Gli uomini della Marcia su Roma Stampa

Mauro Canali - Clemente Volpini

Gli uomini della Marcia su Roma
Mussolini e i quadrumviri


Mondadori, pagg.240, € 22,00

 

canali marcia  A cento anni dalla marcia su Roma, lo storico Mauro Canali (professore emerito dell'Università di Camerino) e il documentarista Clemente Volpini (lavora per Rai Storia) ricostruiscono in questo libro le vicende dei "quattro uomini che quella marcia l'hanno organizzata e fatta, i cosiddetti «quadrumviri», cioè Italo Balbo, Michele Bianchi, Emilio De Bono e Cesare Maria De Vecchi. Quei quattro personaggi che, in tutte le foto dell'epoca che hanno immortalato il culmine di quell'episodio, vediamo marciare per le vie di Roma, in camicia nera, a fianco di un Mussolini livido, teso, con lo sguardo allucinato, aggrottato ma fiero di sé. Quei quattro personaggi rappresentati persino da Giacomo Balla in un famoso quadro dipinto dieci anni dopo, schierati ai lati di un Mussolini imperioso e con le mani sui fianchi in segno di sfida".

  Secondo gli Autori, senza il contributo dei «quadrumviri» "la marcia su Roma sarebbe rimasta una rappresentazione virtuale da agitare ogni tanto per tenere deste le aspettative dello squadrismo" e "continuerebbe ad apparire esclusivamente come il risultato del «genio» mussoliniano". Le loro storie, inoltre, consentono "di interpretare meglio alcuni aspetti del primo fascismo, che altrimenti apparirebbero contraddittori e indecifrabili" e di cogliere in pieno, anche alla luce della "loro liquidazione politica", "le prime fasi della costruzione, da parte di Mussolini, del mito di se stesso".

  Michele Bianchi era "nato nel 1883 a Belmonte Calabro, un piccolo borgo arroccato su una collina con all'orizzonte il mar Tirreno". Aveva un "corpo minuto, gli occhi miopi cerchiati da spesse lenti. Forse per questo lo chiamavano Michelino. Ma dietro quella fragilità del fisico si nascondeva in realtà un carattere forte e combattivo". Socialista e sindacalista rivoluzionario in gioventù, dopo la Prima guerra mondiale diventerà "uno degli esponenti più influenti del movimento fascista. Si occuperà della propaganda, della stampa, di questioni sindacali, della trasformazione del movimento in partito, diventando nel tempo un punto di riferimento sia per la corrente intransigente dei ras sia per l'ala «parlamentare» dei fascisti moderati. Per questo e per la sua vicinanza a Mussolini, nel novembre 1921 verrà nominato segretario generale del Partito nazionale fascista e, in questa veste, con i capi della milizia, sarà uno dei quadrumviri della marcia su Roma".

  Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, "classe 1884, di Casale Monferrato", aveva partecipato "con onore" alla Grande guerra guadagnando "cinque medaglie sul petto (tre d'argento e due di bronzo). Nel marzo 1915 è già arruolato con il grado di sottotenente di artiglieria, poi viene promosso tenente e capitano, comandando anche un reparto d'assalto che porta il suo nome: Nucleo Ardito De Vecchi. È molto rispettato e per ben due volte la ricompensa al valore militare viene proposta addirittura per «acclamazione dei reparti di fanteria che combattevano con lui nelle stesse trincee»". Di "carattere duro, aspro, autoritario, impetuoso e passionale fino alla violenza", "cattolico militante e fedele suddito di Casa Savoia, si iscrive al Fascio" nel 1919.

  Italo Balbo, "nato il 5 giugno 1896 a Quartesana, una frazione agricola di Ferrara, in una famiglia della media borghesia in grado di condurre un discreto tenore di vita", "era giunto al fascismo relativamente tardi. Non aveva vissuto in prima persona le convulsioni politiche e sociali del dopoguerra che avevano portato alla nascita dei Fasci di combattimento". Ciò non gli impedì di assumere incarichi di livello nazionale all'interno del Partito fascista e di giocare un ruolo decisivo nella marcia su Roma.

  Emilio De Bono, "nato a Cassano d'Adda il 19 marzo 1866 da Giovanni ed Emilia Bazzi", fu "un ufficiale intelligente, e che, quando servì, non mancò di mostrare coraggio e nervi saldi". Fu il "quarto uomo della marcia su Roma" e potè così "giocarsi la sua carta e sognare un futuro da ministro della Guerra".

  "Alle 12 di sabato 21 ottobre [1922] – si legge nel testo - entrerà in azione un quadrumvirato, che assumerà «ogni potere». Ne faranno parte Balbo, Bianchi, De Bono e De Vecchi. Mussolini «ha già preparato il proclama da lanciare ai fascisti di tutta Italia», sarà firmato dal quadrumvirato".