Le forme della realtà Stampa

a cura di Damiano Palano

Le forme della realtà
Una mappa dei realismi politici


Vita e Pensiero, pagg.320, € 28,00

 

palano forme  Il volume "Le forme della realtà. Una mappa dei realismi politici", curato da Damiano Palano per i tipi di Vita e Pensiero, si inserisce in una lunga ma ancora irrisolta riflessione sul significato e sull'evoluzione della categoria di "realismo politico". L'opera si propone non come un'esposizione lineare della tradizione realista, né come una semplice antologia di autori, ma come un tentativo di cartografare le differenti espressioni teoriche del realismo, evidenziandone le affinità ma soprattutto le discontinuità, le tensioni interne, le ambiguità concettuali. Questo approccio rende il volume un contributo rilevante sia sul piano teorico sia su quello metodologico, utile per cogliere la complessità del pensiero politico contemporaneo in relazione al suo rapporto con la realtà e il potere.

  Uno dei pregi del volume consiste nel rifiuto di una definizione rigida o monolitica del realismo politico. La nozione, come chiarisce Palano, non designa una scuola omogenea, bensì una prospettiva interpretativa che affonda le sue radici nel pensiero greco – dai sofisti a Tucidide – e attraversa secoli di storia intellettuale, assumendo forme differenti in funzione dei mutamenti storico-politici. A partire da questo presupposto genealogico, il testo costruisce una vera e propria "mappa", ossia una ricostruzione topografica di questa tradizione teorica, suddivisa in percorsi, diramazioni e anche vicoli ciechi.

  La pluralità di voci raccolte nel volume – tra cui si segnalano i contributi di Pier Paolo Portinaro, Alison McQueen e Michele Chiaruzzi – garantisce un'ampiezza di sguardo e una profondità analitica che evita tanto la riduzione scolastica quanto l'indeterminatezza concettuale. L'idea di fondo è che, pur essendo attraversato da elementi comuni (il primato del potere, l'attenzione per le condizioni effettuali dell'agire politico, il rifiuto di concezioni utopiche), il realismo politico sia contraddistinto da una costellazione di tensioni, spesso irrisolte, che rendono problematico il tentativo di ricondurlo a un unico paradigma.

  Uno degli aspetti di maggior rilievo dell'opera è l'intento di superare la canonizzazione storiografica che riduce il realismo politico a pochi nomi emblematici – Machiavelli, Hobbes, Clausewitz, Morgenthau – spesso letti in maniera semplificata e funzionale a contrapposizioni ideologiche. In questo senso, il libro si muove in controtendenza rispetto a molte introduzioni manualistiche, proponendo una genealogia non lineare e spesso sorprendente. Viene così restituita la ricchezza di un pensiero che si è sviluppato nei più disparati contesti, dall'antichità greca fino alle elaborazioni contemporanee sulle relazioni internazionali, passando per il realismo tragico di Raymond Aron e la riflessione critica di Carl Schmitt.

  Il saggio di Jeronimo Molina Cano, per esempio, getta nuova luce sulla nozione di prudenza nel pensiero iberico, mentre Beatrice Magni propone una lettura originale di Hannah Arendt in chiave critica del realismo, mostrando come anche l'opposizione al realismo classico possa costituire una forma di "realismo alternativo". Non si tratta dunque di stabilire un canone, ma di esplorare un campo concettuale mobile e stratificato.

  Palano orienta il volume verso la ricerca delle aporie interne al discorso realista. Questa scelta è particolarmente significativa, perché invita il lettore a non intendere il realismo politico come un insieme di verità invarianti o di postulati operativi, bensì come una postura analitica attraversata da dilemmi teorici. Le aporie individuate riguardano, per esempio, la difficoltà di conciliare l'osservazione "disincantata" della realtà con l'esigenza di un criterio normativo; oppure la tensione tra la razionalità strategica e le pulsioni identitarie nei conflitti politici.

  Da questo punto di vista, il volume si offre anche come una riflessione sulla crisi delle categorie classiche della teoria politica: lo statocentrismo, la sovranità, l'interesse nazionale. In un mondo segnato da fenomeni globali, populismi, guerre ibride e disintermediazione, il realismo politico sembra oscillare tra due poli: da un lato la tentazione di reiterare schemi interpretativi novecenteschi, dall'altro l'ambizione di ripensare la politica come sfera irriducibile a modelli normativi astratti.

  Pur nella varietà degli approcci e degli stili, il testo mantiene una coerenza complessiva, grazie alla struttura curata da Palano con mano esperta. La sua introduzione svolge una funzione di raccordo tra i saggi, delineando il quadro teorico e metodologico entro cui leggere i contributi successivi. In questo senso, il volume rappresenta anche un esempio riuscito di progettualità editoriale collettiva, in cui il dialogo tra gli autori non è puramente formale, ma alimenta un confronto effettivo e produttivo.

  Il lessico utilizzato nei saggi, pur tecnico, non rinuncia alla chiarezza, il che rende l'opera accessibile anche a studiosi non specialisti della filosofia politica, ma comunque interessati alla dimensione teorica del potere e ai suoi fondamenti epistemologici. Inoltre, la varietà degli autori – che include accademici italiani e stranieri – contribuisce ad allargare la prospettiva e a evitare ogni provincialismo teorico.

  "Le forme della realtà" è, insomma, un volume che si distingue per ambizione teorica, rigore metodologico e intelligenza critica. Lontano sia dal dogmatismo ideologico sia dalla neutralità accademica, il libro si propone come uno strumento prezioso per comprendere le molteplici declinazioni del realismo politico, senza cedere alla tentazione di ridurle a un modello unico o coerente. La mappa che ne risulta è necessariamente parziale, frammentata e aperta, ma proprio per questo rispecchia fedelmente la natura di una tradizione che, pur parlando della "realtà", non smette di interrogarsi sul suo senso e sui suoi limiti. In un'epoca in cui la politica sembra oscillare tra illusioni salvifiche e cinismi rassegnati, questo volume rappresenta un invito a pensare il potere senza illusioni, ma anche senza dogmi. Una lettura imprescindibile per ripensare criticamente le categorie fondamentali della teoria politica.