complesso e intricato che andava delineandosi mentre il Novecento assumeva le sembianze del "secolo breve". Questo libro concentra la sua riflessione proprio partendo dallo scorcio del Ventesimo secolo e arrivando ai giorni nostri, analizzando il regno di tre pontefici, tre personalità diversissime tra loro, ma anche diversamente significative nel tracciare il percorso della Chiesa attraverso il labirinto della contemporaneità. Ma cosa ha accomunato, nonostante le discontinuità a volte evidenti – o solo apparenti – l'operato del "papa polacco" Giovanni Paolo II, in guerra contro il comunismo, di Benedetto XVI, il "teologo" impegnato a conciliare fede e ragione nell'epoca del ritorno del jihadismo, e di Francesco, il "papa dalla fine del mondo", che ostenta umanità e semplicità e combatte intanto per ridisegnare gli equilibri di una Chiesa divenuta ormai una questione globale più che occidentale? Secondo questo libro, a caratterizzare l'operato diplomatico e internazionale del Vaticano negli ultimi, complessi e decisivi decenni, è stato il realismo politico, la dottrina che ritiene essenziale obiettivo dell'azione politica degli Stati il conseguimento dei propri interessi e il mantenimento del potere. Ma come possono fini tanto pragmatici conciliarsi con l'operato di una istituzione che ha nell'annuncio della verità e nella realizzazione del bene i propositi fondamentali della propria esistenza? È proprio su questa tensione che si concentra il lavoro di Matteo Matzuzzi, un libro unico nel suo genere, e che ben descrive – da Solidarność alla caduta del Muro, dalla teologia della liberazione al fondamentalismo islamico, dalla crisi del cattolicesimo in Oriente ai difficili rapporti con i "giganti" statunitense e cinese – questa particolare, santissima forma di Realpolitik.
  Il volume di Matteo Matzuzzi – scrive Dario Fabbri nella Prefazione -, "centrato sul realismo del pontificato attuale", è "capace di illuminare le sfide che attendono la Chiesa nel prossimo futuro. A metà tra innovazione
e restaurazione."

  DAL TESTO – "Si è tanto e giustamente discusso di riforme della curia vaticana, di nuovi rapporti con le chiese locali, un possibile nuovo modo di intendere - per così dire - il pontificato. Ma è qui, nella "rivoluzione della misericordia", per abusare di una formula molto mediatica udita assai spesso in questi anni, che si trova il punto di svolta. Un principio che orienta tutto e che dà forza a uno dei punti qualificanti dell'agenda di Bergoglio, quello che vede appunto la realtà essere superiore all'idea. Ora si comprende meglio il significato di quello che non è uno slogan bensì un muro portante della linea adottata dal Papa: la realtà per come essa è va sempre anteposta all'idea e all'ideale, ai princìpi che si considerano fissi e immutabili. E che sono, non di rado, ammantati di un velo di malsana ipocrisia. Allora, la domanda che Francesco si fa, anche nel relazionarsi all'altro inteso come interlocutore "internazionale", è semplice da intendere: perché piantare paletti e ribadire che la propria posizione è circondata da muretti e in qualche caso pure dal filo spinato e che, insomma, c'è ben poco di cui discutere? Si cerchino invece i punti di contatto, anche a costo di dolorose concessioni. Poi, se il dialogo sarà propizio, un modo per risolvere la discordia si troverà. In una parola: pragmatismo. Quel pragmatismo che però cozza con la "diplomazia della verità" di ratzingeriana memoria e che poco ha anche a che vedere con la linea perseguita negli anni di Giovanni Paolo II, che pur avvalendosi di Casaroli come segretario di Stato per un decennio, ben presto archiviò la Ostpolitik e i suoi correlati. Il pragmatismo porta a tuffarsi al largo, spesso anche in acque profonde e ignote, senza sapere cosa potrà accadere, quali potranno essere gli sviluppi dell'azzardo. È un rischio, consapevole e in qualche caso calcolato. Ma che ha conseguenze rilevanti sia sul piano prettamente diplomatico sia su quello intraecclesiale e spesso le azioni lasciano ferite che stentano a cicatrizzare. Piaghe dolorose che sovente rendono complicato il rapporto tra la Chiesa e una parte del suo popolo, tra Roma e il clero coinvolto. Decisioni e linee d'azione non sempre comprese. Non è una novità, se è vero che ancora la storiografia è impegnata nel valutare il comportamento di Pio XII e i suoi "silenzi" nei tempi bui delle persecuzioni nazifasciste."

  L'AUTORE – Matteo Matzuzzi ha studiato politica internazionale e diplomazia. È caporedattore del "Foglio", dove scrive in particolare di Chiesa cattolica e religioni. "Il santo realismo" è il suo libro d'esordio.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Dario Fabbri - Capitolo I. La svolta occidentale - Capitolo II. La diplomazia della verità - Capitolo III. La fine di una storia - Capitolo IV. Il trionfo della realpolitik - Note